Si torna a parlare del giallo di Marcheno nella nuova puntata di “Chi l’ha visto?“, condotta questa sera su Rai Tre da Federica Sciarelli. Mario Bozzoli, cinquantenne proprietario insieme al fratello di una fonderia a Marcheno, in provincia di Brescia, è scomparso l’8 ottobre scorso. Pochi giorni dopo è scomparso anche un operaio della fonderia, Giuseppe Ghirardini, 50 anni e grande amico del Bozzoli, con cui condivideva l’hobby della caccia. L’addetto agli altiforni non era indagato, ma doveva essere sentito dai carabinieri in qualità di persona informata dai fatti, relativamente alla scomparsa del Bozzoli. Gli investigatori avevano deciso, di concerto con la procura bresciana, di passare al setaccio la vita dell’imprenditore e stavano ascoltando in quei giorni tutti coloro che avevano qualche legame con lo scomparso.
Ghirardini il giorno dopo la sua sparizione, aveva appuntamento con gli inquirenti presso la caserma locale dei carabinieri, ma a quell’appuntamento non si è mai presentato. Esce da casa normalmente il 14 ottobre, ai parenti sembra tranquillo e rilassato, ma non va al lavoro, e fa perdere invece le sue tracce. All’inizio nessuno si preoccupa, ma in serata i parenti denunciano la sua scomparsa. Immediatamente scattano le ricerche in zona, i carabinieri sono sicuri che l’uomo sia scomparso perché sappia qualcosa di “scottante”, ma non riescono a rintracciarlo. Sono organizzati posti di blocco in tutta la Val di Trompia, viene inviato persino un elicottero alla ricerca della sua auto ma l’uomo non si trova. L’imponente ricerca da i suoi primi frutti quattro giorni dopo. Viene rinvenuta infatti la sua auto (una Suzuki Vitara) chiusa dall’esterno, ma di Ghirardini ancora nessuna traccia. Passa un’altra giornata, e il cadavere dell’uomo viene individuato dalle unita cinofile delle forze dell’ordine, l’uomo è riverso a terra, nessun segno di violenza esterno, tutto lascia pensare ad un malore.
Vista la situazione la procura ordina l’autopsia e qui l’ennesimo colpo di scena della vicenda. Nel suo stomaco i patologi rinvengono un raviolo al cianuro, veleno abbastanza inusuale per un suicidio e che aveva portato Ghirardini ad una morte veloce. Nelle immediate vicinanze del cadavere nulla di sospetto, nessuna traccia di persone “terze”, nessuna orma sospetta, solo quattro fazzolettini disposti ordinatamente e un pacchetto di sigarette, di quelle solitamente fumate dall’uomo, null’altro. I carabinieri capiscono che la sparizione e la successiva morte di Ghirardini sono legati a doppio filo con la sparizione di Bozzoli, e iniziano a ricostruire gli ultimi giorni di vita di Ghirardini. Gli inquirenti si trovano dinanzi ad un altro giallo, il cellulare dell’uomo non si trova, l’analisi delle celle rivela che ci sono dei movimenti sospetti del terminale. Il telefonino l’ultima volta è usato attorno alle 14.30 del giorno della sparizione (Ghirardini risponde ad una telefonata della sorella), la cella che aggancia la telefonata si trova però a oltre un’ora ora e mezzo dal luogo di ritrovamento dell’autovettura e del cadavere, perché Ghirardini si è spostato improvvisamente e velocemente negli ultimi attimi della sua vita?
Un altro particolare inoltre insospettisce gli inquirenti, l’uomo prima della sparizione cerca di contattare la sua ex moglie (la brasiliana Antonia Rosilene che vive a Fortaleza in Brasile), con lei deve prendere gli ultimi accordi per il rientro in Italia del figlio minorenne. Sono ben nove i tentativi di contatto tutti senza alcun successo. La donna in seguito vede le chiamate, e cerca di rintracciare l’operaio tramite Whatsapp, qualcuno sicuramente leggi quei messaggi, e di questo i carabinieri ne sono sicuri (tramite le spunte di notifica del noto programma di messaggistica) ma nessuno risponde a quei messaggi. Il particolare nella sua semplicità innesca nuovi interrogativi, chi ha visualizzato quei messaggi, Ghirardini potrebbe essere già morto, e allora chi aveva la disponibilità del suo cellulare e soprattutto perché?
Di certo vi è che l’operaio è una figura chiave di tutta l’intricata vicenda, egli era l’addetto degli altiforni della fonderia, e il sospetto neppure tanto celato degli inquirenti, e che abbia potuto vedere qualcosa di compromettente, un qualcosa che forse sta alla base della sparizione del suo datore di lavoro, e che ha portato alla decisione della sua eliminazione.