Ballarò, sfogliando l’album dei ricordi del 2015 (puntata del 22 dicembre) – La puntata di Ballarò trasmessa il 22 dicembre 2015 è stata quasi interamente incentrata sulla resa dei conti, su un’analisi dettagliata dell’andamento dell’anno che l’Italia sta per lasciarsi alle spalle. Sono tanti gli episodi che l’hanno caratterizzato: tra Leggi di Stabilità, pensioni sottoposte a tasse esorbitanti se relazione alla loro entità, tassi di disoccupazione e di occupazione dalle dubbie percentuali e politici forse un po’ troppo ottimisti rispetto alla reale condizione dei fatti, a pagare il conto di questo 2015 sembrano essere ancora una volta gli Italiani. Le banche falliscono e i risparmiatori perdono il loro denaro, i poveri non solo non hanno da mangiare, ma adesso non hanno nemmeno una casa, i ricchi continuano ad accumulare ricchezza e a sperperarla in abiti firmati che costano 1290 euro l’uno nei lussuosi atelier di Via Montenapoleone a Milano. 



Massimo Giannini, eccellente moderatore durante l’intera puntata, ha ospitato politici, scrittori, giornalisti e imprenditori in grado di esternare una visione della situazione variabile da soggetto a soggetto, ma sempre accomunata dal desiderio, che sembra irraggiungibile, di vedere un’Italia migliore di quella che è stata l’anno prima, di aspettare un nuovo anno che sia migliore di quello appena passato e peggiore di quello che accoglieremo dopo aver detto addio al 2016. I buoni propositi per l’anno nuovo, soprattutto quelli dei politici che si alternano in quanto a commenti su come si potrebbe fare meglio senza mai adoperarsi concretamente, sono tanti, ma gli strumenti per attuarli non sono così pronti all’uso come si vorrebbe far sembrare. Il cambiamento non parte con il mese di gennaio, ma con la voglia di mescolare le carte, di dare una svolta decisiva per rendere veramente bello quello che, nel resto del mondo, tutti chiamano “Bel Paese” e che, ultimamente, gli Italiani fanno fatica a riconoscere come tale. (Maria Laura Leo)



Ballarò, riassunto puntata 22 dicembre 2015 – Il 2015 è stato un anno difficile e a Ballarò ieri sera si è voluto fare il punto della situazione. Per prima cosa si è cercato di dare un voto al governo Renzi. Abbiamo visto in un grafico l’andamento della fiducia che è partita da un 44% ed è arrivata ad oggi intorno al 30%. Il problema delle banche è stato uno dei motivi che ha causato questa forte caduta, soprattutto nell’ultimo mese. Giorgia Meloni si è detta per nulla stupita di questi sondaggi e crede che lo stesso governo si stia rendendo conto della difficoltà in cui è incappato nella vicenda delle banche. Lo stesso Renzi sta cercando di distogliere l’attenzione e per questo si è messo addirittura in tuta mimetica. Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia, ha risposto che prima di Renzi lo avevano fatto anche Berlusconi e Fini. Andrea Scanzi ha fatto notare come questo sia stato un mese molto pesante per Matteo Renzi e ha sottolineato come le parole della De Micheli siano verissime, infatti Renzi somiglia a Berlusconi in tutto, anche nell’indossare la mimetica. Renzi adesso per riconquistare il PD ha organizzato i banchetti, poi c’è stata la Leopolda a cui non hanno partecipato grandi ospiti, infine è arrivata la botta delle banche e lui ne è uscito bene perché la mozione di sfiducia del M5S al Ministro Boschi non è passata. In ogni caso, quello che tutti hanno detto, è che il governo ha salvato le banche. Secondo Scanzi si può discutere sul fatto che la Boschi si dovesse dimettere, però il conflitto di interessi è evidente. Riguardo alle banche, Giorgia Meloni, ha segnalato come il governo non abbia fatto altro che salvare i banchieri con uno scudo che impedisce che chi è stato truffato da questa gente potesse riavvalersi degli amministratori. Sempre secondo la Meloni, l’Europa prevede l’esatto contrario di quello che è scritto nel decreto che è stato approvato dal Governo e sembrerebbe quasi che il conflitto di interessi sia del Governo e non della Boschi. Addirittura il sistema bancario potrebbe quasi guadagnare da questo decreto. Una risparmiatrice ha detto di essersi affidata con fiducia alla sua banca e di essere stata tradita. La Meloni ha voluto mettere in guardia gli anziani in merito al prestito vitalizio ipotecario, una nuova invenzione delle banche. Oggi è stata approvata in modo definitivo la Legge di stabilità. Renzi tramite AdnKronos ha detto che la produttività di questo governo è impressionante e Scanzi si è detto molto colpito dal fatto che il Presidente del Consiglio si faccia i complimenti da solo. Il giornalista ha spiegato che la legge contiene cose buone e meno buone. Ad esempio sono aumentai i fondi per la sicurezza, i soldi per i giubbotti antiproiettile. L’aiuto alla cultura è certamente una cosa buona, ma non va bene l’insistenza nel raccontare un mondo in cui tutto va bene. Agli italiani occorre dire la verità. I 400.000 posti di lavoro di cui parla Renzi ad esempio non ci sono, l’occupazione crolla e l’economia è in calo. Dobbiamo stare attenti alle promesse. Gli 80 euro gli hanno fatto vincere le europee, ma i soldi che sono andati in circolo non hanno fatto per niente riprendere l’economia. Renzi dovrebbe finirla di considerarsi perennemente in campagna elettorale e dovrebbe che qualcosa gli sta riuscendo bene, qualche altra un po’ meno. La vera tragedia di questo Paese è il Mezzogiorno e lo ha confermato la De Micheli. Alla povertà non ci si può e non ci si deve abituare e sui temi del sociale questo governo, come anche sulle tasse, ha fatto un grandissimo cambio di passo. Lo scrittore Mauro Corna ha detto che vorrebbe uno Stato civile che si occupi soprattutto degli ultimi e che riduca le spese inutili, come gli aerei per la guerra. Tutto il popolo italiano dovrebbe scendere in piazza, non solo coloro che sono danneggiati in prima persona. I soldi si devono trovare. Si sa dove reperirli ma non lo si fa purtroppo. Secondo Scanzi sarebbe quantomeno divertente provare a mettere in atto una lotta all’evasione. Intanto, nel mondo del lavoro molti posti a tempo indeterminato sono spariti perché i lavoratori si mettono in regola tramite i voucher. Data e ora non sono segnalate e l’impresa può usare un singolo voucher per coprire un intero mese di lavoro in nero. Così ci sono dipendenti che ricevono un solo voucher al giorno per lavorare molte più ore del dovuto. La differenza viene data in contanti. In ogni momento si può essere licenziati, o meglio semplicemente mandati via, perché non c’è nessuna assunzione. Se ci si ammala non si viene retribuiti. A parlarne c’era questa sera a Ballarò il ministro Poletti, che dice che la durata a tempo determinato si è allungata e anche se ciò non risolve il problema è comunque meglio rispetto a prima. Carla Cantone (SPI – CGIL) ha spiegato che quei posti di lavoro di cui tanto si parla non sono in più. Si tratta solo di stabilizzazioni del precariato ma chi non aveva lavoro continua a non averlo. Molti imprenditori intanto continuano a sfruttare la manodopera dei giovani ma Poletti sostiene che se un imprenditore prende un lavoratore di cui ha bisogno e quindi difficilmente lo manda via dopo i tre anni di decontribuzione. La Cantone invece ribadisce che sono anni che le cose vanno così e i miracoli è difficile che accadano. In puntata è intervenuto anche Vittorio Sgarbi, reduce dall’intervento al cuore, che ha criticato gli sprechi che si fanno nell’uso del denaro pubblico.



Replica Ballarò, puntata 22 dicembre 2015: come vederla in video streaming – È possibile vedere o rivedere la puntata di Ballarò andata in onda il 22 dicembre 2015 grazie al servizio di video streaming disponibile su Rai.tv, cliccando qui.