Greg è un ragazzo appassionato di cinema e un po’ asociale. Che racconta la sua vita con semplicità ma in modo schivo, quasi timido e spavaldo al tempo stesso. Un insieme di contraddizioni che fanno di lui un personaggio interessante e altresì indipendente, quanto basta per trasformare l’amicizia in odio, e poi amore, e poi successo. 



E sempre Greg è il protagonista di questo capolavoro cinematografico che di cinema parla e sussiste. Si intitola Quel fantastico peggior anno della mia vita e c’è da ammettere sia un film piuttosto particolare. Sia tecnicamente che in fatto di sinossi, tanto interessante quando difficile da descrivere e raccontare, in modo sintetico e funzionale. Per la regia di Alfonso Gomez-Rejon, qui arrivato al suo secondo prodotto registico dopo anni a fianco di Scorsese e Inarritu come assistente, Quel fantastico peggior anno della mia vita piace, moltissimo, perché ritrae in modo avvincente e mai banale quella in cui tutti riusciremo bene o male a riconoscerci: una comune vita da adolescente. 



Con Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Nick Offerman e John Bernthal, abbiamo Greg che cerca di restar nella sfera dell’anonimato a scuola affinché nessuno lo prenda di mira ma tutti lo salutino e lo credano un ragazzo a posto. E poi abbiamo Earl, suo amico fidato – ma fino a un certo punto – che come lui vive per due cose: le ragazze e il cinema. Tutto inizierà a mutare quando Greg verrà obbligato dalla mamma a far compagnia a una vicina di casa, anche sua compagna di scuola, con la quale lui mai aveva parlato prima. Lei è Rachel, ed è ammalata di cancro. Anche per questo non bisogna lasciarla sola, e nonostante la loro conoscenza inizi nel peggiore dei modi, tra lacrime, rabbia, ipocrisia e home made movies, la loro diventerà una delle amicizie tra le più vere, sincere e appassionate di sempre.



Molto divertente la suddivisione in capitoli di tutto il racconto, e scelta azzeccata la voce fuori campo del nostro Greg che tra battutine e “ti dico esattamente quello che sto pensando senza rifletterci troppo” accompagna gli spettatori in un turbinio vortice di emozioni, vere, e di risate, sanissime. Per niente volgare e davvero molto interessante, è questo un racconto completo, che spazia dall’avventura, al dramma, alla gioia del rinascere sino all’amore. Manca forse il genere horror, ma se ne fa volentieri a meno in un prodotto quale questo, dove veramente si fatica a esprimere giudizi negativi a proposito.

E anche il vero cinema d’autore fa la sua parte. Perché sì, Greg ed Earl si conoscono sin da bambini. E la cosa che più li diverte è riadattare in chiave più che comica i grandi classici del cinema mondiale. Loro due protagonisti del loro stesso film e al tempo stesso cast tecnico oltre che artistico. Ci propinano i loro lavoretti adolescenziali in modo forse quasi titubante senza sapere quanto questi siano geniali, ricchi di bravura palpabile e interessanti, anche e soprattutto per la comprensione del film al completo. 

Quel fantastico peggior anno della mia vita è veramente un film da vedere, da non perdere e da ricordare. Assolutamente ben fatto, ben recitato, studiato nei minimi dettagli ma apparentemente invece diretto e poco pensato. Tecnicamente ineccepibile con la splendida fotografia di Chung-hoon e con una colonna sonora da acquistare e riascoltare ogni giorno, musiche di Brian Eno. Un film che ogni tanto si ricordi, e che per questo è assolutamente riuscito nel suo intento: non passar inosservato ma al contrario permeare nella vita nostra di tutti i giorni.