‘Non desiderare la donna d’altri’ e ‘Non desiderare la roba d’altri’: ecco il Nono e il Decimo Comandamento spiegati da Roberto Benigni ne I Dieci Comandamenti, lo spettacolo in onda stasera su Rai Uno. “Il desiderio è inscindibile con la natura umana – sottolinea l’artista toscano – ma come si può vietare? I desideri sono scolpiti nel nostro cuore e Dio vuole far emergere la nostra coscienza, vuole farci prendere coscienza della nostra coscienza. Ci vuole far capire che cosa abbiamo nel nostro cuore, mettendo in guardia noi stessi dal seguire desideri negativi, cioè quando il desiderio diventa bramosia e invidia”. “Ma il comandamento preferito da Gesù, conclude Benigni, non è tra questi dieci ma è nascosto nella Bibbia ed è l’ultimo, il comandamento dell’amore, cioè ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’. E’ il cardine di tutto, è la legge perfetta perché chi ama ha obbedito a tutti i comandamenti”. 



Prosegue con l’Ottavo Comandamento ‘Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo’ lo spettacolo di Roberto Benigni I Dieci Comandamenti  in onda stasera in replica su Rai Uno. “Significa non mentire – spiega Benigni  -. E’ un comandamento che si riferisce alla giustizia, ai processi, ai tribunali e non possiamo nemmeno immaginare cosa abbia potuto significare questo per l’epoca perché tutto si basava sui testimoni. E’ un comandamento che vieta l’inganno, l’ipocrisia, la finzione, l’omertà, la doppiezza, la malevolenza, la falsità, la malizia, il pettegolezzo”. E l’artista continua: “Non ordina di dire sempre la verità perché sarebbe la forma più violenta e disumana, non è contro il prossimo ma per il prossimo che a volte non si dice la verità”. E arrivano anche il Nono Comandamento ‘Non desiderare la donna d’altri’ e il Decimo ‘Non desiderare la roba d’altri’ che devono essere letti insieme perché, sottolinea Benigni, “in origine erano un comandamento unico, diviso poi in due”.



Strappa risate tra il pubblico l’annuncio del Settimo Comandamento ‘Non rubare’ durante lo spettacolo di Roberto Benigni I Dieci Comandamenti  in onda stasera in replica su Rai Uno: “Dio ha fatto un comandamento per noi italiani, ad personam”, commenta l’artista toscano. “In realtà – continua Benigni – questo comandamento è stato scritto per azzerare il mercato degli schiavi e non è stato accolto bene dal popolo. E’ il comandamento che è cambiato più di tutti perché i modi di rubare sono cambiati continuamente. Rubare è ormai diventato naturale e c’è anche stima verso i ladri e chi ruba non si vergogna più. E sono moltissimi quelli che si fanno corrompere, spesso per pochi soldi: si tratta di vendere la propria anima, di farsi comprare”. Dalla Bibbia ai giorni nostri, l’artista manda una frecciata al governo che “sta per varare una nuova legge per cui se uno è sorpreso a rubare deve restituire i soldi: ma prima quest’idea non era venuta a nessuno? Ma non ci stanno rubando solo i soldi, ci stanno rubando il mondo i falsi invalidi, gli evasori fiscali, chi commette usura. E poi viene anche commesso il furto dell’anima quando non si dà lavoro alle persone o si danno orari di lavoro inconciliabili con la vita privata”.



Arriva il commento al Sesto Comandamento ‘Non commettere adulterio’ nello spettacolo di Roberto Benigni I Dieci Comandamenti  in onda stasera su Rai Uno. Su questo comandamento Benigni apre una parentesi più spiritosa strappando risate tra il pubblico. L’artista racconta infatti che a catechismo il comandamento veniva spiegato con ‘Non commettere atti impuri’, cioè con un’invenzione e che questo ha rovinato tante generazioni di ragazzi. “La Chiesa ha sempre avuto paura del sesso e del piacere – sottolinea Benigni – invece il sesso ci accumuna a Dio perché è il luogo della Creazione”. E’ un comandamento valido ancora oggi anche se i tempi sono cambiati e nessuno pensa più che sia una cosa grave: “Oggi alcuni dottori consigliano perfino l’adulterio per salvare un matrimonio in crisi, è diventato quasi un medicinale. In realtà in origine il comandamento si rivolgeva solo all’uomo e regolamentava in maniera inaudita i diritti degli uomini e delle donne perché gli uomini prendevano le donne con la forza e poi le lasciavano sole anche se incinte. Il popolo non voleva questo comandamento. Il senso profondo di questo comandamento non è proteggere il matrimonio e la famiglia ma proteggere l’amore e la fedeltà”. 

Quinto Comandamento ‘Non uccidere’. Ecco il cuore de I Dieci Comandamenti, lo spettacolo di Roberto Benigni in onda stasera su Rai Uno. “Per alcuni comentatori  – sottolinea Benigni – questo è il cuore dei Comandamenti con cui si apre la seconda tavola della legge. Cominciano i Comandamenti che regolano i rapporti tra gli uomini. E’ un’innovazione perché nessun’altro prima aveva detto una cosa simile. Un’innovazione che però non è stata presa bene all’epoca”. Il primo omicidio fu commesso tra fratelli, da caino nei confronti di Abele, “perché Dio ci vuol far sapere che chiunque noi uccidiamo è in realtà un nostro ‘fratello’ e che si uccide sempre una persona unica”. L’artista spiega che “è scandaloso ammazzare perché se si uccide non si può rimediare, non ci si può far perdonare e nemmeno Dio può perdonare per conto terzi cioè non può perdonare le colpe commesse contro gli uomini. Quando si dice ‘non uccidere’ si pensa sempre alla guerra ma anche la pena di morte viene cancellata da questo comandamento. Dobbiamo credere che sia possibile non uccidere mai”. 

E’ il momento del Quarto Comandamento nello spettacolo di Roberto Benigni I Dieci Comandamenti in onda stasera su Rai Uno: “Onora il padre e la madre affinchè si prolunghino i nostri giorni della vita sulla terra”. L’artista toscano spiega che questo comandamento “fa venire in mente l’eternità, la vita che non finisce mai attraverso la coppia perché vuol dire onora la vita. E’ un comandamento speciale perché è il primo che non ha un divieto al suo interno né una punizione. Al suo interno c’è anzi un premio perché Dio ci allunga la vita se ci prendiamo cura dei nostri genitori soprattutto quando sono anziani”. E continua: “Spesso viene confuso con l’obbedienza ai genitori ma in realtà non vuol dire essere schiavi dei propri genitori ma prendersi cura di loro, soprattutto quando ritornano bambini e noi diventiamo i loro genitori. Significa stare un po’ di tempo con loro quando sono avanti con gli anni”. 

) – ‘Ricorda il giorno di sabato per santificarlo’. Arriva il momento della spiegazione del Terzo Comandamento nello spettacolo I Dieci Comandamenti in onda stasera su Rai Uno: un comandamento che descrive il giorno di riposo per gli ebrei, paragonato alla nostra domenica. Spiega l’artista: “Il Comandamento dice che nessuno deve lavorare, né gli uomini (padroni e servi compresi) né gli animali. questo è un pensiero profondo perché ci viene detto che anche gli animali sono esseri viventi e che sono come noi, sono il nostro prossimo. E’ una cosa incredibile”. Benigni sottolinea che, secondo questo comandamento, gli uomini, gli animali e anche la natura devono riposare il settimo giorno. Dio inserisce dunque anche il riposo come parte del lavoro della creazione. “E poi si compiacque – commenta Benigni – e vuole che noi lo imitiamo. Quindi anche noi dobbiamo fare le cose bene come lui e poi dobbiamo fermarci e osservare il lavoro che abbiamo fatto e compiacerci. Dunque insieme al riposo Dio ha creato il settimo giorno la pace, la letizia, la serenità. E’ un comandamento che dice di fermarci perché la nostra anima boccheggia, siamo disconnessi con noi stessi”. 

Continua a braccio Roberto Benigni nella spiegazione dei Dieci Comandamenti, lo spettacolo in onda stasera su Rai Uno, replica di quello trasmesso a dicembre 2014. Ecco il Secondo Comandamento ‘Non nominare il nome di Dio invano perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il nome di Dio invano’: “Non significa non bestemmiare ma vuol dire non associare il nome di Dio alla violenza a cominciare da quella religiosa. Nella storia si è ucciso più il nome di Dio che di qualsiasi altra cosa perché ci sono state milioni di guerre in nome di Dio. Non c’è parola più insultata dal sangue versato in suo nome, dalle Crociate all’Inquisizione, dalle guerre di potere all’Isis. Benigni spiega poi che “ciò che ha valore non può essere usato per ingannare. Dio ha un nome e può essere adoperato correttamente. Anche a Dio piace essere nominato, come a noi piace essere chiamati e chiamare la persona amata. Pure ad Allah piace essere nominato: lui ha 99 nomi ma il centesimo resta nascosto agli uomini”. 

“L’amore di tramandare la sapienza di padre in figlio è la forza dei Dieci Comandamenti che hanno a che fare col prossimo: amare gli altri è una cosa rivoluzionaria non solo per quei tempi ma anche per oggi”. Roberto Benigni, nello spettacolo I Dieci Comandamenti in onda stasera in replica su Rai Uno, entra nel vivo del testo della Bibbia.  “I Dieci Comandamenti sono delle leggi che hanno a che fare con i sentimenti, i sentimenti diventano leggi, sono la vita declinata in dieci parole: qui è racchiuso tutto il mistero della Creazione”. E Benigni continua leggendo e poi spiegando a braccio il Primo Comandamento ‘Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all’infuori di me’: “Qui comincia il mistero perché con queste parole l’Eterno fa il suo ingresso nel mondo, Dio si sta presentando come liberatore non come creatore. Perché è dalla legge che viene la libertà. E Dio vuole che ci abbandoniamo a lui e che non adoriamo altri idoli. Ma non ce l’ha fatta perché oggi abbiamo tanti idoli, il denaro, il potere, il successo, il sesso, la droga, noi stessi. Dio poi non vuole che ci siano sue immagini e questa è la parte più importante del comandamento: Dio lo ha fatto per educare gli uomini ad aprire gli occhi sull’invisibile, su ciò che non si vede”. 

) – Il dialogo tra Mosè e Dio prima dell’esodo degli ebrei dall’Egitto: ecco il passaggio della Bibbia raccontato da Roberto Benigni nello spettacolo I Dieci Comandamenti in onda stasera su Rai Uno. “Mosè dice a Dio che non riuscirà a convicere gli altri dell’autenticità del messaggio che gli sta trasmettendo perché è balbuziente”, spiega l’artista toscano. E in questo passaggio dello spettacolo Benigni racconta l’episodio balbettando, proprio per far avvicinare di più il pubblico a seguire le vicende. “Dio vuole che impariamo libertà, che impariamo ad essere uomini liberi perché Dio vuole bene al suo popolo. Dio detta poi a Mosè non solo i Dieci Comandamenti ma tutti i cinque libri della Bibbia, anche quello che narrava la propria morte”. I Dieci Comandamenti è una replica del programma andato in onda nel dicembre del 2014 e in Rete alcuni telespettatori hanno commentato negativamente la scelta di proporre il giorno di Natale uno spettacolo già visto. 

“Mi piacerebbe essere un cagnolino per farvi vedere quanto sono contento. I dieci comandamenti però è un argomento serio, è delicato e questa sera o mi arrestano per vilipendio o mi fanno cardinale. Noi stasera crediamo in Dio tutti, perché non si può credere all’uomo ragno e non in Dio”. Inizia così Roberto Benigni lo spettacolo I Dieci Comandamenti in onda stasera su Rai Uno. L’artista continua spiegando che “la Bibbia è il libro più letto e venduto del mondo perché l’autore del libro è anche l’autore dei lettori. La storia dei Dieci Comandamenti è raccontata nell’Esodo che narra l’uscita degli ebrei dall’Egitto verso la Terra Promessa. E I Dieci Comandamenti sono un regalo che Dio fa agli ebrei, un regalo di libertà”. Benigni non tradisce il suo stile narrativo misto di ironia e serietà: l’artista parla a braccio, senza leggere alcun testo, mostrando così di conoscere perfettamente la storia dell’Esodo degli ebrei dall’Egitto. 

Sta per iniziare su Rai Uno I Dieci Comandamenti di Roberto Benigni, replica dello spettacolo andato in onda nel 2014. Proprio nel giorno di Natale la Rai ha deciso di mandare in onda di nuovo uno spettacolo di successo dell’artista. Benigni, nell’anteprima allo spettacolo, ha spiegato ai telespettatori che si tratta di una “replica in diretta” visto che lo spettacolo è attuale e nessuno “si è mai dimenticato del compleanno di Gesù”. 

Questa sera, 25 dicembre 2015, torna un appuntamento che nell’inverno scorso ha riscosso molto successo quello con I Dieci Comandamenti di Roberto Benigni. Il tutto accade in una serata davvero molto importante come quella di Natale. L’artista ha vinto tantissimi premi nella sua lunga carriera. Il primo raccolto è quello del Nastro d’Argento come miglior attore protagonista nel 1987 nel successo di Jim Jarmusch Daunbailò. Il premio poi Benigni l’ha vinto anche nel 1992 con Johnny Stecchino e nel 1988 con La vita è bella. Con questo film ha raccolto anche i premi come Regista del miglior film, Miglior sceneggiatura e Miglior soggetto. Quest’ultimo premio replicato poi nel 2006 con La tigre e la neve. La Vita è bella ha vinto inoltre cinque David di Donatello, tre Globo d’oro e addirittura due Oscar. Nel 1989 l’artista ha vinto il David come miglior attore protagonista con Il piccolo diavolo del 1989 e nel 1992 il David Speciale per Johnny Stecchino. Un altro Globo d’oro è arrivato con Il Mostro. In carriera Roberto Benigni ha vinto anche quattro premi per la tv con 2002 L’ultimo del Paradiso, nel 2008 con Tutto Dante, 2013 con La più bella del mondo e nel 2015 appunto con I dieci comandamenti.

Roberto Benigni questa sera, 25 dicembre 2015, sarà protagonista su Rai Uno in uno dei suoi speciali Roberto Benigni – I Dieci Comandamenti. L’artista in carriera ha ricevuto davvero tantissime onoreficenze in carriera come dieci lauree honoris causa che hanno sicuramente reso felice l’uomo oltre che il professionista per il riconoscimento del suo lavoro. La prima è arrivata dall’Israele quando nel 1999 ha deciso di premiarlo con la Laurea in Filosofia l’Università Ben Gurion del Negev. Nel 2000 è arrivata quella in Lettere da parte dell’Università di Bologna, mentre l’anno dopo dall’Università Vita-Salute San Raffaele quella in Psicologica. Nel 2007 ne sono arrivate addirittura due dalla Katholieke Universiteit Leuven una seconda in Lettere e da quella degli studi di Firenze una in Filologia Moderna. Nel 2008 è stato premiato dall’Honoris Causa da parte di quella di Malta sempre in Lettere e dalla Touro University, primo ateneo ebraico in Italia, quella in Arti della Comunicazione. Nel 2012 dall’Aristotele di Salonicco una in Lingua e Letteratura Italiana e da quella della Calabria un’altra in Filologia Moderna. L’ultima è addirittura un Dottorato Honoris Causa in Legge dall’Università di Toronto.

Questa sera, 25 dicembre 2015, andrà in onda lo speciale Roberto Benigni – I Dieci Comandamenti. Lo spettacolo sul Decalogo pronunciato da Dio a Mosè sul Monte Sinai ha segnato un grande successo per l’artista toscano che lo portò in scena nel dicembre del 2014 e fu proposto in televisione in due serate. Si registrarono addirittura nove milioni di telespettatori e oggi si spera che in un giorno importante come il Natale si possano ripetere buoni risultati. Roberto Benigni ha detto più volte che: “I Comandamenti fanno bene alla salute, sono inconsumabili”, questi saranno introdotti dall’Esodo. Lo spettacolo è stato prodotto dalla Melampo Cinematografico e diretto da Stefano Vicario. La produzione esecutiva di Arcobaleno Tre è stata coordinata da Lucio Prestia mentre l’imponente scenografia curata da Chiara Castelli e Gaetano.