Uscito nelle sale cinematografiche italiane in questi giorni, il film di Woody Allen “Irrational Man” è un “pozzo” senza fondo di curiosità! Partiamo col dire che la pellicola conferma il debole del regista di Brooklyn per Emma Stone, musa ispiratrice non soltanto del mitico Woody, ma anche del protagonista Abe Lucas. A proposito del personaggio principale, per vestire i panni dell’affascinante professore di filosofia in crisi esistenziale, Joaquin Phoenix ha dovuto sottoporsi ad una dieta ferrea, perdendo la bellezza di 15 kg: una scelta che ha giovato senza dubbio non solo alla carriera dell’attore, ma anche al suo aspetto estetico. Un’altra chicca è quella riguardante l’influenza di Dostoevskij e del suo “Delitto e Castigo” su Woody Allen: “Irrational Man” è infatti il quarto film (dopo “Delitti e Misfatti”, Match Point” e “Sogni e Delitti”) ad essere ispirato al romanzo dello scrittore russo.
In un periodo da sempre indicato per andare al cinema come quello delle feste natalizie, il film “Irrational Man” di Woody Allen rappresenta un’opzione non banale, come mai banale è del resto il regista che la pellicola l’ha ideata e sceneggiata. L’arrivo di Abe Lucas, un filosofo tormentato, in una piccola cittadina del Rhode Island è l’occasione perfetta per il regista per portare in scena i disagi interiori di almeno un paio di generazioni. Si parte dal protagonista Joaquin Phoenix, il filosofo preceduto dalla sua stessa fama in crisi esistenziale che ha perso la voglia di vivere; si passa per Parker Posey, nel film Rita Richards, la collega del professore che vede in Abe l’ancora di salvezza a cui appigliarsi per tentare di sopravvivere al naufragio del proprio matrimonio, e si arriva a Emma Stone (Jill Pollard nella pellicola), la studentessa migliore del corso che prima tranquillizza il proprio fidanzato sulle buone intenzioni sue e del suo insegnante, poi cede alle tentazioni dell’uomo più maturo, e infine, al secondo tentativo, si aggrappa al treno di una redenzione etica che in un primo momento sembrava sfuggito. L’evento che smuove tutta la trama è quello che interessa Abe, trovatosi per caso ad ascoltare lo sfogo disperato di una donna che ha perso la custodia del figlio a causa di un giudice corrotto: da qui la voglia del professore di dare uno scatto alla propria vita, magari facendo giustizia a modo proprio, sfuggendo però alle leggi della giustizia universale. Un film contorto e allo stesso tempo molto fluido, con un colpo di scena finale che proverà, lui sì, a fare davvero giustizia.