Stasera ospite a Che tempo che fa, la trasmissione in onda su Rai Tre e condotta da Fabio Fazio, cè Pier Luigi Bersani. Uomo politico di lungo corso, condivide con Silvio Berlusconi il giorno di nascita. E’ nato infatti il 29 settembre del 1951 in un comune sito nella provincia di Piacenza, ovvero Bettola. Passa la prima giovinezza aiutando il padre, che di mestiere faceva il benzinaio e ancora oggi Bersani è solito raccontare aneddoti su quella prima esperienza lavorativa maturata in famiglia. Quando è adolescente prende parte alle operazioni di soccorso alla popolazione dopo l’alluvione che colpì Firenze. Il suo percorso scolastico termina alla facoltà di Filosofia: iscrittosi a Bologna si laurea con lode dopo aver sostenuto la discussione di una tesi su San Gregorio Magno. Il suo primo contatto con il mondo politico avviene nel 1985: in quell’anno viene infatti eletto consigliere comunale del suo paese natio “in quota” al PCI. Tuttavia già da adolescente aveva cominciato a frequentare ambienti vicino al PCI, causando alcune tensioni in famiglia.
Mostrando notevoli doti politiche, i dirigenti emiliani del partito decidono di candidarlo a consigliere regionale. Una volta eletto ricopre questo ruolo fino al 1990. Quando inizia l’attività politica è già sposato da 4 anni con Daniela, da cui ha avuto Elisa e Margherita, e ha svolto per un breve periodo l’attività di insegnante. Nel 1993 arriva a ricoprire il primo importante ruolo dirigenziale a livello politico, diventando presidente dell’Emilia Romagna. Due anni dopo ottiene la riconferma, ma nel maggio del 1996, decide di abbandonare l’incarico: Romano Prodi ha appena formato il primo governo dell’Ulivo e lo ha scelto come Ministro dell’Industria del suo governo. Tre anni dopo questa nomina, con l’avvento di D’Alema alla presidenza del consiglio, cambia dicastero e diviene titolare di quello dei Trasporti: vi rimarrà anche con Amato premier. Nel 2001 arriva la sua prima elezione in Parlamento: entra infatti a Montecitorio.
Il 2001 per lui si chiude con un’altra soddisfazione personale arrivatagli dalla politica: a novembre entra infatti nella Segreteria Nazionale dei DS e ottiene l’importante incarico di responsabile per le politiche economiche. La sua esperienza politica assume contorni internazionali nel 2004, quando viene eletto al Parlamento Europeo. La politica nazionale lo richiama nel 2006, quando dopo la vittoria dell’Unione nelle legislative di maggio, viene scelto per condurre il dicastero dello Sviluppo economico. Di quel periodo sono i cosiddetti “decreti Bersani”, che danno vita ad una serie di liberalizzazioni, tra cui l’abolizione del “costo di ricarica” per i possessori di una sim prepagata. Il 14 ottobre 2007 dall’incontro tra le esperienze politiche di DS e Margherita nasce il PD, di cui è tra i “padri fondatori”. In quell’occasione decide di non correre per la segreteria, spianando di fatto la strada all’affermazione di Veltroni alle primarie. Due anni dopo, nel febbraio del 2009, il PD si trova a dover scegliere un nuovo segretario, causa le dimissioni di Veltroni. Bersani stavolta decide di correre alle primarie e in autunno prende in mano le redini del partito. Nel 2012 il PD risulta essere il partito con il maggior consenso elettorale e in vista delle politiche del 2013, che si tengono dopo l’esperienza del governo “tecnico” presieduto da Monti, appoggiato dal PD di Bersani, il segretario corre per il ruolo di candidato premier per il centrosinistra.
Nelle primarie la sfida finale è con Matteo Renzi, il quale esce sconfitto. I sondaggi danno il PD nettamente vincente, ma il risultato delle politiche di febbraio 2013 vede il partito uscire si vincitore, ma per un soffio rispetto al PDL e al M5S. Bersani cerca di dare vita ad un governo, ma non riesce a “trovare la squadra”. Nel frattempo il calendario politico impone l’elezione del nuovo inquilino del Colle e dopo che i nomi da lui proposti, ovvero quelli di Marini e Prodi, vengono nel voto segreto affossati dal suo stesso partito, decide di lasciare l’incarico di segretario e di passare ad altri la palla per la formazione di un esecutivo. Nel gennaio dell’anno appena passato rimane vittima di un ictus. Operato d’urgenza supera questa difficile prova e un mese dopo è a Montecitorio per votare la fiducia all’esecutivo Renzi. Da allora è tra gli esponenti di spicco della “minoranza” PD ed è stato in questi giorni tra coloro che hanno appoggiato la candidatura di Mattarella al Quirinale. Noto per la sua estrema ironia e per l’uso di metafore di cui fa largo uso è tra i personaggi più imitati da Maurizio Crozza, con cui nell’autunno di tre anni fa ha dato anche vita a una simpatica “gara di metafore”.