Rivediamo insieme cosa è accaduto nella puntata di “Che fuori tempo che fa, in onda sabato 31 gennaio su Rai Tre. L’inizio della puntata è stata ad appannaggio dei “Marta sui Tubi”, che hanno deliziato il pubblico da casa con l’esecuzione live di “Dispari”, brano che presentarono nell’edizione di Sanremo di due anni fa. Quindi è entrato in studio Paolo Rossi, presentato da Fazio che ha rammentato al pubblico che lo spettacolo “Arlecchino”, ispirato all’opera “Opinioni di un clown”, di Heinrich Boll, che andrà in scena a Milano per l’ultima volta proprio oggi, sarà replicato dal comico tra il 17 e il 22 febbraio.Il comico, vestito da “Arlecchino” ha scelto di utilizzare lo spazio concessogli ieri sera per una sorta di “lezione” dedicata alla “evoluzione delle risata dal piccione ai giorni nostri”. Paolo Rossi ha esordito affermando che “far ridere sulla comicità è impresa sempre molto difficile, ancora di più se si vuole fare la parodia di una parodia in questo particolare momento molto difficile per la satira”. Quindi, dopo aver affermato che la comicità ha bisogno di essere rifondata, ha affermato che ciò va fatto partendo dal piccione, “unico animale che parla da solo” come è “comprensibile osservando il suo movimento”, che il comico ha quindi mimato. Quindi è passato a descrivere il linguaggio dei gabbiani, mimando uno dei loro tipici movimenti e svelando quello che questi uccelli si “dicono” in quei frangenti e descrivendo quello che è il loro comportamento. Dopo i gabbiani è stata la volta della divertente descrizione di come i pesciolini si “dichiarano” alle pescioline. Poi Paolo Rossi ha svelato come nella ricerca del “comico fondamentale” sia stato “il maiale vegetariano, quello che viene nutrito con cibi naturali”, che il contadino “chiama Ossimoro e fa vivere in un chalet con il parquet su cui il maiale gira con le pattine”. Quindi Paolo Rossi ha svelato un toccante ricordo di Enzo Jannacci a cui ha dichiarato di “dovere tutto”.
Dopo questo interessante intro tra musica di qualità, attualità e satira, è stata la volta del primo spazio dedicato all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Massimo Gramellini ha descritto attraverso alcune fotografie la vita pubblica di Sergio Mattarella, il nuovo inquilino del Quirinale, “personaggio non conosciutissimo dagli italiani”. La prima foto mostrata da Gramellini è quella del 6 gennaio 1980, quando il futuro Presidente della Repubblica si vede il fratello morirgli tra le braccia in seguito a un attentato di mafia. Questo evento tragico, che ha segnato l’inizio della sua vita pubblica, è “un fatto di cui Sergio Mattarella non ha mai voluto parlare in pubblico”, ha ricordato Gramellini. La seconda foto mostrata da Gramellini ritrae Mattarella con Leoluca Orlando ai tempi della prima elezione di quest’ultimo a sindaco di Palermo e il vicedirettore de “La Stampa” ricorda il ruolo di rappresentante del partito in Sicilia che De Mita affidò a Mattarella. La terza immagine è un articolo di giornale in cui si descriveva l’indignazione di Mattarella per uno spettacolo di Madonna, che lui definì “di cattivo gusto”.
A questo punto Fazio ha interrotto la carrellata di Gramellini per introdurre, in collegamento da Sassari, Antonio Albanese, il quale è impegnato in uno spettacolo teatrale dal titolo “Personaggi”. L’artista ha affermato che ogni serata è “indimenticabile”, perché attraversando il paese con uno spettacolo teatrale si ha la possibilità di conoscerlo a fondo. Quindi Albanese ha ricordato tutte le date successive a quelle di Sassari e questo elenco è stata l’occasione per una serie di battute con Fazio. Quindi Albanese ha mostrato i vari costumi di scena, tra cui l’ormai famosissimo “Il ministro della Paura” e descritto la scenografia del suo spettacolo e prima di salutare Fazio ha mostrato il pubblico che entrava in teatro.
Quindi è ripresa la carrellata di immagini con cui Gramellini ha raccontato la parabola pubblica di Sergio Mattarella. Il vicedirettore de “La Stampa” ha ricordato quando Mattarella si dimise in dissenso ai provvedimenti del governo Andreotti a favore di Fininvest e al duro scontro che l’attuale inquilino del Quirinale ebbe con l’allora premier. Quindi ha ricordato alcune esternazioni di Mattarella poco concilianti nei confronti di Berlusconi e l’attacco portato a Buttiglione quando ques’ultimo conquisto l’allora PPI e decise di allearsi con Berlusconi. La quarta foto mostrata è stata un dispaccio odierno dell’Ansa, con cui si è messa in luce la riservatezza di Mattarella, che non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche dal 2008 in poi. Gramellini ha quindi svelato come abbia vissuto fino ad oggi in un appartamento di 50 mq, scelto quando è stato eletto giudice della Corte Costituzionale e ne ha lodato “la sobrietà dello stile di vita”.
Fazio si è collegato con Fabio Volo, in collegamento dalla Piazza del Quirinale. L’artista ha svolto il ruolo di “inviato” del programma in questi giorni cruciali per la vita politica italiana. E’stato mandato in onda il primo servizio, quello in cui Fabio Volo è riuscito ad introdursi all’interno di Montecitorio e quindi i successivi. In collegamento da Roma tramite Skype è intervenuto Gianni Riotta, il quale scherzando ha detto che “Pippo Baudo si è messo a piangere perchè lui è di Catania e non sopporta che il primo siciliano Presidente della Repubblica sia di Palermo e non di Catania”. Quindi Riotta ha scherzato sulla flemma e l’essere schivo di Mattarella, affermando che da grande tifoso dell’Inter “quando l’Inter ha conquistato il Triplete ha esultato da tifoso incallito inarcando il sopracciglio”.
Gramellini ha poi aperto il momento delle pagelle all’azione dei politici nella partita per il Quirinale. Secondo Gramellini il grande vincitore è stato Renzi, mentre Alfano ha nuovamente tradito Berlusconi facendo una pessima figura e “Grillo e il M5S ha definitivamente dimostrato di non saper fare politica”.
E’quindi arrivato il momento dell’intermezzo con Diego Abatantuono, che ha scherzato sulle abitudini degli anziani di oggi nella città di Milano e con le differenze che intercorrono tra la Milano odierna e quella di quando lui era ragazzino. Gramellini ha poi concluso le pagelle, mettendo in luce come l’elezione di Mattarella al Quirinale segni la sconfitta dell’anima di sinistra del PD e il definitivo affermarsi del detto “moriremo tutti democristiani”.
Infine, dopo un nuovo collegamento con Antonio Albanese, è stata la volta dell’editoriale di Gramellini, il quale ha raccontato la storia di una ragazza pakistana di 14 anni, che una volta arrivata in Italia è stata segregata dal padre “che non voleva fosse contaminata dai costumi occidentali” e che di nascosto, negli anni, ha imparato l’italiano e alla prima occasione ha contattato i carabinieri perchè la salvassero dalla prigionia in cui il padre la costringeva da ormai tre lunghi anni.
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