Riassunto della puntata precedente. Il mondo dei fumetti è stato messo a soqquadro dai quattro fratelli Dalton, che hanno svuotato a metà i forzieri di Zio Paperone con una spericolata, quanto fortuita, incursione nel suo deposito. Il vecchio miliardario taccagno, andato subito su tutte le furie, ha contattato, con l’obiettivo di farsi giustizia da sé e in rigoroso ordine cronologico, Scoobie Doo, Tex Willer, Hulk, Flash Gordon e la Torcia Umana. Tutti tentativi andati a vuoto. Intanto dei fratelli Dalton si sono perse le tracce. Qualcuno dice che se la stiano spassando in Giro per l’Italia. Fuochino, fuocherello

l’alba. Ma non è l’Alba in provincia di Cuneo, né tantomeno l’Alba Parietti. Alla Parigi-Roubaix si scorgono i primi raggi. Non sono però quelli del sole. Sono tante sottilissime aste che collegano quattro mozzi a quattro cerchioni di una ruota. Anzi, le ruote sono otto. “I fratelli Dalton sono in fuga”, titola a nove colonne il quotidiano sportivo-rockettaro francese “L’Equipe 84″. Alle loro spalle, a 1’42”, un drappello di corridori dei Paesi Bassi, i celeberrimi Sette Nani; più indietro, staccato, il gruppone.

Una domanda sorge spontanea: come sono arrivati i Dalton a scavallare sul pavè tra Pirenei e Fiandre? una stoooooooooooria (capite a noi: una lunga storia), ma noi non vorremmo annoiare i nostri 25 lettori. Andiamo al sodo, come dice il programma elettorale del Partito dell’Uovo Qualunque. Al momento gli inquirenti hanno tra le mani un poker di indizi: 1) usciti dal forziere di Paperone, i quattro fratelli Dalton hanno fatto quattro salti di gioia; 2) in quattro e quattr’otto si sono dileguati arrivando non si sa come in Francia; 3) per non destare sospetti hanno fatto quattro passi in provincia (en Provence, sulla strada delle Fiandre); 4) una sequenza ripresa dalle telecamere a circuito chiuso di un supermercato di Ejea de los Caballeros (Saragozza) li ritrarrebbe intenti all’acquisto di quattro confezioni di Quattro Salti in Padella (Cuatro Saltos en Paella).

Vi state appassionando alla storia, eh? Bene, sappiate allora che il suddetto preambolo non c’entra nulla. Perché a mettere a soqquadro il mondo dei fumetti ci ha pensato “Strip-tease”, il tabloid che mette a nudo le magagne di Cartoonia e dintorni. Nell’ultima settimana sono state pubblicate almeno tre notizie davvero sensazionali.

“Braccio di ferro: sono diventato vegano per forza”. Abbandonata da tempo la ribalta dei cartoni, Popeye si gode una lussuosissima pensione, fatta di sano relax e buon cibo. I rumors raccontano però che dalla scorsa estate Braccio di ferro si ciberebbe solo di alimenti, polpette in particolare, a base di tofu e spinaci. A spingerlo su questa strada sarebbe stato il cuoco assunto dall’amatissima fidanzata Olivia. Si tratta dell’assai noto Vonald Vegan, “lo chef vegale delle stav vegane”, come ama definirsi con la sua cavattevistica pvonuncia snob. Vegan ha dichiarato a “Strip-tease”: “La polpetta di tofu e spinaci esevcita una fovte azione antiossidante, è vicca di vitamina C”. Al che il cronista del tabloid, in forte stato confusionale per via della evve moscia dell’intervistato, avrebbe chiesto: “Ma che cos’è la ritamina C?”. In ogni caso, la decisione di Braccio di Ferro ha già scontentato uno dei suoi migliori compagni, Poldo Sbaffini, che ormai da tempo diserta la casa dei due (ex) amici.

“Zagor cambia look: mai più smanicato, soffro di reumatismi”. Wikipedia lo definisce “uno dei più originali e celebri tarzanidi italiani”. Zagor ha amato e ama la foresta di Darkwood, dove abita in compagnia dell’amico Cico; posto davvero suggestivo, seppur circondato da gigantesche paludi, umide da tagliare il fiato d’estate e fredde da congelare persino le idee d’inverno. Proprio il contrario di quello che ci si immagina a proposito di vita all’aria aperta e a stretto contatto con la natura selvaggia e incontaminata. Senza contare le zanzare! Ebbene, dopo quasi 600 uscite mensili, è ora di dirlo: “lo Spirito con la Scure” si è dato proprio una bella zappata sui piedi! Pensateci: dal 1961 gira con un costume privo di maniche, e ora, alla veneranda età di 54 anni, è stato costretto ad allungarle, causa una fastidiosa malattia di origine reumatica. Immaginate: paesaggio innevato, notte gelida di luna pallida, canna gelata del fucile perennemente in spalla, camicetta di cotone rossa smanicata… Possibile che uno non capisca che il muscolo trapezio prima o poi è destinato a infiammarsi e che con un vestito così leggero l’artrite è assicurata?

“L’Uomo Ragno disperato: devo dire addio alle leguminose”. Il più famoso super-eroe dei fumetti Marvel ha commesso un passo falso forse imperdonabile, frutto (frutto? ma se è un legume!) di un mancato adeguamento alla modernità. Anziché disegnare il costume (come molti suoi colleghi) con i buoni uffici del solito stilista eccentrico di grido (“Uomo Vaaagnooo!!! Ti vesto iooo!”)”, il nostro mezzo aracnide preferito ha ben pensato, complice la crisi che si è abbattuta anche su Cartoonia, di schizzarlo e realizzarlo da sé. Un pezzo unico, ma unico in tutto: tutto d’un pezzo, se lo deve infilare dall’alto come uno scafandro, senza cuciture, senza fessure (e imprudentemente non se n’è confezionato neppure un secondo di scorta!). A vederlo al cinema (i maghi degli effetti speciali fanno miracoli) fa ancora il suo bel figurone, ma nella dura vita di tutti i giorni insorgono problemi assai… corposi! 

Con l’arrivo della stagione calda, essendo completamente coperto dalla testa ai piedi, perciò impossibilitato a farsi una doccia durante tutto l’arco della giornata (e spesso anche la notte, se fa tardi al lavoro), l’Uomo Ragno puzza da far schifo. È vero che i suoi acerrimi nemici gli girano al largo, evitando gli incontri/scontri troppo ravvicinati, ma la cattiva fama del suo tanfo ha cominciato a diffondersi, a tal punto che gli stessi amici del mitico arrampica-muri s’inventano ogni scusa pur di evitarne il contatto. E non è tutto: invitato dal suo stesso medico a nutrirsi di legumi, ricchi di fibre e oligominerali, Spiderman è caduto nella trappola: ha iniziato a ingurgitare quantità industriali diburritos (micidiale ricetta tex-mex a base di fagioli). Così, si è reso conto a sue spese che l’intestino è crasso (tenue lo è di nome, ma non di fatto). Quello che un tempo era da tutti ammirato come l’acrobatico Uomo Ragno, ora non è più in grado di trattenere gli spiacevoli effetti del meteorismo da colite fermentativa.

 

(2- continua. Ok, ma come continua, con altre notizie “animate” sui cartoni o con un quartino di succulenti novità sui fratelli Dalton?)