Il film “Green Zone“, in onda stasera su Rete 4, è uscito nelle sale nel 2010 per la regia di Paul Greengrass e si basa sul libro “Imperial Life in the Emerald City“, scritto dal giornalista americano di origini indiane Rajiv Chandrasekaran e pubblicato nel 2006. Vediamo la trama. Ci troviamo nell’aprile del 2003 e la guerra in Iraq è appena cominciata. Saddam Hussein e il suo regime sono stati rovesciati e le forze militari americane occupano il territorio iracheno alla ricerca delle armi di distruzione di massa – alla base dell’intervento militare – e per impedire agli esponenti del vecchio regime di restaurare il loro potere sul Paese. Il compito di scovare le armi di distruzione di massa è stato affidato ad una squadra comandata dall’ufficiale Roy Miller (Matt Damon), ma le ricerche si rivelano molto faticose e soprattutto infruttuose. Le informazioni che vengono fornite dal servizio di intelligence alla squadra riguardo i siti sospetti si rivelano errate; lo sconforto serpeggia fra gli uomini di Miller, il quale viene avvicinato da Martin Brown (Brendan Gleeson), agente della Cia che gli confida che nemmeno il prossimo sito che dovranno ispezionare contiene armi. L’incontro fra i due non passa inosservato e la giornalista Lawrie Dayne (Amy Ryan), che lavora per il Wall Street Journal, è interessata a ciò che si sono detti Miller e Brown. Era stata proprio lei, qualche tempo prima, a diffondere la notizia circa la presenza di un informatore misterioso, noto col nome di “Magellano”, che avrebbe dato ampie garanzie al governo americano sulla presenza delle famigerate armi. Dopo l’ennesima ispezione a vuoto, Miller decide di incontrare un informatore locale, Freddy (Khalid Abdalla), e grazie alle sue indicazioni riesce a fare irruzione all’interno di un’abitazione nella quale è in corso una riunione del partito Ba’th. Nella casa era presente anche il generale Mohammed Al-Rawi (Yigal Naor), comandante delle forze militari irachene, il quale però riesce a scappare. Miller cattura alcuni dei presenti alla riunione e cerca di scoprire dove si nasconde il generale, ma l’arrivo di altri militari americani lo costringe ad interrompere il suo interrogatorio. Miller è entrato però in possesso di un taccuino che si rivela molto prezioso, così incontra di nuovo Brown e stringe un accordo con la Cia all’insaputa dei vertici dell’esercito e del governo americano.



Torna così sulle tracce dei prigionieri che aveva catturato, ma riesce a trovarne solamente uno in fin di vita; le rivelazioni dell’uomo bastano però per svelare la reale identità di Magellano: si tratta proprio del generale Al-Rawi. A quel punto Miller e Brown ipotizzano che Al-Rawi abbia svelato nel corso di un incontro avvenuto in Giordania con il rappresentante del governo Poundstone l’assenza di armi di distruzione di massa, ma il rappresentante ha lasciato credere il contrario affinché il governo avesse un pretesto per invadere l’Iraq. Lo stesso Poundstone è ora sulle tracce di Al-Rawi per ucciderlo ed eliminare così ogni traccia del suo gioco sporco. Il generale è a quel punto l’uomo più ricercato in Iraq: da una parte il governo degli Stati Uniti lo vuole eliminare, dall’altra la Cia intenzionata a scoprire e rendere nota la verità riguardo l’esistenza o meno delle armi di distruzione di massa che hanno innescato il conflitto. La situazione nel Paese, intanto, si fa sempre più complicata e ci si trova ad un passo dalla guerra civile; nella visione della Cia, un uomo come Al-Rawi potrebbe prendere in mano la parte sana delle forze militari ed assicurare così una certa stabilità sul territorio. La soluzione prospettata dalla Cia incontra il favore di Al-Rawi, ma la trattativa salta immediatamente poiché Poundstone scioglie l’esercito iracheno dichiarandolo illegale; l’incontro con Miller, dunque, fallisce miseramente ma l’ufficiale cerca almeno di mettere in salvo Al-Rawi, nel frattempo ancora inseguito dall’esercito su ordine di Poundstone. A far fuori il generale ci pensa però Freddy, che rivendica una sorta di priorità irachena su quello che è il destino del suo Paese. Al termine dell’operazione, l’ufficiale Miller consegna a Poundstone il proprio rapporto e allo stesso tempo lo invia tramite posta elettronica alle redazioni dei più importanti giornali americani, affinché tutto il mondo sappia ciò che è realmente avvenuto in Iraq durante le prime fasi dell’intervento militare statunitense.

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