Si prospetta una pagina estremamente emozionante per il Festival di Sanremo 2015. Sul palco dellAriston è infatti atteso Sammy Basso, il ragazzo vicentino affetto da progeria, altrimenti nota come sindrome dell’invecchiamento precoce, diventato una vera e propria celebrità grazie a Il viaggio di Sammy, documentario che racconta il suo viaggio on the road sulla celebre Route 66, la stessa raccontata da Bob Dylan e Jack Kerouac. Trasmesso ogni martedì da National Geographic Channel, il racconto confezionato da Simona Ercolani ha seguito Sammy Basso ogni giorno dal conseguimento del diploma alla scoperta dell’America reale, quella fatta dai capi indiani, o dagli amish, ovvero quel Paese raccontato dal regista James Cameron o da Matt Groening, l’ideatore della serie I Simpson.
UnAmerica del tutto diversa da quella vista sino a quel momento dal ragazzo veneto, che ha diciannove anni, ma ne dimostra sessanta a causa della Sindrome di Hutchinson-Gilford, denominata più spesso con l’acronimo HPGS. Si tratta di una rarissima patologia di origine genetica la quale colpisce un bambino ogni quattro-otto milioni tra quelli nati, provocandone il precoce invecchiamento, senza però lederne in alcun modo le proprietà mentali. Proprio a causa della sua patologia, infatti, Sammy Basso è stato periodicamente ricoverato presso l’ospedale di Boston, una delle poche strutture mondiali in grado di erogare ai propri pazienti cure mediche sperimentali in grado di rallentare l’evoluzione della malattia.
Sammy Basso è nato diciannove anni fa a Trezza sul Brenta, un piccolo centro sito nell’entroterra vicentino, dove ha vissuto e ha appena preso il diploma. Alto un metro e trentotto centimetri, pesa appena venti chilogrammi. Sono i dati che attestano il suo essere un ragazzo del tutto speciale, il giovane più longevo afflitto dalla progeria di cui si abbiano notizie attualmente, a livello mondiale. Una condizione quindi del tutto particolare che ha spinto Sammy a vivere ogni giorno della sua vita come se fosse un evento speciale e del tutto irripetibile. Una vita nella quale il sogno va perciò a rivestire una parte fondamentale, tanto da spingerlo infine a cercare di avverare il principale tra essi, appunto quello di percorrere la Route 66, insieme ai genitori, Amerigo e Laura, e a un compagno di studi, Riccardo. Un viaggio che lo ha visto andare da Chicago a Los Angeles, facendo tappa in molti dei luoghi che sino a quel momento erano stati poco più di un mito per lui, come il Grand Canyon, i tanti casinò di Las Vegas o la Monument Valley.
Un viaggio che ha saputo commuovere chi ha avuto la ventura di viverlo insieme a lui tramite le immagini di Il viaggio di Sammy, uno sguardo inconsueto sul sogno americano, caratterizzato dalla curiosità, ma anche da una grande intelligenza e, soprattutto, tanta autoironia. L’ennesima sfida di un ragazzo che è consapevole di avere magari un futuro limitato, ma che allo stesso tempo vuole affrontarlo con grande forza d’animo, la stessa che lo ha spinto a una nuova sfida, quella che lo attende all’interno del Dipartimento di Fisica dell’ateneo patavino cui si è iscritto.