Continua il trend positivo del festival di Sanremo targato Carlo Conti che, come previsto, ha imboccato la strada nazional-popolare cara a Pippo Baudo contestualizzata al pop contemporaneo. Gli ascolti gli stanno dando ragione e il gradimento di massima anche. La serata del venerdì è una serata molto importante, quella dei primi verdetti: le 4 eliminazioni nella gara dei campioni e il vincitore dei giovani.



Questi ultimi rappresentano la nota più positiva di questo 65 Festival: spostati saggiamente a inizio trasmissione, per farsi apprezzare meglio dal pubblico, anziché buttarli dopo mezzanotte, come negli ultimi anni, il congegno degli scontri diretti, che ha portato alla finale tra i Kutso e Giovanni Caccamo, funziona, mescolando i vari tipi di format televisivi a cui Sanremo non può non guardare, da X-Factor a The Voice. Una formula che dà ritmo e tensione e che si potrebbe esportare anche ai campioni se le case discografiche lo permettessero (ne dubitiamo). Ha vinto Caccamo, che si è dimostrato autore in gamba, scrivendo la canzone di Malika – per chi scrive la più bella in gara – e portando un brano di una certa seduzione, che ha battuto la follia contagiosa dei Kutso, che nonostante i tentativi di Conti si pronuncia proprio come la parolaccia. E comunque in generale, le nuove proposte hanno dimostrato una spinta migliore rispetto agli scorsi anni, merito della commissione che li ha selezionati.

Tra i campioni si è consumata leliminazione degli ultimi 4 classificati, votati dal televoto, dalla giuria demoscopica e dagli esperti: Raf, la cui esclusione male accolta dalla platea pare più giustificata da motivi sanitari che dal gradimento dei votanti (il cantante ha la bronchite e aveva passato la notte precedente in ospedale), Lara Fabian, tra le peggiori in gara nonostante la vocalità fin troppo esposta, Biggio e Mandelli e a sorpresa Anna Tatangelo, di solito coccolata dalle giurie sanremesi. Esclusioni tutto sommato corrette sia per la qualità dei brani presentati che per le interpretazioni vocali: gli altri 16 si presenteranno stasera per giocarsi il trono di Sanremo 2015 con Lorenzo Fragola, Il volo, Annalisa tra i favoriti per gli scommettitori e Malika come possibile sorpresa dellultimo minuto.

Stando allapplausometro dellAriston vinceranno i tre tenori in miniatura usciti dal talent di Antonella Clerici Ti lascio una canzone, che già successi hanno riscosso nel mondo, ma la loro canzone è tra le peggiori ascoltate, pesantissima nei suoni, greve di melodia e musiche da melodramma mal concepito: il bel canto ai tempi corrivi del talent.

Alla quarta serata Conti e compagne hanno cominciato a ingranare il ritmo giusto: la solida professionalità del presentatore, vero e proprio factotum di casa Rai, seppur senza guizzi gestisce il traffico eccessivo di uno spettacolo sempre troppo lungo, a tratti estenuante; Emma e Arisa, seppur con gli inevitabili problemi di scioltezza e dizione nel ruolo di vallette, mostrano poco a poco la loro simpatia (non l’eleganza: sono tra le vallette peggio vestite del decennio) e si riprendono lo spazio che Rocio Munoz Morales aveva loro tolto nelle prime serata.

Lo show va avanti relativamente senza intoppi, con i momenti comici tra i punti bassi dell’intera kermesse – e il “successo” di Cirilli rimane tra i grandi misteri tv del nostro tempo – e gli angoli Tutti cantano Sanremo piuttosto inutili ai fini della trasmissione. Ma si cerca di tenere il ritmo e accontentare un po’ tutti: ed è ciò che si chiede a uno spettacolo popolare, che sia tv o musica.