Stasera tra gli ospiti di Che tempo che fa ci sarà Zerocalcare. C’è chi pensa, e racconta, come la qualità della vita di una persona possa essere incrinata seriamente da una madre petulante, una lunga attesa in aeroporto o litigi sul web. A esserne convinto è il 31enne Michele Rech, alias ZeroCalcare. Aretino di nascita e romano d’adozione, Rech-ZeroCalcare scopre molto presto la sua passione per il disegno e in particolare per il fumetto, con un esordio pesante come un macigno: “La nostra storia alla sbarra”, cronaca sintetica degli scontri di Genova nel 2001, in occasione del vertice del G8. Negli anni successivi si avvicina alla galassia dei centri sociali dedicandosi a locandine, copertine di cd e illustrazioni per fanzine di area. Rech amplia via via le proprie collaborazioni, passando da quotidiani e magazine nazionali (Liberazione, Repubblica XL) a pubblicazioni più settoriali come Il Canemucco, Zuda.com (della galassia DC Comics) o Carta, queste ultime successivamente chiuse.



Nel 2011 arriva la consacrazione come ZeroCalcare. Il disegnatore Marco “Makkox” D’Ambrosio, creatore del Canemucco e già autore del blog a fumetti Canemucca, si mostra seriamente convinto delle potenzialità dell’allora 28enne fumettista, convincendolo a raccogliere molte delle sue idee in un vero e proprio libro. Il risultato è La Profezia dell’Armadillo, un po’ autobiografia e un po’ affresco di una perduta epoca di spensieratezza giovanile, in cui consoliderà una delle sue idee vincenti: incarnare coscienza, insicurezze, problemi e ostacoli della vita in forme animali. Ecco quindi una madre puntigliosa diventare la Lady Cocca di Robin Hood, una famiglia sovrappeso in attesa all’aeroporto diventare Barbapapà e una persona invadente diventare una cozza antropomorfa. In più l’immancabile armadillo, in bilico tra voce della coscienza e dell’incoscienza…con discreta predilezione per quest’ultima.



A novembre del 2011 un ormai “romanizzato” Rech apre un blog con strisce a fumetti, ispirandosi allo stile di quel Canemucca del suo “maestro” D’Ambrosio. I social network rispondono all’appello, diffondendo le sue caricature di problemi quotidiani e di tipi umani ai quali nessuno può dirsi realmente immune. Il successo è inarrestabile. Nel 2012 dà alle stampe “Un Polpo alla Gola”, viaggio indietro nel tempo fino ai piccoli drammi quotidiani nella scuola, tra interrogazioni, piccoli atti di bullismo e onnipresenti discussioni animate su cartoni animati. Nel 2013 raddoppia, pubblicando dapprima “Ogni Maledetto Lunedì su Due”, una raccolta del meglio del proprio blog, successivamente Dodici, un po’ “ZeroCalcarata” e un po’ parodia del celebre fumetto The Walking Dead. Del 2014 crea invece quella che è considerata finora una delle sue opere più matura, “Dimentica il mio nome”, un’organica graphic novel in cui la morte della nonna del protagonista è l’occasione per un lungo percorso interiore, che lo porterà alla scoperta di sè e di antichi segreti sulla propria famiglia. 



In tempi recentissimi si è invece cimentato in un genere a lui totalmente inconsueto, quello del reportage di guerra. Nelle 42 pagine di Kobane Calling, ZeroCalcare racconta (e disegna) alla sua maniera il lungo assedio della città siriana di Kobane, ai confini con la Turchia, per mesi al centro di duri scontri fra le truppe irregolari dell’ISIS e soldati siriani di etnia curda. Rinunciando quasi del tutto alla sua classica “animalizzazione”, l’opera di Rech riesce nell’ardua impresa di raccontare la guerra con ironia (improprio definirlo divertimento…). Ma, come l’armadillo gli consiglia, non chiamatelo “reportage”, altrimenti si creano aspettative molto elevate…chiamatela “storiona”.