Riassunto delle due puntate precedenti: dopo aver svaligiato il deposito di Paperon de’ Paperoni, i quattro fratelli Dalton si sono dati alla fuga, staccando gli inseguitori anche alla Parigi-Roubaix. L’eco della loro impresa criminosa ha scosso profondamente il mondo dei fumetti, messo peraltro a soqquadro da altre sconvolgenti notizie: Braccio di Ferro è diventato vegano per forza; Zagor, colpito da dolori reumatici, ha dovuto abbandonare la sua camicetta smanicata; l’Uomo Ragno, causa un costume senza cuciture, non può più gustarsi i suoi amatissimi fagioli. La striscia di notizie scioccanti è finita? No, anzi, si fa più martellante
“Thor fa le corna alla moglie Mhuk sotto il suo naso. Con la Donna Invisibile!”. Stando ai si dice, la torbida storia andrebbe avanti da un bel po’ di tempo. I fugaci incontri sarebbero avvenuti, all’insaputa della moglie, in un piéd-a-terre di proprietà del dio del Tuono, sito nel quartiere di Thor Bella Monaca, un sobborgo della Cartoonia-bene. Proveniente dalla residenza natale di Asgard, Thor è convolato ancora giovane a nozze con la moglie Mhuk (solo una Mhuk avrebbe potuto accoppiarsi con un Thor); la donna, un’avvenente e procace commessa dell’Ikea, conosciuta in occasione dell’acquisto del martello Mjollnir (vedi catalogo a pagina 113), ha sempre avuto fama di madre e moglie martellante, tanto da far esclamare più volte al mitico figlio di Odino: “Prima o poi quella donna mi manderà all’obiThor”, che altro non è se non il cimitero degli dei nordici. Per sfuggire ai serrati controlli di Mhuk, femmina gelosissima, forse con legami parentali in Trinacria, Thor (uno stallone insaziabile, un maglio inesorabile con l’altro sesso) aveva trovato il modo di inventarsi un’attività in proprio che lo tenesse lontano da casa la sera: una catena di alberghi in franchising only bed & a lot of sex (but without breakfast) chiamata “dormiThor”. Ma l’impresa non è durata a lungo.
Un giorno, però, impegnato sul set del film “The Avengers”, nel bel mezzo di una tempesta ormonale, il dio del Tuono ebbe un clamoroso colpo di fulmine nientepopodimenoche per la Donna Invisibile. A prima vista, gli piacque subito quel suo modo di fare che non dava nell’occhio, quelle sue tutine all’insegna del vedo-non vedo Ma la cosa (cioè l’innamoramento) non piacque da subito alla Cosa (la “C” maiuscola indica il personaggio dei Fantastici 4 con la pelle rocciosa), ma grazie all’immaterialità del corpo della Donna Invisibile le cose (cioè gli appuntamenti galanti) potevano avvenire senza che la Cosa potesse sospettare come stessero realmente le cose. E la cosa funzionava anche con sua moglie. Thor divenne così sfacciato da farle le corna sotto il naso. A differenza della Cosa, Mhuk ebbe più volte il presentimento che c’era qualcosa che non andasse per il verso giusto, ma la di lui sicumera molto spesso serviva a scansare ogni dubbio: “Cara, mi hai mai visto per caso con un’altra donna per casa?”. “Cosa?”. Come gli riuscisse la cosa (cioè, a eludere i sospetti) è presto detto. A Thor era bastato dire una sola volta alla Donna Invisibile: “Non farti mai vedere da mia moglie!”.
“Willie Coyote dallo psicanalista: un beepede mi tormenta!”. Esasperato da un’umiliante storia finita sulla bocca di tutti, completamente demoralizzato dai continui insuccessi nella caccia a Beep Beep, il Coyote più famoso di Cartoonia non ha trovato niente di meglio che rivolgersi al dottor Aaaah!, uno psicanalista di grido, convinto ormai dagli eventi di non essere un lupo, ma uno stupido papero; la qual cosa ha provocato pure le ire di Duffy Duck, che senza remore ha subito sporto querela. Nonostante abbia incassato la solidarietà di una fetta cospicua del cartoon jet set, Willie si ritrova sul lastrico, dopo aver dilapidato i suoi guadagni nell’incauto acquisto di prodotti ACME, la famosissima azienda che storicamente ha sempre fornito al nostro eroe i marchingegni usati per la cattura di Beep Beep. Stando a fonti accreditate, Willie avrebbe in queste ultime settimane sporto denuncia nei confronti della ACME per una serie di attrezzature a suo dire del tutto fallimentari: le bolas de ghisas (con cui si è quasi strozzato, meglio… struzzato); la catapulta a putrellas (così chiamata perché, una volta fiondatosi nel vuoto, Willie si sarebbe accorto che “… puerca las putrellas, esta hija de pulta donde me catapulta!”); la cosiddetta Massonerìas (set completo di macigni, dal sassolino che rimbalza sull’acqua al menhir, dallo spuntone di roccia all’asteroide celeste, che avrebbe provocato un trauma cranico e contusioni plurime al nostro malcapitato); l’olio El Sasso (l’olio sarebbe servito a far scivolare Beep-Beep, il sasso invece a tramortirlo: potete immaginare com’è finita…); la sciagurataCoca Colla (finta bevanda gasata di cui sarebbe stato ghiotto Beep Beep, ma che ha causato un ricovero d’urgenza, e non certo al velocissimo struzzo, per un’indispensabile lavanda gastrica); infine, la Milva de la Mina (bomba canterina, esplosagli musicalmente tra le mani, manco fosse un ordigno esplosivo preparato dai fratelli Dalton).
Uack, i Dalton! Dove saranno mai finiti? Ve lo diciamo noi. Vinta la Parigi-Roubaix, Joe, William, Jack e Averell, in sell a du cammell, si sono imbattuti sul più bell in Belle, rivolgendole all’unisono un apprezzamento non proprio carino. Peccato per loro che la Bella giri sempre con la Bestia, capace di fare ciò di cui è capace: imbestialirsi! I quattro malviventi sono costretti a una fuga precipitosa, che fa precipitare gli eventi: l’imbestialimento (unito al relativo quanto bestiale urlo) della Bestia provoca la fuga, nell’ordine, di Bambi, Candy Candy, l’Ape Maya, Heidi, la Pimpa, Trilli, Duchessa e i suoi aristogattini, Pongo, Peggy e i loro 101 cuccioli dalmata.
Nel fuggi-fuggi che ne segue, i quattro fratelli Dalton hanno la malasorte di trovare un passaggio sulla Batmobile (guidata non da Batman, ma dal suo pilota automatico), che in un bat-tibaleno li riporta – come da indicazioni del navigatore satellitare, ahiloro! – a Cartoonia. Dopo un bat-tibecco con lo strano e poco simpatico autista, i Dalton non possono che uscire allo scoperto rubando la coperta di Charlie Brown (con il conto – bancario – scoperto uno sgarbo ai Peanuts era d’obbligo) e passando qualche giorno sottocoperta per non farsi scovare dai segugi sguinzagliati dallo scatenato Zio Paperone. Rimpolpate le casse (Linus, Lucy e Piperita Patty non tollererebbero il loro amico senza coperta), quatti quatti (o quattri quattri?), i Dalton si dirigono verso Thor Bella Monaca, per spassarsela un po’. Qui, in un noto locale a la pàge dell’elegante quartiere residenziale, davanti a una bottiglia di whisky thorbato ormai scolata quasi del tutto, incontrano Mhuk, più scornata che mai. Everell, il più galante del quartetto, languidamente la invita: “Dai, Mhuk, mhukala lì di essere triste e scappa con noi! Ci divertiremo a fare un mhukkio di cose!”. “E dove avete intenzione di andare?”. “In un posto dove si può fare una Mole di attività varie: si va a Thorino!”. Thump! Al solo menzionare una parola che le ricordi il marito fedifrago, Mhuk sviene sul colpo. I Dalton, abbandonandola senza pietà, riprendono la fuga, in cerca di un altro nascondiglio.
(3- fine. Toc-toc! “Avanti!”. “No, non si va avanti, siete alla fine! Ma non della storia, che continua: è la vostra fine!” Gulp, i Dalton! “Ehi, ragazzi, non scherziamo… E, per favore, abbassate quelle pistole…”)