Attesissima, 50 sfumature di grigio è la classica pellicola destinata a far parlare di sé, con boati, rulli di tamburi, chiacchiere e tantissime indiscrezioni. Tutto questo solamente prima di fare la sua comparsa sul grande schermo. Chiaramente – com’era prevedibile dopo tutto quello che è stato detto e non è stato mostrato – il film ha già sbancato i botteghini; ma più che applausi ha raccolto sbadigli e risate, anche se indubbiamente gli appassionati del genere saranno pronti a difenderlo a spada tratta nonostante gli scivoloni – innegabili – che lo gettano in pasto alle critiche più aspre. Ma andiamo con ordine. 

Lui, Mr.Grey, personaggio statico e gelidamente ostile; lei, Anastasia Steel, dolce spontanea ed esageratamente ingenua. E di nuovo: lui, ricco, affascinante, di successo; lei giovane studentessa impacciata e sognatrice. Insomma, d’accordo che si dice che gli opposti si attraggono, ma presentarli in questo modo equivale a servirla su un piatto d’argento. Chiunque si appresti a vedere 50 sfumature di grigio senza aver letto i libri di Erika Mitchell James – meglio nota con il nome d’arte E. L. James – , omonimi e da cui la pellicola è tratta, non potrà che pensarla allo stesso modo. 

chiaro che cadranno l’uno nelle braccia dell’altra e viceversa. E difatti succede proprio così, in un inizio di film che rispecchia in tutto e per tutto la story line di una commedia rosa. Chi, invece, ha letto il bestseller della James, non può che ritrovarsi stupito dalle risate che sgorgano incontrollate dalle proprie labbra. L’opera – tra l’altro, una delle peggio scritte che si siano mai viste nel mondo letterario, nonostante abbia venduto così tanto – non generava certo questo effetto. 

L’altra grossa delusione, oltre quella di aver alleggerito i toni erotici con le risposte stupide e banali fatte pronunciare (almeno ad inizio pellicola) all’attrice Dakota Johnson, è stata la quasi totale mancanza di scene di sesso in tutte le due ore – all’incirca – di durata. Boati, rulli di tamburi, chiacchiere e indiscrezioni di cui sopra sicuramente scaturivano dall’attesa di vedere sul grande schermo qualche scena piccante, e nessuno certo si aspettava che la cosa più eccitante sarebbero stati gli elegantissimi mobili dell’Escala del signor Grey. Perfino la lotta interiore e l’origine tormentata dei singolari gusti sessuali del protagonista, che emergono significativamente in una scena in particolare, perdono di ogni serietà nel momento del confronto finale della coppia: Christian Grey alias Jamie Dornan riesce a far rimbombare la sala con boati che, tanto quanto dovrebbero essere di silenziosa tensione, diventano risolini neanche tanto ben celati dal pubblico. 

Proprio chi dovrebbe rivestire il ruolo del Dominatore maniaco del controllo non riesce a gestire la scena clou del film, quella in cui Anastasia decide che è ora di confrontarsi con le punizioni fisiche, elemento fondamentale e necessario per il milionario all’interno della sfera dell’intimità. Il risultato finale è un erotismo ucciso dall’ilarità che risulta noioso e anche fin troppo prevedibile. In ogni caso, i numeri parlano chiaro: 8.492.092 euro al botteghino nel primo weekend di programmazione, un vero e proprio record per una pellicola vietata ai minori di 14 anni, neanche 16. 9 settimane e mezzo, per esempio – e il paragone, in ogni caso, può reggere solo a livello potenziale e non certo parlando di resa e spessore delle pellicole – è stato vietato ai minori di 18 anni e solo questo fatto può confermare quante scene “hard” contenga il film. 

Ma, visto l’estremo successo, i casi potrebbero essere differenti: potrebbe essere sfuggito qualche dettaglio degno di nota in grado risollevare il giudizio generale sul film, o potrebbe essere che il miscuglio del tema erotico con quello leggero da commedia funzioni, per la maggior parte del pubblico. Oppure, e con questo la chiudiamo, bisogna considerare il fatto che un cliché (anche un po’ trash) possa essere in grado di attirare più di quanto si immaginasse.

 

(Maria Ravanelli)