La puntata di Che tempo che fa in onda questa sera vedrà anche Paolo e Vittorio Taviani tra gli ospiti. I fratelli Taviani sono molto famosi per aver diretto una lunga serie di pellicole che hanno lasciato un segno duraturo nella storia del cinema italiano. Sin da giovani hanno iniziato ad appassionarsi alla regia, dopo aver animato a lungo il Cineclub di Pisa. Alla metà degli anni Cinquanta si sono quindi trasferiti a Roma, collaborando con Cesare Zavattini a San Miniato ’44, un documentario che ne segnalò per la prima volta la grande bravura. Il loro debutto alla regia avvenne però con I sovversivi, una pellicola diretta nel 1967 che anticipava le tematiche sessantottine. Il grande successo arrivò invece due anni dopo, con Sotto il segno dello scorpione, in cui diressero uno straordinario Gian Maria Volonté. A questa prova fece poi seguito San Michele aveva un gallo, diretto nel 1972 e che adattava al grande schermo un racconto di Tolstoj, con grande apprezzamento della critica specializzata.
Il 1974 fu invece l’anno di Allonsanfan, film sulla restaurazione con Marcello Mastroianni in veste di protagonista. La loro grande crescita professionale venne poi confermata nel 1977, con lo straordinario Padre Padrone, in cui raccontarono la storia di un pastore sardo oppresso da un ambiente patriarcale, con il quale vinsero anche la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Il film è tratto da un romanzo di Gavino Ledda. Cinque anni dopo fu invece la volta di La notte di San Lorenzo, film che narrava una strage compiuta da fascisti e nazisti in tempo di guerra. Anche questa pellicola fu salutata da grandi consensi della critica, ricevendo il premio della giuria al Festival di Cannes.
Nel 1984 fu poi la volta di Kaos, pellicola a episodi tratto dalle Novelle per un anno di Pirandello, mentre Il sole anche di notte, diretto sei anni dopo andò ad attingere da un racconto di Tolstoj. Era in pratica finito il periodo della grande ispirazione, anche se negli anni a seguire i fratelli Taviani avrebbero ancora dato luogo a opere di un certo spessore, tra le quali va segnalato Le affinità elettive, diretto nel 1996.
Nel corso degli ultimi anni, si sono dedicati anche al piccolo schermo, segnalandosi per “Resurrezione”, una rilettura molto riuscita di un’opera di Tolstoi, uno dei loro autori preferiti, diretta nel 2001. Tre anni dopo hanno poi girato “Luisa Sanfelice”, opera nella quale hanno felicemente intrecciato due piani narrativi diversi, quello politico, raccontando la Repubblica Partenopea, e quello privato, narrando la storia d’amore tra i due protagonisti interpretati da Adriano Giannini e Laetitia Casta.
Nel 2012 sono però tornati a far parlare di loro per un’opera estremamente originale, “Cesare deve morire”, pellicola ambientata all’interno del carcere romano di Rebibbia e recitato dai detenuti della struttura, con cui hanno vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino e il David di Donatello, per il miglior film e la migliore regia. Il 26 febbraio uscirà nei cinema il loro nuovo film che si intitola “Meraviglioso Boccaccio”.