SpongeBob Squarepants è uno dei personaggi dei cartoni più apprezzati di sempre. Capace di attirare l’attenzione di grandi e piccini, si presenta come una sensibile e dolce spugna marina, abbellita da pantaloncini, camicia e cravattina rossa. Famosissimo il suo sorriso smagliante, sincero e divertente, con le guance tanto rosse quanto una “sirenetta” Heidi. Il successo in TV è stato immediato, e dagli Stati Uniti anche in Italia è approdata anni or sono una serie di episodi animati in grado di far riqualificare i più stilizzati e avventurosi cartoni giapponesi che da qualche tempo ormai predominavano la scena.
Nel 2004, più di 10 anni fa, SpongeBob diventa movie, ed entra nelle sale cinematografiche prima che nelle case dei suoi piccoli fan in DVD. Un successo che mai si è spento, né ha accennato al declino, tanto che proprio quest’anno la Paramount Animation, in collaborazione con la major Nickelodeon Movies ci ripensa, facendo nascere stavolta un secondo episodio, nei cinema italiani da ieri, intitolato SpongeBob fuori dall’acqua, arricchito con innovazioni di grafica 3D.
Per la regia di Paul Tibbitt, con Mike Mitchell alla direzione delle scene non animate, SpongeBob fuori dall’acqua racconta, ancora una volta, della “difficile” vita a Bikini Bottom dove tutto sempre è perfetto, e il clima d’eterno ottimismo anima l’intera cittadina. Ci sono SpongeBob, Plankton suo eterno avversario in cucina, Patrick stella marina suo miglior amico, il vicino di casa Squiddy Tentacolo e la scienziata scoiattolo Sandy. Ma tutto gira attorno… al cibo! E, in particolare, tutto gira attorno al ristorante del tirchio Mr. Krabs, dove l’hamburger più buono del mondo viene cucinato – con l’ausilio di una ricetta segretissima – dalla nostra spugna cuoca provetta SpongeBob: il Krabby Patty!
Come la serie “Spongebob”, ideata da Stephen Hillenburg, ci aveva abituati a ricordare, la ricetta del Krabby Patty era il bottino preferito del povero Plankton che, per cercare di attirare clienti al suo ristorante deserto, riponeva tutte le speranze nell’unico hamburger di cui tutti a Bikini Bottom vanno ghiotti. E allora lo stesso SpongeBob, con l’aiuto dei suoi amici fidati e compagni di vita subacquea, doveva sempre inventarsi i più difficili stratagemmi per cercare di sconfiggere la bramosia di Plankton e salvare una volta per tutte il ristorante del suo capo Krabs. Ma se stavolta il cattivo ladro non fosse affatto un abitante del mare?
Proprio così, allora, stavolta i due eterni avversari SpongeBob e Plankton dovranno imparare a loro spese che “l’unione fa la forza”, diventando quasi-amici in un lungo viaggio alla rincorsa di tempo e spazio, per dare una volta per tutte battaglia al cattivissimo pirata Barba Burger, nuovo personaggio di questo divertente SpongeBob fuori dall’acqua (impersonato da niente di meno che Antonio Banderas) e convintissimo di volersi appropriare della ricetta del fantomatico Krabby Patty una volta per tutte.
“In SpongeBob fuori dall’acqua c’è tutto quello che ti aspetti da un film. Abbiamo preso personaggi familiari e li abbiamo spinti in direzioni totalmente nuove. Così abbiamo ottenuto quello che è allo stesso tempo un road movie, un film di supereroi e un film post-apocalittico… ed è tutto in 3D!”, racconta Paul Tibbit, regista del film. Sì, perchéSpongeBob fuori dall’acqua vanta una pluralità di linguaggi, passando dal semplice film di avventura al cartone animato, per tornare sul finale come un elaborato racconto d’animazione con tanto di personaggi in digitale.
Forse un pochino calante la qualità di quest’ultima connotazione filmica, che tramuta i nostri personaggi acquatici preferiti in una rappresentazione tridimensionale poco realistica e quasi grottesca, SpongeBob fuori dall’acqua resta però, nel complesso, un film carino e divertente, che non lascerà certo indifferenti i fan di una delle serie di cartoni animati più apprezzata e famosa di sempre.
Con l’aiuto tecnico di Stephen Hillenburg, Cale Boyter, Nan Morales e Craig Sost in veste di produttori esecutivi e Paul Tibbitt e Mary Parent come produttori, arricchito dalle musiche di John Debney, SpongeBob fuori dall’acqua osa un tuffo in “acque inesplorate” sperimentando un territorio alla serie ancora sconosciuto come quello del live action: “Abbiamo arruolato un amico che in questo caso avrebbe potuto facilmente aiutarci. Stiamo parlando di Mike Mitchell che avendo frequentato il Cal Arts insieme a noi, è stato una grande risorsa”, racconta ancora Tibbitt. “Proprio nell’animazione è possibile creare qualsiasi sfondo tu voglia e quindi metterci i personaggi facendo sì che tutto sia perfettamente amalgamato. Quando giri dal vivo devi preoccuparti di molte più cose e Mike è stato in grado di anticipare quello di cui avremmo avuto bisogno”.
Una scommessa riuscita per la regia “in esterni”, anche se un poco lasciata in penombra dal mancato raggiungimento della qualità assoluta proprio a causa di quel digitale non sviluppato benissimo. Ma, aggiunge Kenny, della produzione, “Per SpongeBob fuori dall’acqua Antonio Banderas è stato l’acquisto fantastico, vero e proprio. Perché solo lui ha davvero quel tipo di carisma stile vecchia Hollywood che fa sì che quando è sullo schermo, lo fa immediatamente suo. E non saremmo potuti essere più felici di avere Antonio a bordo per questo pazzesco progetto”.
SpongeBob fuori dall’acqua non ha perso totalmente colpi nemmeno stavolta. E se davvero l’unico difetto visto “da una grande” può essere quello degli effetti tridimensionali non proprio dei migliori, per tutto il resto nulla da dire. Divertimento e azione, colori accesi e luminosi, fanno di SpongeBob fuori dall’acqua il film perfetto per un target amplissimo. E, soprattutto, SpongeBob fuori dall’acqua si adegua a tutte le situazioni di vita comune pensabili. Ottimo per una pausa pomeridiana, o per una serata in famiglia con i più piccoli davanti alla tv. Prodotto consigliato e freschissimo.