Tra gli ospiti che saranno intervistati a “Che tempo che fa” da Fabio Fazio, spicca certamente il nome di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Il cantautore, nato a Roma nel settembre del 1966, è ormai a un passo dai 50 anni, ma mantiene inalterato lo spirito irriverente e rivoluzionario dei suoi esordi. L’infanzia di Lorenzo è tutto un programma: il padre infatti, lavora in Vaticano prima come gendarme e poi come impiegato, e il piccolo Cherubini non perde occasione per creare scompiglio nella Santa Sede, arrivando anche ad affacciarsi dalla finestra del Papa. La passione più grande di Lorenzo, però, è la musica. grazie ad essa che Jovanotti trova la sua identità: le giornate trascorrono rapide, con Lorenzo costantemente incollato alla radio, pronto ad apprezzare e ad innamorarsi delle varie sfaccettature del rap.



A dispetto dei suoi coetanei, Lorenzo preferisce risparmiare su un jeans firmato, piuttosto che rinunciare ai suoi dischi, ossigeno puro di un’esistenza che si divide tra casse e microfono. L’immagine di Jovanotti è rivoluzionaria, anticonformista, e dopo gli esordi, contraddistinti da musica dance e suoni hip hop, arriva l’offerta della Rai, decisa a proporre a Cherubini la conduzione di “Discoring”. A sventare i piani dell’azienda di viale Mazzini è Claudio Cecchetto, che dopo una maratona telefonica di 9 ore convince Jovanotti ad approdare nella sua Radio Deejay e a incidere un disco. Dell’esperienza radiofonica di Jovanotti, non può non essere citata la notte di capodanno fra il 1987 e il 1988, in cui Cherubini intrattenne gli ascoltatori per 8 ore no-stop. Già all’età di 19 anni, successi come “Gimme five” ed “E’ qui la festa?”, fanno di Jovanotti un fenomeno di costume tutto da scoprire per l’Italia, attratta oltre che dalle musicalità e dai testi del giovane cantautore, anche dal tipico stile scanzonato e istintivo che caratterizza Cherubini fin dai suoi esordi. Nel 1989 arriva il debutto sul palco più prestigioso, quello dell’Ariston, al Festival di Sanremo, dove presenta “Vasco”, in onore all’idolo per eccellenza, Vasco Rossi.



Tra il 1990 e il 1991 con gli album “Giovani Jovanotti” e “Una tribù che balla”, si avverte nella produzione musicale di Cherubini un cambio di orizzonte, volto a ricercare una maturità più consapevole nei testi che compongono un messaggio ogni volta differente. Le canzoni di denuncia, quali “Io no”, “Cuore”, “Penso positivo”, si alternano alle prime ballate d’amore, quali “Piove” o “Serenata Rap”, facendo di Jovanotti un artista in grado di toccare le corde più sensibili dell’animo degli italiani, ormai affezionati a un personaggio insostituibile e inimitabile. Con l’aumento della popolarità e le vendite di dischi che toccano cifre esorbitanti, iniziano le collaborazioni con gli altri grandi artisti italiani: Luca Carboni, Gianna Nannini, Pino Daniele, Ligabue, Ramazzotti, Piero Pelù, sono solo alcuni dei nomi con cui Jovanotti realizza pezzi indimenticabili. Il 1995 è l’anno de “L’ombelico del mondo”, il 1998 coincide con la vittoria al Festivalbar grazie al brano “Un raggio di sole”, mentre l’anno successivo, dopo la nascita della figlia Teresa arriva “Per te”, dolce ninna nanna composta da un Jovanotti padre innamorato della propria figlia.



Il successo di Lorenzo è inarrestabile: pezzi come “Mi fido di te”, “A te”, “Baciami ancora”, “Tutto l’amore che ho”, “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, e l’ultimo singolo “Sabato”, oltre ad ottenere riconoscimenti importantissimi, quali il disco di platino, e ad occupare le prime posizioni della hit parade per settimane, costituiscono la colonna sonora della vita di tanti italiani, e non v’è premio più grande per un poeta della musica, qual è Jovanotti. Da pochissimi giorni è uscito il suo nuovo album “Lorenzo 2015 cc”, di cui sicuramente parlerà con Fazio.