Questa sera ospite a Le invasioni barbariche ci sarà Maurizio Landini. Quarto di cinque figli, è nato il 7 agosto 1961 in Emilia Romagna da una casalinga e da padre operaio ed ex partigiano. In giovane età è grande tifoso del Milan e il suo sogno nel cassetto è quello di diventare un giocatore di calcio. Abbandonata la scuola al secondo anno di superiori comincia a lavorare come apprendista saldatore. Ad assumerlo è una cooperativa di Reggio Emilia operante nel settore metalmeccanico. Presa la tessera del PCI, negli anni che sono passati alla storia come quello dello scontro sulla cosiddetta “scala mobile”, su insistenza di un ex operaio prende la decisione di smettere i panni di delegato sindacale e di vestire quelli più impegnativi di funzionario del sindacato dei metalmeccanici della Cgil, ovvero la Fiom. Il suo ingresso avviene come funzionario nella sezione di Reggio Emilia.
La sua ascesa nel sindacato è costante, perchè dopo essere arrivato alla massima carica a livello regionale e aver diretto la sezione del capoluogo emiliano, nel marzo di 10 anni fa viene chiamato a ricoprire un ruolo nella segreteria nazionale. Chiamato a occuparsi di due settori strategici come quello dei veicoli a due ruote e quello degli elettrodomestici, prende parte a diversi tavoli di confronto con importanti aziende. Tra le trattative più importanti vi sono, ad esempio, quelle con Piaggio, Electrolux e Indesit. Nel 2009 è tra i protagonisti delle trattative attraverso le quali la Fiom ottiene il rinnovo del contratto di categoria e diventa uno degli uomini di fiducia dell’allora massimo dirigente del sindacato, ovvero Gianni Rinaldini, che gli affida diversi incarichi di rilievo, tra cui quello di guidare la delegazione del sindacato nelle difficili trattative per il rinnovo dei contratti nazionali di altre categorie in orbita Fiom, quali, ad esempio, le imprese appartenenti alla Unionmeccanica-Confapi.
Il 2010 è un anno molto importante perchè il primo giugno diventa il massimo dirigente della Fiom. Nel 2011 esce in libreria “Cambiare la fabbrica per cambiare il mondo – La Fiat, il sindacato, la sinistra assente”. In questo, che è un libro-intervista, mette in atto una approfondita disanima di quella che è la Fiat nell’epoca di Marchionne e il rapporto con quest’ultimo. Sempre in quell’anno accoglie con soddisfazione la sentenza sul caso Thyssen Krupp, dove per la prima volta i vertici di una azienda si sono visti condannare per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Tuttavia anni dopo dovrà commentare il ribaltamento della sentenza in Cassazione, la quale seguirà l’orientamento predominante, quello per cui casi simili sono riconducibili nell’alveo dell’omicidio colposo. Nel 2012 appoggia la decisione dei giudici di Taranto di porre sotto sequestro alcuni impianti dell’Ilva e tale presa di posizione, connessa alla richiesta all’azienda di garantire la sicurezza dei lavoratori, gli fa guadagnare la stima e l’appoggio di tutti gli operai dello stabilimento tarantino.
In questi ultimi anni le distanze con gli altri sindacati e in particolare la Cgil si sono acuite, anche in conseguenza del diverso atteggiamento verso le politiche del lavoro messe in atto dai vari governi. Anche dopo un iniziale feeling con l’attuale premier, lo scontro si fa molto accesso, specie quando Renzi palesa la volontà di abolire l’articolo 18. Attualmente si vocifera di un ingresso di Landini nell’agone politico, eventualità da lui sempre smentita, anche all’indomani del lancio del suo nuovo progetto, quello denominato “Coalizione sociale”, il quale ha creato una nuova frattura con la Camusso e la Cgil.