Stasera tra gli ospiti della trasmissione Le invasioni barbariche ci sarà Philippe Daverio. Nato il 17 ottobre del 1949 in una cittadina dell’Alsazia, precisamente a Mulhouse, è il quarto di sei figli. Nelle sue vene scorre sangue italiano: suo padre è infatti italiano. Quando la famiglia torna in Italia, il giovane Philippe, che in Francia ha frequentato un collegio dove ha ricevuto una formazione prettamente ottocentesca, continua gli studi fino ad arrivare a un passo dalla laurea in Economia e Commercio presso la Bocconi. Tuttavia non scrive la tesi e lascia l’università perchè convinto dell’idea in voga tra i fautori del ’68 che “all’università non si va per laurearsi, ma per studiare”. Nel 1972 comincia una vita in comune con Elena Gregori, che lo renderà padre di Sebastiano.
Impegnato in uno studio approfondito della musicologia storica, si occupa della pubblicazione di diversi testi incentrati sui movimenti d’avanguardia nati nel periodo tra i due conflitti mondiali. La sua avventura professionale come mercante d’arte inizia per puro caso e sono due le gallerie che fonda e gestisce, una nel capoluogo milanese e una nella “Grande Mela”. All’inizio degli anni ’90 e precisamente tra il 1993 e il 1997 ricopre la carica di assessore alla Cultura nella giunta guidata da Marco Formentini, in quegli anni esponente della Lega Nord. Nello stesso periodo la sua firma appare su diversi giornali, tra cui “Panorama”. Inoltre vive la prima esperienza televisiva, ricoprendo il ruolo di inviato speciale per una trasmissione di Rai Tre perfettamente nelle sue corde, ovvero “Art’è”. Nel 2001 conduce “Passepartout”. Il programma va in onda sempre su Rai Tre e ottiene buoni riscontri sia in termini di ascolti che di pubblico, con Daverio che non frattempo continua a dedicarsi alla scrittura. Nel 2005 ad esempio escono nelle librerie due opere dedicate al mondo del design, la prima dal titolo “Il design nato a Milano. Storia di ragazzi di buona famiglia” e la seconda, ideale seguito della prima, dal titolo “Un’altra storia del design e un modesto tentativo di interpretazione”. Sempre nello stesso anno è tra coloro che fanno si che possa prendere vita la mostra “13×17”, la quale si concretizza anche grazie all’apporto di Jean Blanchaert e che fa tappa in alcune città italiane.
Nel 2008 viene scelto come bibliotecario di Salemi dal neo-sindaco Vittorio Sgarbi e l’anno dopo viene eletto consigliere provinciale nella lista di Filippo Penati. Tuttavia dovendo scegliere tra la prosecuzione del proprio lavoro in tv e la carriera politica, opta per la prima, dimettendosi da tutti gli incarichi. Nel 2010 è protagonista di polemiche nel ruolo di consulente per la Festa di Santa Rosalia e in quello di direttore del Museo del Paesaggio di Verbania: in entrambe le occasioni si dimette dopo alcune contestazioni. Ma l’anno è comunque positivo perchè pubblica diverse opere, tra cui si ricorda quella edita con Rizzoli e dal titolo “L’avventura dei Mille. La spedizione di Garibaldi attraverso i disegni ritrovati di Giuseppe Nodari”.
Da fine 2010 a marzo 2011 è su Rai 5 con “Emporio Daverio”, dove in ogni puntata viene presa in esame una città o regione italiana nei suoi aspetti culturali e culinari. Il 2011 è anche l’anno dei 150 anni dall’Unità d’Italia. Fonda quindi “Save Italy”, il quale viene da lui definito come un “movimento d’opinione senza struttura organizzativa che ha come scopo quello di sollecitare tutti a favore della tutela del patrimonio culturale italiano”. La scelta di un nome inglese viene da lui spiegata come modo per affermare che “il patrimonio culturale del Belpaese non è unicamente degli italiani, ma di tutto il mondo”. Tra i successi di questo movimento vi è quello di essere riuscito a far accantonare l’idea di una discarica nei pressi di Villa Adriana.
Nel 2012 è di nuovo su Rai Tre con “Il Capitale di Philippe Daverio” e sono diverse le nuove pubblicazioni. A inizio 2014 è preso di mira da molti elettori del M5S per le sue critiche verso Beppe Grillo e Casaleggio e finisce nominato come “giornalista del giorno” dal blog del fondatore del M5S. A fine 2014 pubblica “Il secolo spezzato delle avanguardie”.