Ieri, giovedì 26 marzo 2015, su Rai 3 è andato in onda in seconda serata il cortometraggio Mala Vita che vede protagonisti Luca Argentero e Francesco Montanari. Ecco il riassunto: Antonio Girotti (Luca Argentero) è un rapinatore che è stato colto in fragrante dal padrone di casa di una villa che stava per rapinare. Viene prima bloccato e quindi arrestato da alcuni agenti della polizia che ora lo stanno conducendo verso il carcere dove ad attenderlo cè lispettore che dovrà notificare il tutto. Antonio appena arrivato davanti allispettore viene liberato dalle manette ringraziando. Lispettore lo guarda e dopo qualche secondo gli chiede come sia possibile che sia stato ancora una volta arrestato. Inoltre, gli chiede quale sia stata in questa occasione laccusa o per meglio dire il crimine di cui si è macchiato. Antonio prima di raccontare, facendo leva sul proprio sviluppato senso di osservazione si accorge che sulla parete dietro la scrivania dellispettore ci sono diverse cose che richiamano ai cani e che quindi fanno capire come lui sia un amante di questo genere di animale. In ragione di ciò, Antonio racconta di aver sentito dallinterno di una giardino un cane guaire per cui ha scavalcato per vedere cose fosse successo al cane sottolineando come a lui questo genere di cose non piacciono. Lispettore sottolinea la cosa aggiungendo come neanche lui piace sapere di cani che soffrono. Comunque secondo il racconto di Antonio, il proprietario della casa ha frainteso pensando ad una rapina e quindi è stato arrestato. Il racconto di Antonio naturalmente non gli permette di avere uno sconto sulla pena bensì è essenzialmente finalizzato ad ottenere la solita cella rimarcando come quella per lui rappresenti in buona sostanza la propria casa. Lispettore rimarca come per lui in un buona sostanza non ci siano motivi per negargli questo piccolo piacere aggiungendo però come lultima parola spetti alla psichiatra. Antonio viene portato davanti alla psichiatra e qui ha una piccola sorpresa in quanto non è più la stessa. Comunque lui non si perde danimo e notando come sulla sua scrivania vi sia una riproduzione in miniatura della Mole Antonelliana, si rende conto come debba essere originaria di Torino. In ragione di ciò, quando gli viene chiesto di raccontare brevemente della propria vita, lui fa presente di aver vissuto in diverse zone dItalia ma la città che è rimasta nel proprio cuore sia senza dubbio Torino. Insomma, Antonio riesce ad accattivarsi anche la dottoressa che ordina che venga messo nella cella richiesta. Durante il tragitto che porta alla sua cella, si ferma a salutare un suo amico che conoscendolo bene, rimarca il fatto che sia sempre propenso a raccontare un mare di bugie. Antonio lo mette al corrente di come sia riuscito anche in questo caso ad essere messo nella sua solita cella ma lamico mentre Antonio si allontana gli consiglia di farsi spostare immediatamente. Antonio entra nella cella e si ritrova un uomo dal volto minaccioso, Don Rocco (Francesco Montanari), che sta giocando con le carte mentre è seduto su una sedia davanti ad una sorta di tavolino. Inoltre, ci sono nel carcere un tunisino ed un giovane ragazzo italiano. Antonio fissa il letto che è sempre stato suo con Don Rocco che si accorge la cosa, chiedendogli se lo voglia. Antonio dice che a lui farebbe piacere stare lì in quanto è sempre stato il posto nel quale è stato, proprio come se fosse la propria casa. Il boss però lo mette al corrente di come ora sia il suo posto. Antonio prova a giocare con le parole ma il boss lo interrompe immediatamente chiedendogli cosa facesse prima di essere arrestato e lui parla di essere capo zona a Fuggella. Il boss ordina al tunisino di sferrargli un colpo.
Il boss poi sottolineando come quella sia la sua zona, è al corrente che gli abbia detto una bugia per cui lo punisce facendolo pestare a sangue dal tunisino che poi verrà messo in isolamento. Qualche giorno più tardi durante l’ora d’aria il tunisino si avvicina ad Antonio e si scusa con lui aggiungendo che qualora lui non dovesse fare tutto quello che don Rocco gli ordina, quest’ultima gli fa ammazzare la famiglia. L’amico di Antonio consiglia allo stesso Antonio di farsi trasferire altrimenti potrebbe passare diversi momenti piuttosto pericolosi. Antonio però non ha nessuna intenzione di andare facendo presente come lui debba restare in carcere per quattro anni e li vorrebbe passare in quella considera la propria casa. Un pomeriggio don Rocco, all’interno della cella, sta consultando le carte per capire se deve fare o meno ricorso rispetto al reato per il quale deve scontare il carcere. Per fare questo, credendo che le carte siano scelte da Dio, ordina al tunisino di girarle per lui ed ovviamente si arrabbia quando le carte non forniscono la risposta che lui vorrebbe. Nella questione si intromette Antonio che invita il boss a farsi le carte da solo ma don Rocco rimarca come non funzioni così ed anzi ordina ad Antonio di farle lui. Antonio si dimostra non bravissimo nel mischiarle ma come per magia esce il riscontro che voleva il boss che è contentissimo: le carte gli ha detto chiaramente che deve far ricorso ed uscirà di galera. Tuttavia le cose non andranno così in quanto il ricorso darà modo ai giudici di aggiungere agli atti una serie di prove che mettono il boss in brutte acque tant’è che per lui viene applicato il carcere duro dell’articolo 41 bis. Don Rocco mentre viene trasferito ad un altro carcere di massima sicurezza, ascolta dalla radio della polizia che Antonio viene chiamato il prestigiatore e si accorge che sia stato fregato. Antonio è quindi riuscito a difendere la propria casa.
Replica Mala Vita, puntata 26 marzo 2015: come vederla in video streaming – Dal 16 marzo 2015 scorso il cortometraggio è disponibile su Ray, lo si può vedere cliccando qui.