Tomas Transtromer è stato un noto scrittore svedese, famoso in tutto il mondo soprattutto per le sue poesie, più che per le opere in prosa, e ricordato a livello internazionale per aver vinto, nel 2011, il premio Nobel per la letteratura, uno dei maggior riconoscimenti che vengano conferiti a personaggi di grande levatura morale e artistica. Tomas Transtromer nacque a Stoccolma nel 1931: suo padre faceva il giornalista e sua madre era una maestra elementare. Oltre ad essere scrittore, Transtromer era anche psicologo: aveva infatti conseguito la laurea nel 1956, e in seguito aveva cominciato a lavorare in un istituto per minorenni disadattati, ma si occupò anche di tossicodipendenti, disabili e carcerati. Ai tempi della laurea, aveva già aveva pubblicato una prima raccolta di poesie, dal titolo Diciassette poesie, tra le quali vi erano anche dei versi che aveva composto quando non aveva che tredici anni. Quella raccolta fu pubblicata da una delle più importanti case editrici europee, Bonnier. Da quel momento in poi, la sua vita attiva, che lo vedeva impegnarsi nella psicologia, continuò di pari passo a quella contemplativa, quella delle poesie: Transtromer aveva evidentemente un animo eclettico, che sentiva il bisogno di esprimersi in diversi modi. Ad esempio, era un eccellente pianista, e nei suoi versi riversava tutta la sua anima, i suoi pensieri, i suoi turbamenti, con lucidità ed incisività. Iniziò così a farsi conoscere ben presto al pubblico svedese, ma la sua arte doveva necessariamente varcare i confini nazionali. Grazie all’amicizia con Robert Bly, un altro noto poeta, di nazionalità statunitense, le poesie di Transtromer vennero tradotte in lingua anglosassone, e iniziarono ad essere apprezzate anche nel resto del mondo. In patria, Transtromer ricevette il prestigioso premio Nordic Council Literatury Prize, nel 1990, e quello stesso anno ebbe anche il Struga Poetry Evenings, un premio macedone che è stato assegnato, storicamente, solo ai maggiori rappresentanti della letteratura mondiale. I premi furono sempre dati in riconoscimento alle sue liriche: infatti lavori di prosa, soprattutto traduzioni, non furono mai particolarmente apprezzati. Invece, sempre molto lodate dalla critica sono state le sue poesie, che Transtromer continuò a scrivere anche dopo il 1990, data che per lui significò le due grandi soddisfazioni ricordate prima, ma anche la perdita dell’uso della parola a seguito di un grave ictus. Questo indebolì il suo fisico, ma non fiaccò la sua anima: il poeta continuò a suonare il piano, usando una sola mano, e a scrivere le sue liriche, con parole intrise di misticismo e spiritualità, fino a pochi mesi prima della sua morte, che è avvenuta il 27 marzo 2015, quando aveva 83 anni, in seguito ad una breve malattia. Nel 2011, Transtromer aveva ricevuto il premio più importante in assoluto della sua carriera letteraria: il Nobel per la Letteratura. La motivazione che fu data, quando gli fu assegnato questo premio, è che attraverso le parole delle sue poesie, lo scrittore era riuscito a dare una nuova visione della realtà, trasformata e trasfigurata, ma proprio per questo ancora più incisiva. Alcuni detrattori infatti avevano in passato accusato Transtromer di essere troppo attaccato a delle modalità tradizionali di scrittura, e di essersi sempre tenuto troppo lontano dalla modernità e dai nuovi orientamenti che aveva preso la letteratura europea: ma Bly lo difendeva definendolo un magico realista. In questa definizione è ben riassunta la natura intima della poesia di Transtromer che, come si diceva, affondava le sue radici in una realtà di disagio e sofferenza, quella dei malati di mente con cui lui lavorava quotidianamente, ma poi riusciva a trasformare quelle realtà in immagini lucide e commoventi. In Italia, le poesie di Transtromer son ostate pubblicate dall’editore Crocetti: nel 2011, in occasione del Nobel ,è uscito Il grande mistero, una raccolta di haiku, ovvero brevissime liriche. In precedenza, nel 2008, era stato pubblicato, sempre da Crocetti, anche Poesia del silenzio; altre liriche del poeta erano state incluse nella raccolta del 1996 Antologia della poesia svedese contemporanea.