Stasera a Che tempo che fa ci sarà lattore Paolo Villaggio. Nato a Genova l’ultimo giorno dell’anno 1932, è non solo attore cinematografico, ma anche teatrale, oltre che scrittore.  considerato uno dei primi attori brillanti del cinema italiano del dopoguerra che attraverso la satira presente nelle pellicole che ha interpretato e spesso sceneggiato è riuscito ad accendere i riflettori sui problemi della società nostrana. La sua infanzia è molto complicata in conseguenza della guerra e sulle esperienze vissute nel corso del secondo conflitto mondiale, con l’ironia e il sarcasmo che negli ultimi anni lo hanno portato a rilasciare dichiarazioni che hanno dato luogo a forti polemiche, ha spesso dichiarato di essere stato costretto in quel periodo a seguire una dieta “imposta non dalla voglia di apparire ma dalla povertà”. La sua vena ironica e disincantata la si può percepire ancora appieno non solo dalle interviste, ma anche da come reagisce alle tante false notizie inerenti la sua morte, che periodicamente vengono diffuse.



Paolo Villaggio comincia a lavorare in giovane età ed è nel corso del lavoro come impiegato presso la Consider che comincia a germogliare in lui l’idea del personaggio che gli darà il successo: quello del ragioniere Ugo Fantozzi. A rendersi conto di avere di fronte un artista con tutti i crismi per sfondare è però Maurizio Costanzo, il quale nel 1967 lo spinge ad esibirsi in un locale della capitale. Le sue ottime prove di cabaret lo portano al programma “Bontà loro”, dove ottiene una prima consacrazione grazie ai suoi personaggi, simbolo di una società dove l’uomo comune è aggressivo, sottomesso e vile. Dopo questa esperienza passa alla scrittura e riesce a far pubblicare su “L’Espresso” i brevi racconti che hanno come protagonista il personaggio di Ugo Fantozzi, il cui microcosmo e le cui caratteristiche caratteriali sono già quelle che poi si avrà modo di apprezzare negli anni successivi nelle trasposizioni sul grande schermo. All’inizio degli anni ’70 e precisamente nel 1971 la Rizzoli pubblica “Fantozzi”, e Villaggio acquisisce una fama di livello internazionale. Il libro sarà seguito da altri due aventi come protagonista sempre Fantozzi e questo darà modo all’artista genovese, che aveva già avuto modo di lavorare sul grande schermo, di farsi conoscere anche in questo ambito.



Il primo film della saga di Fantozzi è del 1975 e ne seguiranno ben nove. Tuttavia la carriera cinematografica di Villaggio, che l’artista ha messo un po’da parte in questi ultimi anni prediligendo il teatro e la scrittura, che non ha mai realmente abbandonato e che gli ha dato modo qualche anno fa di pubblicare anche la propria autobiografia e in questi ultimissimi anni libri di critica sulla società odierna, è fatta anche da pellicole con maestri come Federico Fellini, Lina Wertmuller e Gabriele Salvatores. Non si può non menzionare la sua attività teatrale, nel corso della quale ha avuto modo di interpretare opere di Molière, nonchè opere da lui stesso concepite. Nei primi anni Duemila è tornato a lavorare con una certa costanza in televisione, partecipando ad alcune produzioni televisive andate in onda sia sugli schermi Rai che su quelli Mediaset. 



Ora è da poco tornato nelle librerie con una graphic novel incentrata sul personaggio di Fantozzi di cui è sceneggiatore, a riprova di come sia artista poliedrico capace di cimentarsi nei generi più disparati. Infine, vanno ricordati i premi che ha ricevuto nel corso della sua carriera, tra cui senza dubbio spiccano il “David di Donatello” ottenuto nel 1990 per la sua prova ne “La voce della luna” di Federico Fellini e il “Leone d’oro alla carriera” che gli è stato assegnato sei anni dopo.