Cosa succederà domani sera, nella seconda e ultima parte del film dedicato a Pietro Mennea? Il velocista italiano sarà alle prese con la sua relazione damore con Manuela ma soprattutto con la sua straordinaria carriera, fatta di delusioni ma soprattutto di grandi successi. Dapprima ci saranno le difficoltà delle Olimpiadi di Montreal del 76 che determineranno la rottura dei rapporti con Vittori: in quelloccasione, a causa dei suoi conflitti con i vertici della Fidal, non aveva infatti potuto essere il suo preparatore tecnico e Mennea si era sentito abbandonato. I rapporti incrinati ritroveranno lequilibrio quando alle Universiadi del Messico, combatteranno insieme, per battere il record mondiale detenuto dal grande Tommie Smith. Lincoronazione come uomo più veloce del mondo non tarderà ad arrivare, perché Mennea conquisterà loro. Da lì inizierà un periodo oscuro per latleta con le fallimentari Olimpiadi di Mosca, ma lincontro con lo stimato Borzov riaccenderà in lui la voglia di vincere e la fiducia in se stesso.
Il momento tanto temuto arriva ma Mennea si classifica solo terzo. Un buon risultato per tutti tranne che per lui, ormai demotivato e spento. La tragedia terroristica di Monaco, culminata con luccisione degli undici atleti israeliani, lo deprime e abbatte ancora di più. Pietro torna da Monaco completamente sfiduciato e sotto shock. Vive un periodo di confusione in cui inizia a ripensare alla sua vita, a riconsiderare il suo rapporto con Carlotta che non riesce a stargli vicino, e anche la possibilità di proseguire gli studi. Dopo mesi di perplessità il maestro Vittoni riesce a riaccendere lacuto senso di sfida ma soprattutto lentusiasmo che hanno sempre contraddistinto leroe di Barletta. Con pazienza e devozione Pietro ritrova la fiducia e lequilibrio di una vita vissuta, tra le gare e la facoltà di legge. Sul primo fronte otterrà la sua più grande rivincita personale, salendo sul primo gradino del podio agli Europei di Nizza del 75, battendo Borzov. Sul secondo, lincontro con la bella Manuela che, da compagna di studi diventerà la sua compagna, cambierà per sempre la sua vita.
Il percorso intrapreso sarà sempre più difficile, il successo richiede sacrificio e forza di volontà. Vittori cerca di preparare Pietro a quella che sarà la sua vita da quel momento in poi: arrivano i primi successi, la popolarità lo travolge, mentre la famiglia apprende le sue eroiche gesta proprio dai giornali che lo celebrano. E anche Carlotta si accorge di lui. I due iniziano una relazione, Pietro è completamente rapito dalla sua bellezza e intelligenza. Intanto leroe di Barletta che sta conquistando il mondo dellatletica ha uno scoglio da superare se vuole essere il migliore, ovvero latleta russo Borzov su cui sono puntati tutti gli occhi. Nel 1971 Pietro conquista il record italiano sui 200 piani, ma la vera sfida è Monaco dove se la vedrà con Borzov. Prima di partire, va a Barletta per riabbracciare la famiglia, orgogliosa di lui. In una conferenza stampa che precede le Olimpiadi Pietro deve sottostare alle domande insidiose dei giornalisti che lo descrivono come il ragazzo dalle umili origini, troppo inesperto e gracile, per battere Borzov. Qui lincontro con Gianni Minà.
Pietro lascia Barletta e inizia il suo percorso da professionista a Formia. Qui i primi scontri con qualche compagno troppo competitivo e i duri allenamenti lo mettono a dura prova. Pietro sente la mancanza di casa ma è deciso a non arrendersi, più i sogni sono grandi e più lo sforzo richiesto è maggiore, è questo linsegnamento tratto dal suo maestro Vittori, un uomo duro che riesce a spronarlo e a temprarlo. Pietro ha una grandissima forza di volontà, sono un nero, un terrone dentro, quelli come me sono costretti a vincere dice e così il maestro lo mette alla prova costringendolo a restare in loco per le vacanze di Natale. Mentre tutti sono a casa per le feste, Pietro resta da solo passando le sue giornate ad allenarsi. La notte di Capodanno la passerà cenando insieme allunico rimasto al centro, il cuoco. Ma qualcosa nellaria si appresta a cambiare, Pietro conosce Carlotta. Intanto il maestro Vittori, al suo ritorno, gli comunica che ha passato le seleziona per i campionati nazionali.
Quando la polisportiva locale, la Avis Barletta lo nota, Pietro ha finalmente modo di esprimere il suo talento, la gioia di stringere la prima maglietta, la felicità delle prime gare vinte ci consegnano un Pietro Mennea adolescente sempre più concentrato sulla corsa, al punto di mettersi anche in qualche guaio con la polizia. Mentre la madre è un po restia, perché preoccupata per i suoi studi, il padre esprime il suo orgoglio in modo più genuino, in corpo chai la benzina al posto del sangue gli dice. Durante una trasferta dellAvis a Formia Pietro vede in tv, alle Olimpiadi del Messico, il grande Tommie Smith tagliare il traguardo vincendo. Da quel momento la sua vita è segnata, sa chi vuole diventare e il giorno dopo lo dimostra in una gara, sotto lo sguardo soddisfatto del grande tecnico federale Carlo Vittori (Barbareschi). Il carattere turbolento di Pietro si fa subito notare quando il tecnico dice che, nonostante la sua bravura, non è ancora il momento di portarlo con sé a Formia. Pietro torna a casa deluso ma dopo pochi giorni riceve una telefonata da Vittori: il suo talento sta iniziando a dare i frutti, questo sarà il primo passo verso quella carriera che Pietro sin da piccolo ha sempre sognato.
Le gesta di un figlio del sud che riesce ad arrivare in cima al podio dice Ricky Tognazzi nel parlare del grande velocista italiano Pietro Mennea. Ad anticipare il film un contributo del cast e del regista che raccontano aneddoti sul grande campione, nonché la loro esperienza nel mettere in scena la sua vita. Il film parte con il grande traguardo delle Olimpiadi di Mosca del 1980 in cui Mennea si vede scorrere davanti tutta la sua vita: la sua voce off, mentre è ai blocchi di partenza per la conquista delloro olimpico, recita che il tempo non esiste, quello contro cui corriamo non è il tempo ma noi stessi. Dopo questo breve frammento parte il lungo flashback della vita di Mennea che ha inizio dalla sua infanzia, vissuta a Barletta in una famiglia dalle umili origini: Pietro aiuta suo padre Salvatore nel lavoro, ma a scuola si distingue già per le sue doti, è il più veloce di tutti. La corsa è per lui immensa fonte di gioia, evasione e vitalità. Ma quando lamichetta Martina, lunica con cui ha iniziato a condividere la sua passione, abbandona Barletta, Pietro è depresso, smette di mangiare e perfino di correre. Lunetta Savino, nei panni di sua madre, cerca di consolarlo. Io sarò sempre Pietro con le scarpe rotte tuona il bambino.
Questa sera su Rai Uno va in onda la prima puntata della miniserie “Pietro Mennea – La freccia del Sud”. In questo episodio della fiction vedremo Pietro Mennea ai blocchi di partenza della finale dei 200 metri alle Olimpiadi di Mosca del 1980. L’atleta, interpretato da Michele Riondino, ripensa alla sua vita: da quando era uno studente a Barletta, l’incontro con Carlo Vittori, la partenza per Formia. Vi ricordiamo che oltre a poter vedere “Pietro Mennea – La freccia del Sud”, la fiction sarà visibile anche in diretta streaming su Rai Tv: cliccate qui per vederla
Pietro Mennea è un velocista italiano, la sua specialità erano i 200 metri, Pietro Menna è la caparbietà, riscatto del sud, fascio di nervi e Barletta: con queste parole, un un video disponibile su Ray, coloro che hanno lavorato alla miniserie Pietro Menna – La freccia del sud descrivono chi è il protagonista che hanno deciso di portare sul piccolo schermo. Lattore che ha preso i panni del velocista, Michele Riondino, ha inoltre aggiunto Posso dire di sentirmi in simbiosi, e perché è pugliese come me, perché ama le sue radici e la spinta che lui ha avuto dalla vita vissuta giù in famiglia e con gli amici giù a Barletta è la mia stessa esperienza. Lunetta Savino, che interpreta il ruolo della madre di Pietro Mennea, afferma la madre lha contrastato per tutta la vita, perlomeno finché non è diventato un campione; e infine viene sottolineato il fulcro centrale della fiction: raccontiamo le gesta di un figlio del sud che riesce ad arrivare in cima al mondo, riesce a portare sul podio più alto non solo sé stesso ma tutto il suo popolo. Clicca qui per vedere il video, disponibile su Ray, con le parole del cast della fiction Pietro Mennea – La freccia del sud.
In unintervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair, Michele Riondino – che ha preso i panni di Pietro Mennea a cui è dedicata la fiction che debutterà stasera in prima serata – ha spiegato quali sono stati i momenti più difficili delle riprese. Innanzitutto, per calarsi nei panni dellatleta, lattore ha dovuto affrontare una allenamento intenso, durato due mesi e mezzo. Mi sono allenato per due mesi e mezzo per tre ore al giorno. Ho seguito una dieta ferrea e un allenamento con degli atleti veri. E stata dura, ma come insegna Pietro: ci vuole disciplina e determinazione per raggiungere i risultati ha affermato Riondino, specificando poi uno dei momenti più ardui sul set: per 15 giorni abbiamo girato tutte le scene delle gare. Ecco, un giorno ho rischiato quasi linfarto. Dallesperienza, però, ha certamente portato a casa molto di positivo: Riondino racconta che laspetto fondamentale che gli è rimasto impresso di Mennea è proprio la sua forza di volontà. E lingrediente che lo ha reso campione.
Michele Riondino sarà il protagonista della fiction Pietro Mennea – La freccia del sud, che prenderà il via oggi – domenica 29 marzo 2015 – su Rai 1: lui interpreterà proprio la figura dellatleta pugliese scomparso due anni fa e del quale si racconta la storia. Io penso che chiunque cominci a praticare sport e quindi parlo di non giovani, ma super giovani, di chiunque in fase pre-adolescenziale cominci ad avvicinarsi ad unattività sportiva debba conoscere la figura di Pietro Mennea ha confermato lattore in unintervista a Ray parlando proprio della miniserie, continuando poi con una riflessione su velocista e sullamore per una disciplina sportiva. Lo sport è lesaltazione della bellezza del corpo umano: un atleta gioca e lavora con lunico suo strumento, il proprio corpo. Quindi lamore per sé è fondamentale e Pietro ci insegna che lui ha amato così tanto il suo corpo ed era così tanto in ascolto del suo corpo che ha lasciato fuori dal suo mondo gli affetti, le origini, i sentimenti. Ecco quello è un aspetto forse un po patologico, però per chi vive lamore per una disciplina e questamore è smodato, è incondizionato, troverà in Pietro Mennea davvero un esempio da seguire. Clicca qui per vedere il video con lintervista a Michele Riondino su Ray.
Debutta stasera, domenica 29 marzo 2015 su Rai 1, la fiction Pietro Mennea – La Freccia del Sud, che racconta la storia dellomonimo velocista pugliese che ha vinto la Medaglia doro alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e detiene tuttora il record europeo dei 200 metri piani (1972). Per la regia di Ricky Tognazzi, il film nasce da una collaborazione tra Rai Fiction e Casanova Multimedia e il ruolo del corridore Mennea, a due anni dalla sua scomparsa, sarà interpretato dallattore Michele Riondino. A completare il cast ci saranno Elena Radonicich nei panni della moglie dellatleta, Manuela; Gian Marco Tognazzi in quelli di Masi, funzionario FIDAL; Nicola Rignanese in quelli del padre, sarto di professione e accanito sostenitore delle capacità di Pietro e infine Lunetta Savino in quelli di sua madre. Per concludere, ma non meno importante, ci sarà anche Luca Barbareschi (che ha fatto anche da produttore) che interpreta il ruolo di Carlo Vittori, allenatore di Mennea ed eccellente tecnico federale. La prima puntata in onda oggi (la seconda prenderà il via domani, 30 marzo 2015, alla stessa ora su Rai 1) comincia proprio dalle Olimpiadi del 1980 a Mosca: quando Pietro si trova fermo ai blocchi di partenza, con lopportunità di portare a casa il più grande trofeo che un atleta possa conquistare, ripensa alla strada che ha fatto per arrivare a quellesperienza. Si torna dunque a Barletta, durante gli anni dellinfanzia e delladolescenza. Il giovane Mennea mentre frequenta la scuola e aiuta Salvatore, il padre, si distingue già come uno tra i più veloci allinterno del gruppo di coetanei e in breve tempo viene notato dalla Polisportiva locale e in seguito anche da Carlo Vittori, che lo porta con sé alla prestigiosa Scuola Nazionale di Atletica Bruno Zauli. In quel periodo Pietro affronta degli allenamenti durissimi e conosce il suo primo amore, Carlotta. Nel 1971 arriva il primo traguardo importante: il velocista segna il record italiano sui 200 metri piani. In seguito, arrivano le Olimpiadi di Monaco del 1972 dove si classifica terzo: un risultato ottimo che però riesce comunque a incrementare linquietudine e anche la voglia di perfezionarsi di Mennea. Inoltre, lo shoc provocato dal rapimento e dalluccisione di undici atleti israeliani da parte di Settembre Nero lo colpisce duramente e lo porta a un confronto netto con Carlotta.