Ieri sera, domenica 29 marzo 2015, è andata in onda una nuova puntata di Che tempo che fa su Rai 3: ecco quello che è successo. Il primo a sedersi sulla poltrona di fronte a Fazio dopo i saluti di rito del conduttore è stata Micaela Ramazzotti, è stata introdotta da una clip de “Anni Felici”. L’attrice è in studio per presentare il suo ultimo film, “Ho ucciso Napoleone” e afferma scherzosamente di sentirsi a disagio e di augurarsi di far bene l’intervista. Si inizia parlando della sua passione per il mondo della botanica e della primavera e scherzando sul fatto che da il Polase alle piante. Fazio quindi le chiede se è vero, come dice qualcuno a lei molto vicino, che ha un “carattere orribile, è un genio, una grande artista, ma una iena”. Questa è la definizione data da Paolo Virzì e l’attrice scherza sul fatto che il marito le ha tolto le chiavi di casa prima che lei si recasse in studio da Fazio. L’attenzione si sposta sui suoi inizi e Micaela Ramazzotti racconta dei primi fotoromanzi e di come da sempre vive con la “paura di non essere all’altezza” e come studi tanto perchè sente sempre di essere inadeguata. Parlando del film che la vede protagonista, afferma che il suo personaggio è la tipica donna in carriera “che non vuole avere impegni me pensare a lavorare e basta” e come il regista “ha voluto portare sullo schermo una donna che non è edificante, un personaggio tutto tranne che gradevole”. Dopo aver lanciato una clip del film, Fazio le chiede come è stato lavorare con un regista così giovane e la Ramazzotti ha affermato che “ha uno sguardo pulp molto innovativo”. Quindi quando le è stato chiesto chi è il regista che preferisce tra quelli con cui ha lavorato svela che “vedere la clip di Anni Felici” (regia di Daniele Luchetti, ndr) “le ha fatto molto piacere”. Dopo aver salutato Micaela Ramazzotti con Fazio che le ha donato un palette da giardino, entra in studio Paolo Villaggio. In questi giorni sono 40 anni dal primo film di Fantozzi e Fazio chiede a Villaggio se “odia un poco Fantozzi” e l’artista afferma di no anche se sa che tutti lo ricorderanno per quel personaggio. Quindi Villaggio parla della morte, affermando come si arrabbi all’idea di doversene andare e di invecchiare e dover lasciare “questa cosa meravigliosa che è la vita” e come invecchiare lo infastidisca all’idea “di tutto quello che non si può vedere dopo che si è morti”. Fazio lancia quindi una clip che riassume l’epopea di Fantozzi e tornati in studio Villaggio spiega perché il suo personaggio sopravviverà e racconta come la figlia di Fantozzi fosse “un nano tunisino di una cinquantina d’anni”. Quindi racconta di come quasi per caso ha cominciato a impersonare il personaggio di Fantozzi sul grande schermo dopo averlo portato al successo in libreria, ricordando come “non si trovava un attore che soddisfacesse la produzione” e alla fine scelsero lui.



Quindi discutono su come Fantozzi abbia inciso sul linguaggio dei tempi a simbolo dell’uomo che cerca di elevarsi socialmente, non vi riesce e alla fine accetta il suo destino. Fazio gli chiede se “Fantozzi incarna l’uomo medio o mediocre” e Villaggio afferma che nel momento storico attuale la “condizione di Fantozzi è un qualcosa di molto diffuso, soprattutto fra i più giovani” per poi aggiungere però che “i giovani d’oggi sono anche un po’ viziati” e che quelli che hanno veramente “fame” ce la fanno. Fazio pone quindi l’accento su come oggi il posto fisso sia una chimera e Villaggio aggiunge che chi è stato giovane ai suoi tempi era più fortunato “ma in fondo anche più felice”. Quindi si concentra su una cosa che afferma di aver notato, ovvero l’eccessivo consumo di alcolici da parte dei giovanissimi e afferma che si tratta di una “insidia che non va sottovalutata”. Fazio gli chiede, tornando a parlare dei film di Fantozzi, quale sia la scena che preferisce e quella per lui imperdibile e su quest’ultima domanda la risposta non può che essere quella sulla corazzata Potemkin. Quindi Fazio ricorda a tutti che l’attore sarà in teatro da ottobre con uno spettacolo dove reciterà De Andrè e dopo un siparietto sul funerale di Villaggio lo saluta e manda la pubblicità.



Dopo la pausa entra in studio Enrico Mentana, che in questi giorni festeggia i 35 anni sul piccolo schermo, dove il proprio esordio avvenne con la diretta del matrimonio tra Carlo e Diana. Le prime battute dell’intervista sono su come la nostra vita sia diventata ormai qualcosa che può essere “mandata in onda” da un momento all’altro e Mentana mette l’accento su come “con un semplice cellulare un terrorista può mandare in diretta un proprio atto di violenza”. Mentana parla della propria come dell’ultima generazione di giornalismo concepito come un tempo” perché oggi “tutti sanno tutto, in cento modi diversi” e quindi secondo lui “è necessario qualcuno che razionalizzi per spiegare i fatti salienti” una sorta di “signore che metta in fila per te i fatti più importanti, ogni giorno”.



Fazio gli chiede se c’è “assuefazione alla politica” e Mentana afferma che “Renzi sta sfruttando il momento” e che “il M5S si è messo nel proprio recinto, mentre la minoranza del PD e il centrodestra sembrano senza guida”. Mentana afferma che Renzi “ha avuto la fortuna di salire alla ribalta nel momento della crisi di Berlusconi” ma ha aggiunto che pur essendo arrivato come un uragano “non basta più”. Mentana afferma quindi che “il raggiungimento del potere è lo scopo di tutti i politici” e che ciò “è normale, è lo stato di natura”. Quindi mette l’accento su come la forza del premier è aver vinto “la scalata al proprio partito”. Sulle unioni omosessuali Mentana afferma di “non essere sicuro la legge veda la luce”. Parlando di Landini afferma che “gli spazi esistono per essere riempiti” e che “Renzi ha lasciato uno spazio a sinistra” dove Landini sta andando a riempire il vuoto lasciato dalla fine dell’epoca di Vendola. Parlando della scelta di Rai News di non mandare in onda i video del Califfato, Mentana afferma di “non averne mai trasmessi” ma che bisogna valutare il caso specifico e che se “un video è giornalisticamente importante, va trasmesso”. Arriva il momento dei saluti, con Fazio che lo congeda dopo aver mandato in onda una imitazione di Mentana fatta ovviamente da Maurizio Crozza.

Arriva quindi il momento di Luciana Littizzetto, che prende in giro Fazio affermando che “finita l’intervista con la Ramazzotti” il conduttore aveva “la faccia di un calabrone sul parabrezza”. La comica è tornata sulla polemica innescata dalla sua battuta sulle suore di clausura e ha scherzato sul fatto che delle suore di clausura abbiano Facebook, svelando come lei Facebook non lo abbia e invitando quindi le suore a criticarla postando sul profilo twitter di Fazio. La Littizzetto specifica come non abbia mai affermato che “le suore di clausura sono represse” e spiega in modo dettagliato quanto da lei affermato nella puntata che ha dato il là alle polemiche. Quindi afferma che non parlerà più di politica e religione ma “solo di un c@zzo”. Cita quindi Rocco Siffredi e la sua intenzione di “cambiare vita dopo l’esperienza dell’Isola dei Famosi”, scherzando sul fatto che magari deciderà di fare il monaco trappista. Parla quindi della Boldrini e della sua battaglia contro le parole italiane “declinate solo al maschile” e afferma che la cosa la lascia perplessa e che il vero problema su cui soffermarsi dovrebbe essere la differenza di stipendio tra un uomo e una donna che facciano lo stesso lavoro. A questo punto invita a entrare in studio Marina Viola: scopriamo che ha un blog dal titolo “Pensieri e parole” e che si è trasferita a Boston nel lontano 1980. Parla di quella che è la sua seconda prova letteraria, dal titolo “Storia del mio bambino perfetto”, toccante libro autobiografico sulla sua esperienza con un figlio gravemente malato e con la sindrome di Down. Il suo è l’intervento che chiude questa puntata e Fazio ricorda a tutti che il programma tornerà in onda tra 2 settimane.

Replica Che tempo che fa, puntata 29 marzo 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere o rivedere la puntata di Che tempo che fa grazie al servizio di video streaming proposto da Rai.tv, cliccando qui