Fallita la prima gara Mennea sente di aver deluso le aspettative di tutti, ha degli attimi di ripensamento: ad attenderlo ci sono ancora i 200 metri ma il campione sembra voler chiudere prima i giochi, vive la sconfitta come una colpa e non riesce ad essere distaccato dice Manuela. E mentre questultima si decide a partire per dargli supporto nonostante le incomprensioni, Pietro si imbatte nel suo avversario di sempre Borzov le cui parole gli faranno ritrovare la voglia di scendere in pista e gareggiare per la vittoria. La sera prima della gara a dargli uno speciale in bocca al lupo è il discorso ricco di commozione del maestro Vittori, nonché il caloroso abbraccio della sua Manuela questa volta a fare il tifo per lui direttamente dagli spalti mentre tutti a Barletta sono raccolti attorno al televisore in attesa che Pietro spicchi lultimo volo. Una sfida da brivido in cui Pietro perde terreno ma poi, con un miracoloso recupero, sbaraglia gli avversari e, levando le braccia al cielo e ululando di gioia, acciuffa la sua meritata vittoria. Un momento catartico che non esclude lacrime anche tra i milioni di telespettatori che lo hanno seguito e ricordato così.



Di ritorno da Città del Messico Pietro torna a Barletta per i festeggiamenti e porta con sé Manuela. Una tavola imbandita e un profluvio di abbracci lo attendono. Oltre alla medaglia doro Pietro ha unaltra sorpresa che farà felice soprattutto la madre Vincenzina: in questi anni è riuscito a conseguire la laurea in Scienze politiche. I genitori sono pieni di orgoglio per un figlio che ha dato loro solo soddisfazioni e che si è sempre impegnato al massimo. Sarà proprio la mamma a spronarlo verso la conquista delloro alle Olimpiadi di Mosca a cui Pietro si sta già preparando. Ha 28 anni e questa sarà la sua ultima possibilità, la sua ultima sfida e vuole chiudere in bellezza. Ma quando viene resa uffciale la notizia che lItalia ha deciso di boicottare le Olimpiadi in seguito allinvasione dellAfghanistan, Pietro esplode di rabbia e finisce per litigare con Manuela, pieno di rancore. Prende la situazione in mano e cerca di persuadere la Fidal a promuovere i reali valori dello sport in quanto le Olimpiadi sarebbero unoccasione di condivisione dello spirito di fratellanza. Pietro Mennea riesce a gareggiare ma arriva solo sesto alla gara dei 100 metri e così si chiude un un religioso silenzio per smaltire delusione e amarezza. 



Pietro e Vittori riescono nel loro obiettivo, grazie allintervento di Montezemolo, sono riusciti a negoziare la partecipazione alle Universiadi del Messico con la Fidal. Mennea è in fibrillazione, il traguardo sognato sin da bambino è vicino, e questa volta non può fallire. Manuela lo segue da casa in ansia, è preoccupata che unaltra sconfitta possa ucciderlo e che latletica sia tornata ad essere la sua unica ossessione. Vivere al fianco di un campione mondiale, doverlo sostenere e doversi accontentare di essere sempre la seconda priorità diventa sempre più difficile per lei. Intanto tutto è pronto per la gara di Città del Messico: una colonna sonora empatica e una fotografia in bianco e nero incorniciano il momento catartico della corsa, venti secondi vissuti al ralenty che consegneranno a Mennea il record di uomo più veloce del mondo. Il ragazzo dalle scarpe rotte riesce a strappare il record di uomo più veloce del mondo al suo mentore Tommie Smith.



Pietro cerca di riprendere in mano la sua vita, provando invano a smaltire il fardello di quella bruciante sconfitta. Agli allenamenti è fiacco, il suo sguardo è spento. Ma quando tutto sembra sia perduto, fa una scoperta che cambierà lo stato delle cose, soprattutto il suo rapporto con Vittori. Gianni Minà gli rivela la verità sui fatti di Montreal: il maestro non si era dimesso ma era stato espulso. E ora che Pietro lo sa corre da lui, implorandolo di ritornare ad essere il suo allenatore per aiutarlo a vincere il record mondiale detenuto da Tommie Smith e coronare insieme quello che è sempre stato il loro sogno comune. Gli Europei di Praga sono alle porte e Mennea ha ritrovato il suo mentore e la carica necessaria a vincere. Lincetta di medaglie gli darà ragione e lo farà volare dritto alle Universiadi del Messico 79. I vertici Fidal non sono daccordo, vorrebbero invece farlo gareggiare alle Olimpiadi del Canada. 

Nonostante lastio tra i due, il maestro Vittori decide comunque di seguire il suo migliore allievo a Montreal per supportarlo nella sfida olimpica che lo attende. Qui lo aiuta nella preparazione ma mentre sono nei boschi ha unimprovvisa crisi di nervi. Dopo tanta tensione arriva il giorno tanto atteso, Mennea è pronto per scendere in campo e scattare dallalto dei suoi eroici piedi come una libellula. Solo venti i secondi in cui si deciderà tutto quello per cui si è lottato una vita. Ma questa volta non basteranno a far brillare il genio di Mennea che arriverà solo quarto, nella frustrazione e demotivazione generale. Vittori lo raggiunge a fine gara negli spogliatoi, ma Pietro non riesce neanche a guardarlo negli occhi, alza il volto solo per gridargli in faccia tutta la sua rabbia. Si è sentito abbandonato in quella che era una delle occasioni più importanti della sua vita. Così, rammaricato e arrabbiato, lo caccia lasciando intendere che i rapporti tra di loro non saranno più come una volta. Tra quattro lunghi anni la prossima occasione, Pietro è depresso e neanche le parole di Manuela riescono ad alleggerire il peso della sconfitta.

La seconda e ultima puntata della fiction dedicata al genio velocista di Mennea inizia con Pietro alle prese con i preparativi per le Olimpiadi di Montreal del 76. Mentre i preparativi fervono inizia a frequentare Manuela, la ragazza conosciuta alluniversità, e trova in lei una spalla, una persona che sa ascoltarlo e dargli serenità. Un amore che sboccia velocemente, dai loro sguardi complici, durante le loro giornate al parco. E mentre Pietro è distratto dalla piacevole compagnia di Manuela, Vittori entra in conflitto con i vertici Fidal da cui viene sanzionato ed espulso. Nel comunicarlo a Pietro, però, gli mente dicendo che ha deciso di rassegnare volontariamente le dimissioni, scaturendo una violenta reazione nell giovane velocista che lo accusa di averlo abbandonato. A un mese dalle gare, infatti, Pietro si ritrova senza un allenatore e una strategia atletica da seguire. Non crede di farcela e così trova conforto tra le braccia amorevoli di Manuela che lo sprona a non arrendersi.

Va in onda questa sera su Rai Uno la seconda e ultima puntata della miniserie “Pietro Mennea – La freccia del Sud”. In questo episodio conclusivo della fiction vedremo Pietro e Manuela cominciare la loro storia d’amore. La sconfitta ai Giochi di Montreal allontanerà però Mennea da Vittori. I due si riavvicineranno  e alle Universiadi di Città del Messico Mennea stabilirà un record che diventerà storico.   Vi ricordiamo che oltre a poter vedere “Pietro Mennea – La freccia del Sud” sintonizzandovi su Rai Uno, la fiction sarà visibile in diretta streaming su Rai Tv: cliccate qui per vederla 

Altro protagonista indiscusso della fiction Pietro Mennea – La freccia del sud – in onda stasera con la seconda è conclusiva puntata – è certamente l’attore Luca Barbareschi (anche produttore della miniserie) che veste i panni dell’allenatore nonché grande amico del pugliese. In un’intervista esclusiva rilasciata a Blogo Barbareschi ha spiegato perché si è scelto di portare sul piccolo schermo proprio la storia della vita di Mennea. “Volevo cerca di trovare un’empatia con il pubblico nel mondo dello sport, come sport pulito, come qualcosa che sia un messaggio un messaggio importante per i ragazzi, per quelli che oggi vogliono affrontare lo sport e pensare ad un modello costruttivo, che è quello di Mennea” ha esordito Barbareschi, definendo anche gli altri tasselli fondamentali, ossia l’amicizia tra il velocista e Vittori stesso, e anche quello che riguarda uno spaccato dell’Italia di un tempo. “…quando l’Italia correva. L’Italia deve ricominciare a correre” conclude. Per quanto riguardo il suo ruolo, invece, l’attore lo definisce un “burbero benefico“, in grado di mischiare efficacemente l’autorità paterna con il grande affetto che prova per i suoi figli.

Proprio dove lo avevamo lasciato nei primi minuti della fiction Pietro Mennea – La freccia del sud – che torna oggi, lunedì 30 marzo 2015, con lultima puntata su Rai 1 – lo ritroveremo: nel momento in cui il velocista pugliese si trova ai blocchi di partenza della fatidica gara che gli farà guadagnare la Medaglia doro alle Olimpiadi di Mosca, inizia a pensare a quello che ha vissuto fino a quel momento e la storia, in questo modo, comincia. Oggi per ci aspetta la puntata conclusiva e vedremo sul piccolo schermo proprio il momento della più grande vittoria  a cui un atleta possa ambire, e che Mennea ha conquistato nel 1980 sui 200 metri piani. Ho passato tutta la mia vita a lottare contro il tempo, nel tentativo di sottrargli anche solo un millesimo di secondo. Non è quello che facciamo tutti? Rincorrere il tempo per capire forse che il tempo non esiste e che corriamo solo verso noi stessi. Mi chiamo Pietro Mennea sono un velocista è quel che si sente nelle immagini di presentazione: stasera rivivremo, a due dalla scomparsa del grande campione, lemozione di vederlo trionfare. Clicca qui per il video

Una leggenda dello sport italiano che diventa fiction. Lui è il velocista Pietro Mennea e quello che la Rai gli dedica è un omaggio alla carriera, un ritratto celebrativo che ne tesse le lodi sia sportive che personali. Mennea rivive nel volto di Michele Riondino in un film diretto da Ricky Tognazzi: una vita intera raccontata in 200 minuti insufficienti ad approfondirne la fisionomia di eroe del quotidiano, consegnato alla storia per le sue imprese, ma impresso nelle menti anche per la sua umanità. Nella prima puntata la frettolosità narrativa fa da padrona: l’unica parentesi percepita come più dilatata, malgrado duri solo pochi minuti, è quella dedicata all’infanzia, culla della sua passione. Qui abbiamo il tempo di metabolizzare, di scivolare nella Barletta di Mennea e conoscere l’ambiente umile e genuino che lo ha forgiato. Dall’incontro con Vittori alle diverse Olimpiadi, il film prosegue con ritmo serrato ed eccessivamente didascalico, rischiando di diventare una mera summa di traguardi e insuccessi che non lasciano al telespettatore il tempo di assimilare. Per paura di tralasciare qualcosa Tognazzi assembla tutte le tessere del puzzle, una dopo l’altra, limitandosi ad azzeccarne l’incastro giusto, senza preoccuparsi di dare un po’ di respiro al personaggio, a farlo godere dei suoi successi e addolorare delle sue disfatte. Uno slalom a velocità supersonica nella carriera sportiva di Mennea che riesce comunque a emanare la vitalità e la passione del velocista, grazie a un Michele Riondino efficace, che dà colore alle vicende anche quando Tognazzi si fa prendere dalla smania della certosina cronistoria, smarrendo la potenza dei frammenti di quotidianità. Mennea sfida Borzov e il suo film gareggia con Il segreto in onda su Canale 5. Vedremo gli ascolti a chi consegneranno il primo gradino del podio. (Chiara Temperato)

Pietro Mennea da Barletta, come dici tu, lo sottolinei sempre sono state queste le parole del cronista che ha intervistato latleta pugliese nel 1979, che del canto suo si definisce un ragazzo del sud, senza pista: siamo alle Universiadi di Città del Messico del 79, dove Mennea sui 200 metri piani ha conquistato la medaglia doro e ha segnato il record mondiale rimasto tale fino al 1996, e che ancora può essere definito un record europeo, di 1972. Questo sport è umile e io sono partito con umiltà, ed è venuto fuori questo record aveva commentato il velocista appena dopo la corsa a Gianni Minà, e la sua video intervista è disponibile sul sito Ray, in attesa della seconda puntata della fiction a lui dedicata in onda stasera, lunedì 30 marzo 2015, su Rai 1. Lappuntamento di oggi mostra tutti i traguardi fondamentali nella carriera di Mennea, dal 1979 appunto, fino anche alla Medaglia doro delle Olimpiadi del 1980. Clicca qui per vedere il video dellintervista da Ray.

Va in onda questa sera, lunedì 30 marzo 2015, la seconda e ultima puntata della fiction Pietro Mennea – La freccia del sud, che racconta la storia del velocista pugliese scomparso due anni fa interpretato da Michele Riondino. Pietro continua la sua conoscenza con Manuela che diventa ben presto la donna più importante della sua vita, e nel frattempo procedono anche gli allenamenti in vista delle Olimpiadi di Montreal del 1976. Vittori, però, inizia a scontrarsi con la Federazione italiana atletica leggera e infine viene allontanato: non può seguire Pietro nella nuova sfida che ha davanti, ma non gli dice la verità per non correre il rischio che decida di ritirarsi. Semplicemente conferma di essersi dimesso e non di essere stato cacciato. Lo scontro tra i due è duro e Mennea, scoraggiato, si piazza solo al quarto posto.  Manuela la persona che gli sta vicino più di chiunque altro e gli dà la forza di rimettersi in gioco finché non scopre la verità su quanto successo al suo amico e insegnante e i due tornano a essere una squadra. Insieme vanno alle Universiadi di Messico 79, dove Pietro segna il record tuttoggi imbattuto (a livello europeo) di 1972 sui 200 metri. Il passo successivo sono le Olimpiadi in Russia del 1980 che vengono messe a rischio in primis dal Patto Atlantico, ma anche da un brutto litigio con Manuela. Pietro Mennea quellanno porta a casa la Medaglia doro.