Questa sera su Rai 2 va in onda in replica la prima puntata di Boss in incognito. Il protagonista sarà David Hassan, Presidente di 7 camicie, importante azienda operante nel settore dell’abbigliamento. Nato a Tripoli il 5 agosto del 1959, all’età di 8 anni è stato costretto a lasciare la Libia insieme alla famiglia a seguito dell’ostracismo decretato alla comunità ebraica da parte di re Idris. Spostatosi in Italia, a Roma, ha iniziato a pagarsi gli studi con piccole attività, lavorando come benzinaio, vendendo gelati, fungendo da ragazzo di bottega, apprendista, magazziniere, commesso e direttore di negozio. Ha quindi iniziato molto presto il suo percorso nel mondo imprenditoriale, soprattutto nel campo della moda, dove a partire dal 1985 ha iniziato a interessarsi sia del settore Retail che della produzione, puntando sulla formula del franchising. Nel 1991 ha creato il marchio David Saddler, seguito nove anni più tardi da 7 camicie e nel 2012 da Camicia Cafè. Brand che oggi vantano grande rinomanza internazionale, con oltre 360 negozi sparsi in più di quaranta paesi di ogni parte del globo. Unattività lunga e proficua, che gli ha consentito di ricevere il Franchising Awards nel 2010.
La sua visione imprenditoriale è incentrata soprattutto sulla necessità di fare squadra, al fine di guadagnare insieme agli altri, non sugli altri. Una visione che evidentemente non resta solo sulla carta, considerati i risultati ottenuti nel corso degli anni. sposato, ha cinque figli e la famiglia è la sua grande passione, insieme alla tecnologia, vista come il necessario corollario alla produzione. Il suo modus operandi punta sul massimo controllo di ogni fase della filiera aziendale, in modo da trarre il massimo da ogni risorsa dell’impresa. Nel corso di unintervista, ha voluto mettere in particolare evidenza il fatto che se gli affari sono affari, le imprese sono fatte dalle persone che ci lavorano. Proprio per creare lo spirito di squadra, il suo ambiente ideale deve fare leva sullo scambio proficuo di esperienze e sul rispetto reciproco. Un rispetto che non deve naturalmente impedire di mettere in rilievo le cose che non vanno, con l’evidente intento di sanare gli eventuali difetti riscontrati.
Il peccato più grande per un imprenditore è da lui indicato nella prosopopea, mentre a un giovane che avesse oggi voglia di intraprendere la strada dell’imprendtoria consiglia soprattutto determinazione e forza di volontà, oltre alla massima attenzione ai piccoli dettagli e al massimo controllo personale dei conti economici. Non devono poi mancare, naturalmente l’attenzione per l’aspetto umano e l’ausilio degli strumenti informatici, da lui reputati ormai indispensabili per allargare al massimo la potenziale platea cui proporre i prodotti in catalogo.
In un’altra intervista ha invece risposto al quesito riguardante il fatto di aver voluto puntare su un solo prodotto, la camicia, affermando che soltanto dalla specializzazione può nascere un grande prodotto capace di stabilire la reale differenza con le proposte della concorrenza. Inoltre, ha posto l’accento sul fatto che solo la produzione artigianale è in grado di garantire risultati ottimali, in quanto proprio l’occhio umano può esercitare la giusta critica verso i dettagli che non rientrano negli standard di eccellenza desiderati.