Ieri sera, giovedì 9 aprile 2015, su La7 è andata in onda una nuova puntata di Servizio Pubblico, il talk show condotto da Michele Santoro. Ecco cosa è successo: come sempre si parte con l’editoriale del presentatore, che descrive in breve come ci siamo ridotti, attaccati al nostro pc per sfogare un bel po’ della rabbia che portiamo dentro. Così facendo però siamo diventati dipendenti e crediamo a ogni cosa leggiamo, anche alle parole di un Salvini che per farla breve si limita a dire che ogni problema deriva dai rom. E poi in tutto questo un uomo entra in un tribunale e uccide ben quattro persone. Santoro si sente impotente, e questa puntata, ovviamente, ha inizio con un tono dimesso e molto amaro. Tira in ballo anche la sentenza della corte europea in merito al reato di tortura. Una nota definisce omertosa la nostra polizia, e Santoro sottolinea come ormai il criterio di responsabilità non è più attuato da nessuno. Non si paga per quello che si fa, e i nostri giorni sono folli. La storia italiana, quella di oggi, ancora in corso, è nelle mani di folli urlatori, che esprimono concetti contro il diverso che vanno contro la Costituzione. Il problema però è che la massa è ferma, immobile, e lascia che tutto scorra. Si parte da David Raggi, morto per un colpo di bottiglia alla gola, per mano di Amine Aassoul, marocchino espulso e rimasto in Italia clandestinamente.



La famiglia della vittima non vuol prendersela con gli immigrati in genere, ma a Terni, dov’è accaduto il tutto, la rabbia è tanta. Si vola poi a Mineo, il centro d’accoglienza più grande d’Europa, che ha 2mila posti ma occupa 3mila persone. Ci sono uomini che fuggono e offrono pochi soldi per un passaggio. Di Pietro analizza quanto avvenuto a Milano stamattina e non definisce l’assassino un folle. Parla dei fatti e dice che coscientemente ha deciso di uccidere delle persone. Il tribunale dovrebbe essere controllato come un aeroporto, dice, e invece con un tesserino si passa sereni. Tutti sano qual è la situazione sicurezza, e oggi i politici si stupiscono fintamente, parlando di falla nel sistema. Di Maio, molto nervoso, attacca la classe politica, che invita a star zitta e far solo le condoglianze. Le forze dell’ordine, dice, vengono gestite male e non si assicura la dovuta sicurezza ai cittadini. Parla poi Francesco Simone del caso della metanizzazione dell’isola di Ischia. Un ente pubblico consente alla Concordia d’ottenere gli appalti, dice, e a sua volta la Concordia indica un subappaltatore, che viene indicato dall’ente di prima.



Per il caso Procida, dice, il personaggio che consentiva il tutto era Luigi Muro. Una giornalista si reca al centro di Mineo, che viene gestito dal sindaco, che però non ha intenzione di rispondere ad alcuna domanda. Settimane fa è stato dichiarato illegittimo l’appalto per la gestione del Cara, a Mineo, che è valso 100 milioni di euro. Fin dal 2011 sono le cooperative che si sono spartite gli appalti del centro. Ecco le parole di Iovine, camorrista condannato, che ha parlato di Concordia e camorra. Di Maio sottolinea come il suo Movimento chiese di rimuovere Incalza, parlando con Lupi, dopo l’inchiesta Sistema. La Lega Coop non si è mai accorta di nulla, dice Di Maio, con Poletti che dal 2002 è stato presidente, fino a ricoprire la carica di ministro, per l’ottimo lavoro evidentemente. Lusetti prova a difendere l’operato interno, ma Di Maio incalza, dicendo che il sub appalto è stato il primo vero errore, voluto però, perché con norme interne differenti, tutto ciò semplicemente non sarebbe stato possibile. 



Parte l’intervento di Travaglio, che analizza la delicata situazione italiana, tra truffatori, corrotti ed evasori, mentre il governo Renzi pensa a vietare ai giornalisti di pubblicare le intercettazioni dei non indagati. Addirittura Serracchiani e Guerini vorrebbe eliminare dagli atti i riferimenti ai non indagati, ma così si otterrebbero degli atti monchi, con sole domande o risposte, senza ottenere nulla, anzi regredendo. Renzi doveva rottamare la vecchia politica, ma in realtà sta facendo ciò che in tanti anni non le è mai riuscito. Infatti questa manovra bavaglio fu tentata sia dalla sinistra che dalla destra negli anni scorsi, ma oggi finalmente pare vicina alla realizzazione, soprattutto grazie all’apporto di Alfano. Di Maio sottolinea un punto importante, dopo aver ascoltato nuove dichiarazioni di Iovine, che descriveva i meccanismi della corruzione avvenuta.

Dice che una volta giunti all’inchiesta, ciò che non doveva accadere è già avvenuto da anni e anni. L’esponente del Movimento 5 Stelle auspica delle severe leggi anticorruzione, ma questo governo come potrebbe farle se si poggia su dei partiti che sono attualmente al centro di scandali per corruzione e non solo. Renzoni parla addirittura di un ministro coinvolto, il cui nome sarebbe stato fatto da Buzzi e Odevaine. In studio il fratello di Raggi, che vuole che l’assassino paghi. Dice che non si deve sottolineare la sua provenienza. Farlo vorrebbe dire strumentalizzare. E’ un assassino, punto, e per questo dovrà pagare, come anche chi, spera, gli ha armato la mano. Il programma è quasi ultimato e Lusetti ne approfitta per porgere le proprie scuse, a nome della Coop, dicendo che chi ha macchiato la cooperativa è stato allontanato, ma ciò non basta, e l’Italia dovrà affrontare per intero la vicenda corruzione, senza limitarsi a questo singolo caso. Infine Di Maio sottolinea come l’emendamento del suo gruppo atto a introdurre una norma contro la corruzione delle cooperative del terzo settore, sia stato rifiutato dal governo.

Replica Servizio Pubblico, puntata 9 aprile 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere o rivedere la puntata di Servizio Pubblico in onda ieri, 9 aprile 2015, grazie al servizio di video streaming Rivedila7 proposto dal canale, cliccando qui.