Nella puntata di questoggi di Verissimo, talk trasmesso sulle frequenze digitali di Canale Cinque, sarà presente anche lattore di origini catanesi Leo Gullotta. Scopriamo chi è e cosa ha fatto nel corso della propria vita Leo Gullotta.
Sono cinquantacinque gli anni di carriera dell’attore comico Leo Gullotta, che ha rivestito diversi ruoli durante la sua carriera partecipando tra laltro a diversi progetti artistici che lo hanno visto nel ruolo di attore per il cinema e la televisione nonché doppiatore. Leo Gullotta nasce a Catania nel 1946, ed è l’ultimo di sei figli: la vita non è di certo facile per lui e la sua famiglia, giacché le stragi della seconda guerra mondiale lo costringono a lavorare fin da piccolo. Salvatore Leopoldo, vero nome di Leo, malgrado lavori per aiutare la famiglia, viene attratto dal teatro e dalla recitazione, ed è per questo che decide di esibirsi in piccole rappresentazioni teatrali al teatro Bellini di Catania, interpretando sia parti comiche, ed imitando diversi personaggi famosi, sia parti drammatiche, che gli permettono di essere notato come attore in grado di rivestire un qualsiasi ruolo. Il successo di Leo non tarda ad arrivare, e questo avviene nel momento in cui viene scelto dalla compagnia il Bagaglino, sinonimo appunto di successo e picco massimo della sua carriera di attore. Per diversi anni, infatti, affiancherà la compagnia in tantissimi spettacoli, riuscendo ad essere apprezzato da tantissimi personaggi dello spettacolo. Durante le sue esibizioni teatrali con la compagnia del Bagaglino, restano memorabili le imitazioni di Maria de Filippi: la conduttrice infatti viene imitata con un modo tedesco ed autoritario, mentre cerca di condurre i suoi programmi e litiga con gli ospiti. Altro suo cavallo di battaglio è limitazione della matriarca della nota soap americana Beautiful tantè che viene spesso portata in scena dal comico di origini siciliane. Difficilmente Leo durante le sue interpretazioni decide di vestire i panni di personaggi maschili, dando dunque uno stile personale alla sua carriera. La signora Leonida infatti, altro personaggio creato da Leo, sarà uno dei più richiesti, ed uno dei più divertenti, sia grazie all’aspetto che l’attore decide di dare al personaggio, ovvero quello di una donna vestita sempre con abiti sgargianti, sia dal punto di vista caratteriale, visto che la donna interpretata è la classica pettegola di quartiere che inventa tantissime storie.
Leo riesce anche a debuttare in televisione, ed anche in questo caso i suoi personaggi sono tantissimi, alcuni dei quali divenuti storici ed indimenticabili: uno di questi è il professore naufrago nel film Selvaggi, che viene spesso ignorato e che si irrita sia quando viene contraddetto, sia quando qualcuno prova a corteggiare la sorella. Uno dei ruoli drammatici maggiormente apprezzati è stato quello di Mario Pancini, nel film La diga del disonore, che permette all’attore di vincere il Ciak d’oro e una nomination al Nastro d’argento come attore non protagonista. Gullotta, nel corso della sua carriera, lunga oltre cinquant’anni, è uno dei pochi artisti ad aver vinto sia il David di Donatello che il Nastro d’Argento per tre volte con altrettante nomination per premio. Dopo l’ottima esperienza come attore, Leo diventa anche un doppiatore, sostituendo il collega Oreste Lionello nel doppiaggio di Woody Allen, ed inoltre prestando la voce, in diverse occasioni, all’attore Joe Pesci. Gullotta presterà anche la voce al mondo dei film danimazione, ottenendo un ottimo successo soprattutto in due occasione: la primo è quella del personaggio di Stacy nei Simpson, anche se solo per un episodio, mentre la secondo è quello di Manny nella serie cinematografica dellEra glaciale. L’essersi dichiarato gay nel 1995 non ha affatto influito sulla sua carriera, seppur Leo, nel 2012, abbia denunciato un dirigente RAI poiché gli è stato negato per presunta discriminazione per il ruolo di Don Puglisi in una fiction dedicata a tale personaggio. Leo Gullotta, recentemente, ha sostenuto che la mafia deve essere combattuta come se fosse un cancro, e che assumere un comportamento quasi indifferente agevola il suo proliferassi nei tessuti sociali.