Ieri sera è andata in onda una nuova puntata di Servizio Pubblico, il talk show condotto da Michele Santoro su La7. ecco quello che è successo: la puntata sarà incentrata sull’evidente spaccatura all’intero del PD. Si parte come al solito dall’editoriale di Santoro, che viene accompagnato da Vieni via con me di Conte. Parla ironicamente di Renzi e Salvini, due bambini che si stanno contendendo l’Italia, un giocattolo che rischia d’essere smontato come un trenino. C’è Bersani in studio, che spiega le proprie ragioni, dicendo d’aver lottato per ben vent’anni contro un sistema che preveda un uomo solo al posto di comando, autorizzato a prendere decisioni per tutti. Si rischia, dice, di finire con un sistema che va oltre quello parlamentare o presidenziale, sfiorando il dittatoriale. Lui vorrebbe delle riforme alla legge elettorale al più presto, cosa che non rappresenterebbe la soluzione finale, ma di certo eviterebbe dei disastrosi pericoli. Per assurdo dice che stavolta non ha neanche la forza e la voglia di recarsi a votare. L’Annunziata apprezza Bersani, e poi gli chiede come mai su un tema tanto importante il PD continua a risultare diviso. Un’opposizione c’è sempre al sistema Renzi, dice, e in molti pensavano a torto che lui potesse cancellare per sempre Grillo. La realtà attuale è che se non si tratta di Grillo è Salvini.



In molti lo vedono come il leader del movimento interno al PD e opposto a Renzi, ma lui non si sente tale, e dice che la voglia di non votare per la riforma della legge elettorale è qualcosa di assolutamente personale, e non vuol rappresentare il pensiero di altri parlamentari. Dice però che preferirebbe di gran lunga non doversi trovare in una situazione tanto spiacevole. Questa scissione però, dice Giordano, è poco comprensibile al popolo dei votanti, all’interno o all’esterno del PD, e in pochi comprendono il rischio della riforma del Senato. Bersani a questo punto sottolinea come tutto ciò non sia un suo semplice capriccio, e che per far arrivare il messaggio anche ai più occorre la collaborazione dei giornalisti. Questi non devono patteggiare, ma spiegare attraverso siti e colonne di giornali cosa sta realmente accadendo, e soprattutto perché, basando il discorso sulle conseguenze reali di alcune scelte di Renzi e compagni. Renzi va a caccia di consensi per l’Italicum e, stando a quanto riportato da Renzoni, voci di corridoio vorrebbero che il premier avesse promesso alla minoranza ben sessanta posti come capolista, oltre alla direzione dell’Unità. Nessuno pare aver ceduto però, e così Renzi ha minacciato tutti d’andare alle elezioni, scontrandosi però con Mattarella, che non ha intenzione di sciogliere le Camere.



Renzi dunque è a caccia di un’ulteriore nuova maggioranza che possa sostenerlo. Il discorso fino a questo punto porrebbe Bersani contro Renzi, ma il leader della minoranza cambia le carte in tavola e fa i complimenti al premier. Lo definisce una creatura del PD, che di certo ha avuto il merito di ampliare i consensi, cosa che lui non ha mai fatto. Si tratta di una nuova scuola, capace, ma che non deve correre il rischio di recidere i ponti col passato e le radici di questo partito. Aggiunge poi che non crede al fatto che Renzi sia manovrato da forti poteri, anche se Mentana fa capire che nessun torto sarà fatto a Forza Italia con l’italicum, nonostante il patto del Nazareno sia ormai andato per aria. 



Bersani sembra un padre, che prova a dar consigli a Renzi. Dice che il PD non lo abbandonerà mai, a al premier dice di stare attento alle dichiarazioni che fa. Parlare in fatti di crisi superata è dannoso. Intervista a Salvini durarnte la visita a Terni. Parte della gente presente lo ha acclamato e ci sono stati anche dei selfie, come va oggi di moda fare, ma non è mancata una dura contestazione. Lui intanto dice che per abbattere la Fornero potrebbe allearsi con chiunque. Dragoni demolisce l’idea d’avere un tesoretto avanzata da Renzi. Si tratta di soldi previsti in base alle probabilità di crescita. Travaglio incastra Bersani, sottolineano come l’Italicum lo abbia in fondo sempre votato anche lui, e che soltanto di recente pare si sia reso conto della svolta autoritaria di Renzi, e dunque si sia deciso ad andare contro, votando no. Il nuovo Parlamento sarà un tappeto per il solo comandante Renzi, dice.

Aggiunge poi che il Fatto ha parlato della questione spaccatura, raccogliendo anche 350mila firme, ma nessuno della minoranza ha osato commentare, e nessuna dichiarazione è uscita dal partito. Si passa poi a parlare di Renzi in America, con Bersani che predica attenzione sulle possibili pressioni di Obama su energia e gas, in merito anche alla questione Russia. Qualche gaffe con l’inglese corretta dall’Annunziata e soprattutto la conferma che l’Italicum sarà legge a breve. Travaglio e Santoro concordano con l’idea di votare no all’Italicum, e sperano che Bersani mantenga ciò che sta dicendo in studio, anche se fino a oggi questa fantomatica minoranza non si è mai scontrata in fase di voto col resto del partito, che vive una scissione perché un nuovo partito interno è passato al potere. Bersani dice di non voler lasciare il partito, ma di lottare al suo interno per migliorarlo. Quando però gli si chiede se voterà o meno la fiducia per l’Italicum, si limita a dire che non crede affatto si arriverà al voto per la fiducia, ma che si potrà cambiarlo dall’interno, modificando le parti che renderebbero meno democratico il Paese.

Replica Servizio Pubblico, puntata 16 aprile 2015: come vederla in video streaming – E’ possibile vedere o rivedere la puntata di Servizio Pubblico trasmessa ieri grazie al servizio di video streaming Rivedila7 disponibile sul sito del canale, cliccando qui.