Il Mago Silvan, questa sera ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, è anche nelle sale cinematografiche ggrazie alla sua partecipazione al film “Uno, anzi due”, il film di Francesco Pavolini con Maurizio Battista e Claudia Pandolfi. Nella conferenza stampa per l’uscita del film, nelle sale dal 9 aprile, il Mago Silvan ha raccontato così la sua esperienza: “Sono stato felicissimo e onorato di partecipare a questo film. Nutro stima e amicizia verso Maurizio, con il quale ho appena concluso ben 13 serate allAuditorium di Roma da quasi 2mila posti luna. Lui e le sue scene comiche, io con quaranta minuti di spettacolo di prestigio sulle note di Mozart. Due personalità molto diverse, e ci siamo ben integrati e completati. Lo ringrazio per questo ruolo simpatico, che per la prima volta mi ha fatto andare in scena senza un sorriso stampato sul viso”.



Tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa in onda questa sera su Rai 3 ci sarà anche il Mago Silvan, uno dei volti più noti della scena televisiva italiana degli ultimi decenni. Nato come Aldo Savoldello nel maggio del 1937, a Venezia, ha iniziato a interessarsi sin da piccolo alla prestidigitazione, tanto da esordire a soli sette anni presso l’oratorio Don Bosco della città lagunare, con il nome d’arte di Saghibù. Il suo passaggio al professionismo è avvenuto quando non era ancora diventato maggiorenne, dopo aver ricevuto il nome d’arte a Primo applauso, una trasmissione condotta da Silvana Pampanini, nel 1956. 



Dopo aver iniziato a girare la penisola e aver condotto spettacoli in giro per il mondo, negli anni ’60 Silvan iniziò a collaborare con la Rai, ricavando ben presto una straordinaria notorietà. Il suo pezzo forte, i giochi di prestigio con le carte, ne fecero una vera e propria icona, in particolare con Scala Reale, uno show del 1966 in cui si esibiva nella sigla di apertura. La sua popolarità fu poi implementata da Sim sala bim, il contenitore televisivo del sabato sera da lui condotto tra il 1973 e il 1980, in cui ebbe la possibilità di lavorare con gran parte del mondo dello spettacolo tricolore, fungendo anche da anfitrione. La formula del programma fu poi riveduta e corretta per fungere da base ad altri spettacoli dei decenni successivi come Astromagic e Supermagic, sempre in prima serata.

A renderlo particolarmente gradito al pubblico televisivo, le sue notevoli capacità istrioniche e la grande eleganza dei gesti, oltre alla sicura resa dei giochi proposti. Oltre al piccolo schermo, Silvan ha spesso frequentato anche il cinema, prendendo parte ad alcune pellicole di rilievo, a partire da Modesty Blaise, la bellissima che uccide, una pellicola diretta dal grande Joseph Losey nel 1966, in cui affiancò Monica Vitti, Terence Stamp e Dirk Bogarde. Nell’anno successivo prese invece parte a L’oro di Londra, per poi far passare molti anni prima di partecipare a L’inchiesta, una pellicola diretta da Damiano Damiani nel 1986, con Keith Carradine e Harvey Keitel in veste di protagonisti. Inoltre ha proposto un suo cameo in Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, nel 1983, nel quale ha dato vita a una divertente sfida con un collega interpretato da Johnny Dorelli. 

La sua fama si è propagata anche all’estero, tanto da vederlo partecipare per ben sette volte all’Ed Sullivan Show e dare vita a esibizioni per personalità del calibro della regina Elisabetta II e di Ronald Reagan. Al pari di Lance Burton e David Copperfield è stato insignito del titolo di Magician of the Year per ben due volte, nel 1990 e nel 1999, unico artista non statunitense riuscito nell’impresa. Inoltre ha vinto due volte, unico italiano insieme ad Antonio Casanova, il Merlin Award, nel 1998 e nel 2011.

Ha scritto ben dodici libri, che hanno venduto milioni di copie e contribuito alla divulgazione della sua arte. Inoltre, ha ispirato una lunga serie di giochi per i più importanti editori italiani. 

Membro del Comitato Italiano per il Controllo della Affermazioni sul Paranormale, ha contribuito a svelare i trucchi su cui sono costruiti alcuni presunti fenomeni apparentemente inspiegabili. Può a giusta ragione essere definito uno dei più importanti prestigiatori del ventesimo secolo.