«Montalbano sono: con questa semplice frase, il commissario, da solo, è riuscito a raggiungere un grande successo, diventando unoriginale rivisitazione italiana del famoso agente 007, a partire dal celebre detto «Io sono Bond, James Bond. Diversi fattori in comune hanno portato a questo risultato: la centralità della loro figura sottolineata da frequenti piani medi, le inquadrature dallalto, le panoramiche che risaltano limmensità del paesaggio occupando larga parte del filmico e il magnetismo della loro personalità da cui dipende tutto lintreccio. Solamente una colonna sonora dal suono accattivante ma allo stesso tempo stridente e lutilizzo prevalente del dialetto siciliano per quanto riguarda i dialoghi, sembrano voler distinguere Montalbano dallagente 007. E anche se il primo è di genere poliziesco e il secondo è soprattutto un film dazione, nella serie del commissario si assiste a un innovativo e avvincente equilibrio tra investigazione e movimento dato da un inaspettato clima di serenità e di divertimento.



Prendendo ad esempio la scorsa puntata trasmessa in replica venerdì scorso, la vicenda, infatti, inizia rispettando il genere classico del giallo, con il ritrovamento di un corpo senza vita, disperso nel mare del porto di Vigata. Il caso o destino irrompe turbando la bellezza del paesaggio sottolineata da unampia panoramica iniziale, specchio dettagliato, oltre che dellambiente, dello stato danimo del commissario tranquillo, ma anche stanco e, in apparenza, prossimo alle dimissioni. Tuttavia, la gravità dellomicidio viene immediatamente compensata dalla sottile ironia e comicità dei personaggi: è solo linizio di una serie di corrispondenze e contraddizioni che accompagneranno il protagonista nello svolgimento delle indagini a cominciare dalla possibile controversa identità della vittima.



La giustizia viene ridotta a tanticchia di legge ed è connotata dalla non ufficialità, in certi casi sembra non esistere e anche le varie testimonianze, rigorosamente in dialetto siciliano, sono caratterizzate da una certa ingenuità e superficialità. Il commissario invece si fa distinguere immediatamente per la sua forte personalità che, con il suo dialetto e le sue battute, contribuirà in modo sostanziale allo sviluppo degli eventi, visti da una prospettiva esterna. Fermezza, umorismo, intuito e spavalderia, in accordo con il protagonista delineato da Andrea Camilleri, fanno emergere in lui una particolare eleganza che da bontà danimo si tramuterà presto in velata minaccia per il potenziale assassino.

Il registro informale che connota alcune frasi come il cadavere è troppo apposto e la presenza del dialetto siciliano sono molto importanti al fine di ottenere una familiarità che percorre in maniera uniforme tutti i personaggi, a partire dal commissario, per instaurare un rapporto solidale, quasi confidenziale, non solo tra il protagonista e i suoi colleghi, eliminando ogni differenziazione professionale, ma anche tra Montalbano e lo spettatore esterno alla vicenda, per metterlo a suo agio persino di fronte a unindagine per omicidio. Il dialetto e le scene comiche hanno la funzione di dare quel tocco di leggerezza in più che aiuta sia lo spettatore che i protagonisti ad affrontare meglio la realtà drammatica che si trovano davanti, senza mancare di serietà e senza venire totalmente soffocati dalla pesante portata della tragedia.

Risalta così un’ironia che porta alla luce molteplici sospetti fondati: la formalità, la comicità e il travestimento costituiscono i fattori principali per smascherare l’intricata trama del delitto. In particolare, la soggettiva e i primi piani mettono in risalto un ambiguo scambio di sguardi tra il commissario e i suoi interlocutori; nello specifico, infatti, colpisce profondamente il fatto che la serietà alla fine complica le cose, mentre la comicità, che soprattutto viene rappresentata dal collega Catarella, un pasticcione che non sa parlare correttamente l’italiano, dai gesti convulsamente teatrali, diventa una chiave fondamentale in grado di suggerire, paradossalmente, valide piste per la risoluzione del caso.

A conferma dell’importanza di tale comicità, sempre il destino, altro fattore determinante per l’esito della situazione, si concretizza in una sorprendente svolta nelle indagini. Il colpo di scena potrebbe consistere in un probabile ribaltamento della situazione: la vittima nello specifico potrebbe addirittura far parte dei carnefici.

L’ironia degli occhiali da sole vagamente intimidatori di Montalbano e la bellezza del paesaggio offrono un alternativo e più sereno punto di vista e una valida sicurezza in contrasto alla tragicità degli eventi, facendo procedere l’indagine verso un lieto fine e riuscendo a chiarificare quella serie di inaspettate, sottili e beffarde coincidenze che, dall’inizio, hanno caratterizzato gli avvenimenti. Un esempio potrebbe essere il corpo spoglio del cadavere in contrasto con la scena comica del commissario visto nudo dai testimoni o il fatto che una donna immigrata e un pranzo tra colleghi dia inizio alla vicenda, mentre una cena tra il commissario e una donna di nome Ingrid, sua amante, chiarisca la situazione. È interessante notare come la personalità affascinante e gentile del commissario riesca sempre a smascherare quella inquietante e imprevedibile di un generico assassino.

Montalbano sorveglia, munito dei suoi occhiali da sole, il mare che resta ancora l’unico vero protagonista dell’inquadratura a campo lungo. Il fulcro dell’azione può concentrarsi, così, su un particolare sorprendente: il travestimento del commissario, la cui ironia viene evidenziata da una colonna sonora in contrasto con la sua espressione molto seria e con la difficoltà della situazione. È impressionante vedere come un intero piano-sequenza potrebbe immortalare un momento ad alta tensione senza musica di sottofondo: lo svolgimento molto veloce degli eventi verrebbe in questo modo enfatizzato dal silenzio.

In compenso, però, i momenti più emozionanti, come ad esempio un’eventuale caduta del commissario a causa di un possibile ferimento, potrebbero essere messi in rilievo, attraverso il ralenti, occupando molto più tempo del necessario, per far risaltare maggiormente il suo nobile spirito di sacrificio o per trasmettere un messaggio dal significato particolarmente intenso.

Ritornerebbe, dunque, nel caso, una pace velata di malinconia. La fisarmonica evidenzierebbe l’importanza dell’ultima inquadratura a campo lungo sul panorama per dire che la bellezza del territorio rimarrebbe comunque intatta, anche di fronte alla crudeltà di un delitto e dell’uomo in generale, grazie all’insostituibile presenza del commissario Montalbano. Nulla però impedisce che, una volta rimasto solo con se stesso, il commissario possa sentire il medesimo spettacolare paesaggio gravare sulle proprie spalle.

In conclusione, dunque, la popolarità di questo fenomeno letterario e televisivo è data soprattutto dall’aver dimostrato che la comicità e la bellezza, la serietà e la drammaticità degli eventi rappresentano diversi aspetti ugualmente veritieri della realtà di tutti i giorni, la quale, spesso e volentieri, oltrepassa e mette alla prova i limiti della logica umana.