Un gruppo di anziani inglesi si ritrova in un caotico hotel di Jaipur, in India, diretto da un giovane imprenditore con il vizio di parlare troppo ma mosso da ottime intenzioni. Ha trasformato lalbergo in un’esotica casa di riposo, se così si può chiamare, dove qualcuno si ferma per un po’, mentre altri scelgono di restare a tempo indeterminato. 

Marigold Hotel, il film basato sul romanzo di Deborah Moggach, un paio di anni fa aveva stupito il pubblico internazionale; adesso ci riprova Ritorno al Marigold Hotel, che riprende i fili della storia e li intreccia in nuove avventure. Diretto da John Madden e interpretato da un brillante gruppo di attori, il sequel unisce età diverse, ma focalizza l’attenzione sul mondo dei pensionati, che affrontano un viaggio – fisico e metaforico – con le sue luci e le sue ombre.

Ritroviamo i due co-direttori Sonny Kapoor e Muriel Donnelly (Dev Patel e Maggie Smith), che dopo il successo del primo hotel progettano di ingrandirsi e sono alla ricerca di possibili investitori negli Stati Uniti. Mentre avanzano i lavori per completare l’ambizioso progetto, Sonny e la bella Sunaina organizzano il loro matrimonio e gli ospiti dell’albergo instaurano relazioni e affrontano timori e problemi. Perché i rapporti non sono facili a nessuna età, nemmeno quando si è vecchi e saggi. I fantasmi del passato non si lasciano allontanare e il sospetto nato dalla gelosia rischia di rovinare i matrimoni, quelli che durano da anni e quelli ancora da celebrare.

Sonny è ossessionato dall’uomo che considera suo nemico e non si accorge che potrebbe invece rivelarsi un socio, e fa impazzire la fidanzata a pochi giorni dalle nozze. Evelyn e Douglas (Judi Dench e Bill Nighy) hanno alcuni decenni più di loro, sono chiaramente innamorati, ma non si decidono a fare un passo avanti perché sono frenati da mille remore, e da un gioco di tempismi sbagliati che porta avanti la trama. C’è chi deve decidere tra due corteggiatori e chi non riesce a essere fedele. Infine, a confondere le idee arriva anche Guy Chambers (Richard Gere), un affascinante scrittore (così dice) che resta affascinato dalla madre di Sonny e diventa protagonista di un divertente equivoco. Tra loro si muove Muriel, con i suoi segreti e la sua pungente ironia, puro esempio di stile British nella cornice esotica del Rajasthan.

Ha un tono dolce-amaro la commedia di Madden, che non dimentica la malinconia della vecchiaia, ma la intreccia con il divertimento e con un messaggio di speranza. Gli ospiti del Marigold Hotel sanno prendersi in giro, e vivono in bilico tra il desiderio di godersi la vita e la consapevolezza di non avere più “tutto il tempo del mondo”. Proprio il tema del tempo emerge in tutte le sue sfumature nel corso della storia: il tempo che corre quando si vuole concludere un affare, il tempo che serve per organizzare, il tempo che si perde a causa della paura, il tempo da cogliere adesso perché la vita non torna mai indietro.

Possiamo avere quante vite vogliamo, sostiene Evelyn. C’è sempre la possibilità di aprire un capitolo nuovo e trovarsi con un nuovo lavoro, un amore e viaggi da fare anche a settant’anni. Nel film si incontrano giovani e anziani, futuro e passato, legati dallo stesso slancio verso la vita nonostante tutto, tra i colori dell’India che fa da sfondo alla storia.