Nell’ultima puntata andata in onda del Trono Classico di Uomini e Donne, dopo l’apertura riservata all’argentino Fabio Colloricchio, ancora in totale confusione sulla scelta da effettuare da qui a maggio, si è passati, per la gioia del pubblico, alle vicende riguardanti il Trono di Valentina Dallari. Non è un mistero che i segmenti di Trono della Dallari, siano tra i più apprezzati dai telespettatori, e molto del successo va attribuito a quello che non è peccato definire come il vero e proprio “showman” della trasmissione: Mariano Catanzaro. Il corteggiatore napoletano non perde occasione per manifestare il suo presunto attaccamento alla tronista, ma oltre alle dichiarazioni, ultimamente si sono aggiunte anche dimostrazioni concrete! Tra biglietti, rose e dediche radiofoniche, Mariano è ormai senza limiti, tant’è che il suo nome durante la messa in onda della puntata, si è meritato la seconda piazza fra le tendenze di Twitter. Non che il napoletano sia esente da critiche da parte di molti telespettatori, convinti che Mariano sia solo un bravo attore, deciso ad attirarsi i favori del pubblico piuttosto che quelli di Valentina; molti fan del programma però, sembrano poco interessati alle vicende sentimentali del corteggiatore, quanto più appaiono desiderosi di analizzare fino in fondo il “Fenomeno Mariano”. C’è chi non riesce a fare a meno di trattenere le risate dinanzi agli strafalcioni linguistici di Mariano, che in puntata dice di essere stato “crocifissato” per un errore; chi non riesce a fare a meno di evidenziare che ormai il napoletano utilizzi il suo dialetto come lingua corrente; chi invece sottolinea come, dinanzi alle ripetute frasi di Mariano verso Valentina, bersagliata da una serie infinita di “Sto cà ppe’ tte”, si spinge a dire che il nuovo programma della De Filippi si intitolerà “Ppe’ tte”, proprio in onore del travolgente protagonista del Trono Classico. Ciò che è certo, è che Mariano focalizza su di lui l’attenzione, e come dice un famoso detto:”Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”. (D.D.)