Anche nella puntata di Amore criminale trasmessa ieri, lunedì 11 maggio 2015, Barbara de Rossi racconta le vicende tristi e dolorose di donne che diventano vittime di abusi e violenze da parte di mariti e fidanzati. Donne che vengono ingannate quotidianamente e che arrivano a conoscere la natura delle persone che hanno accanto soltanto dopo tanto tempo, quando ormai diventa più difficile scappare e lasciare tutto, facendosi sopraffare dai sentimenti e dalla giustificazione che si tratta soltanto di momenti d’ira destinati a finire.
La prima storia di cui si parla è quella di Lidia, intervistata da Veronica De Laurentiis, vittima di un tentato omicidio sferrato durante una notte dal suo fidanzato. Questa donna ha 43 anni ed è originaria di Palermo e dopo tale episodio sta ricostruendo la sua vita raccontando la sua storia affinché altre nella sua stessa posizione trovino la forza di rialzarsi. Dopo la separazione dal marito affronta un periodo di grande dolore, fino a che non incontra Giuseppe, che da subito la rende di attenzioni e la fa sentire amata nuovamente. Dopo essersi guadagnato la sua fiducia, la donna decide di andare a vivere con lui e cercare di ritrovare la sua serenità affianco ad un uomo che però dimostrava di essere geloso e possessivo. Tali suoi aspetti sono giustificati dal troppo amore.
Dopo la prima aggressione subito dopo un litigio, Livia perdona il fidanzato convinta che si tratti soltanto di un episodio. Successivamente Giuseppe inizia a trattarla male, strappa i suoi soldi considerati sporchi e ricomincia a picchiarla. Lidia scappa via ma l’uomo tenta in tutti i modi di essere perdonato. Così accade e una notte le rompe il timpano e tre costole e invece di portarla al pronto soccorso la porta a casa sua, prende le valigie e ritorna a casa. Dopo varie scuse, quindici giorni dopo tenta di ucciderla conficcandole nella schiena delle forbici di metallo e picchiandola ferocemente. La donna riesce a chiamare il 118 e a salvarsi, denunciando tutto quanto aveva subito. Dopo aver avuto i domiciliari, Giuseppe li evade e ricomincia a perseguitarla fino a che Livia non viene nuovamente aggredita.
L’uomo viene condannato a quattro anni di carcere e Livia ha ricominciato a vivere cercando la sua serenità. La seconda storia, più drammatica, è quella di Carmela, uccisa a 74 anni. La figlia Giusy decide a 40 anni di fidanzarsi con un uomo che all’inizio è premuroso e gentile, anche la madre gli vuole molto bene ed è felice che la figlia abbia trovato con lui la serenità ed una vita più normale. Però i familiari iniziano a capire che Antonio non è quello che dimostra di essere, di avere un lato oscuro e misterioso, sempre pronto a nascondere qualcosa. A livello umano non dimostra di essere aggressivo. L’uomo nasconde a Giusy i suoi precedenti penali per violenza e di essere stato arrestato.
Viene ospitato più volte in casa di Carmela che all’inizio lo tollera per il bene della figlia, ma vede il suo spazio diminuire sempre di più poiché Antonio tenta di stabilirsi in via definitiva. Antonio inizia ad avere dei problemi sul lavoro, rubando la benzina dai mezzi, soldi e tanto altro ancora. Inizia pian piano a rivelare la sua vera natura. Con il licenziamento perde ogni credibilità e pretende di essere mantenuto. Anche Giusy inizia a rendersi conto dell’uomo che ha al suo fianco ma non riesce ad allontanarlo e la situazione degenera quando Antonio la picchia davanti alla sorella e ai nipoti. La ragazza inizia a rifiutarlo aumentando la sua rabbia. Gli episodi di violenza continuano fino a che l’uomo non uccide la madre Carmela considerandola l’artefice della fine della sua storia. In studio sono presenti l’attore massimo Wertmuller che ha letto alcuni passi della sentenza di condanna di Antonio e degli atti relativi al processo. Mentre la psicologa Costanza baldry esamina l’animo e i gesti di quelle donne che sono vittime degli uomini che amano e che giustificano le loro violenze.
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