in arrivo un test decisivo per gli agenti di Squadra mobile. La fiction di Canale 5 allesordio era stata infatti seguita da 4,5 milioni di italiani (share del 18%), scesi poi a 3,9 (share del 14,8%) dopo una settimana. Dunque la terza puntata ci dirà se Ardenzi e i suoi riusciranno a stare sopra la soglia dei 4 milioni di telespettatori.
Una sfida, va detto, non semplicissima. Questa nuova serie è infatti un ibrido, uno di quegli esperimenti il cui esito non può essere certo a priori. stata infatti presa una fiction in stile Distretto di polizia (non solo con il protagonista interpretato da Giorgio Tirabassi, ma continui sono i richiami al telefilm che ha reso celebre Pietro Valsecchi) e vi si sono aggiunti degli elementi caratteristici di altri prodotti di Taoude, come Squadra Antimafia.
Mi riferisco in particolare al poliziotto corrotto, Claudio Sabatini, interpretato da Daniele Liotti, al traffico internazionale di droga che sta sullo sfondo e alla manifesta imperfezione dei personaggi, che pure dovrebbero essere i buoni della situazione (lagente lasciato dalla moglie, il collega con un passato da alcolista, il protagonista incapace di avere una relazione serena con la figlia, la poliziotta che ha un colpo di fulmine per il nuovo arrivato proprio quando sta per sposarsi).
Forse a questo esperimento si deve anche la scelta di affidare la regia ad Alexis Sweet, abituato a serie movimentate (e per certi versi innovative) come Ris – Delitti imperfetti, Intelligence – Servizi & Segreti e Il clan dei camorristi. Tra laltro anche gli sceneggiatori non sembrano scelti a caso: Angelo Carbone ha lavorato a Caccia al re – La narcotici e a Il Commissario De Luca, mentre Barbara Petronio, oltre ad aver fornito già diverso materiale per le fiction dirette da Sweet, è stata dietro a Romanzo criminale di Stefano Sollima e al lungometraggio Acab – All Cops Are Bastards dello stesso regista romano, oltre che aver esordito nella scrittura di alcuni episodi di Distretto di polizia.
Lesperimento è comunque una prova non da poco, perché si rischia di scontentare sia lo spettatore abituato alle più classiche storie di commissariato, con casi risolti di episodio in episodio, accompagnati da personaggi simpatici capaci di aiutare a evadere dallimperfezione quotidiana che si ha sempre davanti agli occhi, sia coloro che amano le serie più intricate, ricche di suspense e colpi di scena, ai quali delle indagini che iniziano e finiscono in unora poco importa.
Del resto Roberto Ardenzi (Giorgio Tirabassi) è un poliziotto dal grande fiuto, comprensivo e onesto, ma quanto se la può cavare in una situazione che richiede “azione pura”? Claudio Sabatini è interessato ai soldi, è abile nel nascondersi nell’ombra e a ingannare chi gli sta intorno, ma fino a che punto metterà in pericolo i suoi colleghi? E poi c’è Marcello Oliviero (Marco Feroci), la “recluta”, ritenuta goffa e inadatta dai più, ma che invece ha capito già molto sul doppio gioco di Sabatini: avrà quindi un ruolo centrale in tutta la trama, ma è davvero il personaggio in grado di svolgerlo al meglio?
Forse è proprio in queste domande che si nasconde la chiave per capire se la Squadra mobile riuscirà a compiere la sua missione più importante: trascinare con sé il pubblico di casa, così da poter continuare a raccontare le proprie storie anche in una seconda stagione.
(Bruno Zampetti)