A “Che tempo che fa”, il programma condotto da Fabio Fazio in onda stasera su Rai Tre, vedremo ospite anche l’alpinista valdostano Hervé Barmasse. Nei giorni scorsi l’alpinista ha voluto usare Facebook per ribadire il suo amore per la montagna e la sua stima per Reinhold Messner. Barmase ha infatti condiviso un articolo scritto dal celebre alpinista e scrittore per La Gazzetta dello Sport. Al ritaglio dell’articolo intitolato “Alpinismo: più dei record contano le emozioni”, il valdostano ha aggiunto una didascalia: “Puoi essere il più grande alpinista degli ultimi 60 anni, Messner lo è, o semplicemente un appassionato di montagna, io, noi, in tanti lo siamo, o uno che le montagne le guarda solo dal basso, ma il risultato non cambia. Le emozioni sono la cosa più importante”. Clicca qui per vedere il post.
L’alpinista valdostano Hervé Barmasse ha trasformato la sua passione per le montagne in un libro. Questa sera a Che tempo che fa, il programma di Rai Tre condotto da Fabio Fazio, Barmasse presenterà infatti “La montagna dentro”. Su Facebook l’alpinista ha postato la copertina della sua prima opera (clicca qui per vederla) e ha dato appuntamento a questa sera: “Questa sera, ore 20.10 sono ospite a Che tempo che fa per raccontare la mia passione per l’alpinismo. Sarà anche l’occasione per presentare #Lamontagnadentro, il mio primo libro edito da Editori Laterza”.
Tra gli ospiti della puntata di Che tempo che fa in onda questa sera su Rai 3 ci sarà anche Hervé Barmasse, considerato il nuovo re delle montagne, il degno erede di Walter Bonatti e di Reinhold Messner, i due alpinisti che si sono messi alla prova scalando montagne impervie e cercando nuove vie che conducessero alla cima. Il valdostano Barmasse, nato nel 1977, è figlio d’arte. Suo padre Marco è uno degli alpinisti più noti in valle e lui ha iniziato il suo rapporto con la montagna fin da bambino. A diciotto anni era già maestro di sci, a diciannove dava lezioni anche di snowboard e nel 2000 è divenuto guida alpina del Cervino, la cima ai cui piedi è cresciuto. La sua carriera “montanara” è poi continuata e dal 2007 è istruttore di guide alpine.
Se fare la guida è il suo mestiere, l’alpinismo è la sua vera vocazione e la sua prima scalata risale al 2000 quando ha aperto una nuova via per salire al Cervino dalla parete sud. Il Cervino è la sua montagna, l’ha affrontato tante volte, cimentandosi sempre con nuove sfide. Lo ha scalato in inverno, ha raggiunto la cima in solitaria provando le diverse vie, la Direttissima, la Michetto, la Padre Pio, la Cassarotto Grassi e poi si messo alla prova con il concatenamento. Ha cioè toccato con un’unica spedizione le quattro guglie della montagna, sia in inverno che in estate. Ma non è solo il Cervino la montagna che ha scalato. Hervé Barmasse, nei suoi primi anni da alpinista, è salito anche sul Dent d’Herens, sul Brethorn, sul Pizzo Badile, poi nel 2004 ha iniziato la sua esperienza sulle grandi catene asiatiche.
Il Pakistan lo ha visto affrontare il Sheep Peak (6.300 metri) aprendo una nuova via, quindi lo Scudo del Chogolisia (5.700 metri) sempre su una nuova via, anzi ne ha aperte ben due e poi ha scalato due vette inviolate, una affrontata addirittura in solitaria. Questo tra il 2004 e il 2005. Dopo il Pakistan è stata la volta della Patagonia, l’estremo sud dell’America. Qui Barmasse è salito su Cerro Poicenot (3.200 metri) e poi sull’Aguya Guillaumet (2,571 metri) e ha aperto una nuova via per salire al Cerro Piergiorgio.
Tra un viaggio e l’altro, lo aspettava sempre il suo Cervino per nuove sfide, poi nel 2009 ha tentato un’impresa diversa, mettendosi alla prova nell’attraversamento di un ghiacciaio in Patagonia, il Hielo Continental Sur, attraversandolo da est a ovest. Barmasse ha sfidato anche le vette cinesi, il Muztang-Hata Area – Miky Sel, 6.250 metri che ha affrontato con una salita in stile alpino, che mai nessuno aveva provato.
Sempre in Cina ha raggiunto per primo la cima del Venere Peak, inviolata fino ad allora. Non poteva certo trascurare però le vette di casa nostra e così, nel 2011, Bormasse si è cimentato con il Monte Bianco e con il Monte Rosa aprendo due nuove vie. Proprio sul Rosa la scalata è stata una faccenda di famiglia, infatti hanno raggiunto la cima lui e suo padre Marco.