L’abbiamo conosciuta negli anni per i suoi modi e la sua eleganza tutta francese e delicata, abbiamo amato i suoi film e il suo stile indiscusso nell’interpretare ogni genere o situazione, l’abbiamo apprezzata con la penna in mano su Grazia, ma lei non ha ancora voglia di smettere di stupirci. Catherine Spaak riporta in scena un progetto lasciato qualche anno fa, e lo rielabora con la sua inestimabile naturalezza.

Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupèry, è senza dubbio una delle favole più antiche per i suoi contenuti e per la semplicità adotta nella scrittura, ricco di metafore epiche a diretto filo continuo con quella che ancora oggi è la vita di ogni giorno. Nel 2015, anno in cui lopera diventa Patrimonio dellUmanità, l’attrice riporta in teatro il racconto. Ho intervistato poche ore fa Catherine Spaak e la prima impressione che ho avuto è stata proprio quella che nessuna persona più di lei sarebbe stata adatta a farlo, un mix di voci, parole e musica teatrale accompagnata dal Maestro Luigi Rivetti, immenso con le mani quanto con l’accorgere le melodie più sintetiche e disarmanti, un binomio che mi ha colpito in quel poco che ho potuto percepire negli spezzoni delle prove.

Una sintesi che ha richiesto fatica e coraggio, intelligenza e bravura, un lavoro, un’opera che quasi nessuno ad oggi potrebbe permettersi, quasi nessuno eccetto la Spaak.

Non vediamo l’ora, noi del Sussidiario, di immergerci in questa favola antica e riviverla con maggiore consapevolezza ed innato talento, che ai nostri occhi e al nostro cuore porta sempre gioia. Loro aspettano noi in teatro e noi con la stessa voglia aspettiamo il loro magico calendario.

(Maria Chiara Sacchetti)