Ieri sera, lunedì 22 giugno 2015, è andata in onda la puntata di Amore Criminale, ecco quello che è successo: la storia trattata è quella di Vanessa Scialfa, 20 anni, molto più giovane del suo compagno, Francesco Lo Presti 34 anni, con cui decide di andare a convivere contro il parere dei genitori. Lui la uccide dopo soli 79 giorni di convivenza. Libero de Rienzo, un attore, legge alcune pagine degli atti del processo per l’omicidio della ragazza uccisa da Francesco Lo Presti. L’uomo riferisce che l’ha strangolata, l’ha avvolta in un lenzuolo, l’ha messa nel bagagliaio e poi l’ha buttata sul ciglio della strada, facendola rotolare su un pendio. Il 26 aprile del 2012 verrà ritrovato il suo corpo. Tutto inizia in un bar di Enna dove si incontrano per la prima volta Vanessa e Francesco.



Lui ha 34 anni e rimane folgorato dalla bellezza della ragazza. Prima di conoscere Francesco, Vanessa viveva con la famiglia, la madre casalinga e il padre custode del teatro cittadino, una sorella e un fratello più piccolo. Il papà ha parlato della nascita difficoltosa di Vanessa e del suo carattere un po ribelle che dimostrava la sua autonomia. In un filmato si vede Vanessa che giocava con il suo cagnolino in pigiama. Il fratello parla di lei come una che non portava rancore e un suo amico ricorda che le piaceva abbracciare le persone. Frequentava l’Istituto d’Arte perché le piaceva disegnare. Il suo sogno era quello di disegnare gioielli, come conferma la sorella. In attesa di realizzare i suoi sogni lavorava in quel bar dove incontrerà il suo assassino. Conquista subito la fiducia e la simpatia dei datori di lavoro che ricordano la sua bellezza e la sua vivacità. La madre riferisce che il suo stipendio lo dava tutto a casa, conducendo una vita semplice, fatta di piccole cose. Francesco, secondo il criminologo Nicola Malizia, ebbe un’infanzia difficile, e apparentemente sembrava una persona buona. Da ragazzo interrompe gli studi di geometra e l’ultimo lavoro che fa è quello di lavapiatti in un albergo. L’avvocato della famiglia di Vanessa lo vedeva come qualcuno che non aveva progetti.



Faceva uso di droghe, a volte spacciava ed era diventato collaboratore della polizia nell’antidroga. La sua vita era dominata dalla droga, dal sesso e dalla violenza. Ha un figlio avuto a 22 anni, un matrimonio alle spalle con un’altra donna finito per gelosia e per l’uso di droghe ma anche per la violenza contro la moglie. Vanessa si è innamorata subito di Francesco, un vero colpo di fulmine. Lui la riempie di attenzioni e la conquista definitivamente. Vanessa ha appena chiuso una storia con un coetaneo dal quale si sentiva “trattata male”. La sorella ha detto che ha saputo approfittare del momento di fragilità di Vanessa. Lo psicologo parla anche della fascinazione dell’uomo impetuoso e trasgressivo. Vanessa inizialmente nasconde questa relazione e se ne accorge solo il fratello più piccolo, Filippo, notando che si curava più del solito. Sa però che deve mantenere il segreto. Francesco rimane tutto il giorno al bar dove lavora Vanessa consumando tante cose pur di non spostarsi da lì. I datori di lavoro cominciano a farle notare che non è una situazione “normale”. A casa arrivano dei fiori ma Vanessa dice di non sapere chi li manda. Alla fine lo confida a sua madre e tutta la famiglia cerca di farle capire che è troppo grande per lei. I genitori di Vanessa vogliono conoscerlo, dopo che suo fratello gli confida la loro relazione e quindi vanno al bar.



Il padre di Vanessa conosceva il padre di Francesco, suo collega di lavoro. Al bar l’incontro non è positivo: Francesco è troppo sfacciato, troppo grande per la figlia e con un comportamento strano. Il papà lo invita a fare una partita a biliardino per parlare con lui ma alla fine i genitori vietano a Vanessa di frequentarlo. Una sera Vanessa scende a parlare con Francesco dicendo una bugia ai genitori ma al rientro ha uno scontro durissimo con loro. Vanessa è decisa ad andare via di casa perché vuole più spazio. Gli animi sono esagitati mentre lei fa il borsone e va a stare dalla collega di lavoro. I genitori non riescono a trattenerla e chiamano la Questura che alle 23 è chiusa, quindi aspettano una pattuglia in strada per trattenere la figlia a casa. I genitori quindi chiamano la polizia e appena arriva la pattuglia, spiegano cosa vuole fare Vanessa. Gli parlano quindi singolarmente per capire se ci sia stata violenza ma la legge non può impedire a Vanessa di andare via di casa perché ha già 20 anni. Alla fine i genitori la accompagnano dalla collega e si salutano soltanto con la madre ma non con il padre che sceglie la linea dura. E’ il 5 febbraio del 2012 quando Vanessa lascia la sua casa. Nei giorni seguenti tutti provano a convincerla a tornare a casa, anche i suoi datori di lavoro. Dopo una settimana Vanessa va a convivere con Francesco: prendono una casa in affitto. La sorella di Vanessa riferisce che Francesco le chiese dei soldi quindi ha collegato questa richiesta al fatto che andasse a comprarsi la droga di nascosto da Vanessa. La madre di lei quindi comincia a prendere informazioni ma nessun dice le cose come stanno in modo diretto. La madre allora decide di affrontare Francesco ma senza successo, anzi viene sbeffeggiata dall’uomo. Dopo un mese di convivenza i rapporti con il padre di Vanessa si sono completamente interrotti, ma lui è sicuro in tal modo di smuovere il carattere della figlia. La madre va a trovarla spesso per controllare la situazione, per capire se sta bene e come la tratta Francesco. Ma lui non gradisce la presenza della donna a casa. I ritardi al lavoro di Vanessa aumentano dopo essere andata a convivere con Francesco, ma lei vive come in una bolla. Lui l’ha allontanata da tutti, amici e familiari, facendole anche perdere il lavoro in modo da tenerla chiusa in casa per gelosia. Vanessa per amore perdona tutto a Francesco che si assenta spesso dal lavoro, rimanendo a dormire. Era la madre di Vanessa che la mattina lo svegliava con il cellulare. Cominciano dunque ad avere problemi economici e le prime liti. Francesco riesce a farla assumere nell’albergo dove lavorava, ma probabilmente solo per controllarla a vista, con la sua gelosia che continuava ad aumentare. Dopo 3 mesi Vanessa comincia a ribellarsi a questo controllo ossessivo, aprendo gli occhi all’improvviso: il passato di Francesco diventa pesante, adesso lo vede “grande”, ossessionato. Probabilmente voleva lasciarlo e tornare dalla sua famiglia per la situazione ormai insostenibile. Solo 79 giorni di convivenza, di liti, di scelte affrettate. Il giorno del venerdì santo a Enna c’è la sacra rappresentazione della morte di Gesù. In quei giorni c’è un riavvicinamento con la famiglia ma non con il padre. Tutti seguono la processione ma non sanno di essere presenti, fino a quando non si incrociano in lontananza e la madre le sorride, ricambiata.

La madre la raggiunge per dirle che suo padre le vuole parlare e Vanessa è felicissima. Il papà invita Vanessa e anche Francesco per il pranzo di Pasqua. Mancano solo 2 settimane alla sua morte. La madre quella sera pensa fra sé di “sforzarsi” ad accettare Francesco per non perdere la figlia. Il giorno di Pasqua al pranzo c’è un clima di allegria e sua madre prepara tutto quello che piaceva a Vanessa. Finalmente si ricuce il rapporto con suo padre ma lei lancia anche i primi segnali di allarme. L’ultima sera in cui vedono Vanessa viva, lei dice una frase a bruciapelo davanti a tutti: “E’ bugiardo e mi manca di rispetto”. Il padre però risponde che “hanno voluto la bicicletta e ora devono pedalare insieme”, mentre sua madre la invita invece a rimanere a casa. Il 24 aprile è l’ultimo giorno di vita di Vanessa e lei sta facendo le pulizie mentre riceve l’ultima chiamata da sua madre. E’ il suo giorno libero a lavoro e decide di uscire. Proprio quel giorno Francesco decide di licenziarsi e quando torna a casa non la trova e questo gli dà molto fastidio. Nell’attesa sniffa cocaina dicendo al processo che con lui c’era anche Vanessa. Quando lei rientra lui la aggredisce prima verbalmente e lei apprende che si è licenziato: è la goccia che fa traboccare il vaso. I due litigano furiosamente e Vanessa decide di andarsene e glielo dice chiaramente. Il pubblico ministero riferisce che una vicina li sente litigare e va a bussare alla porta per invitarli a smettere di urlare. Mentre Vanessa prepara la sua roba, Francesco prende dei fili elettrici e li avvolge intorno al collo della ragazza. Ha le mani sporche di sangue e va in bagno a lavarsi ma Vanessa respira ancora. Torna in bagno e imbeve un fazzoletto di candeggina, la pulisce dal sangue e poi glielo mette su bocca e naso, finendola. Alle 15,15 Francesco chiama il poliziotto dell’antidroga che conosce da anni e gli dice che Vanessa se ne è andata e lo ha lasciato. Subito dopo prende la macchina e va via. Lucidamente pensa a un piano per far sparire il corpo della ragazza. Torna a casa, avvolge il corpo di Vanessa in un lenzuolo con il quale crea una specie di sacco. Raccoglie tutto quello che si è macchiato di sangue e in pieno giorno trasporta il corpo di Vanessa per le scale, senza che nessuno si accorga di nulla.

Il pubblico ministero però avanza l’ipotesi che non è possibile che qualcuno non abbia visto. Francesco chiude il corpo di Vanessa nel bagagliaio e si dirige verso Caltanissetta dove c’è una vecchia miniera di sale, oggi discarica di rifiuti. Pensa che il corpo non sarà scoperto per gli odori comunque forti che ci sono nella zona. Prende il fagotto con il corpo di Vanessa, scavalca il guardrail e lo abbandona. Li si inginocchia e fa il segno della croce, come racconterà lui stesso al processo. Nel pomeriggio c’è uno scambio di telefonate tra lui e la famiglia della ragazza, preoccupati perché da ore non risponde. Lui intanto telefonava piangendo agli amici di Vanessa dicendo di non riuscire a trovarla. Alla sera i genitori escono per cercarla nei posti che frequentava mostrando la foto: nessuno l’ha vista. In questa ricerca incontrano per strada anche Francesco che rimane freddo: era uscito a buttare il cavetto con cui l’aveva strangolata. La famiglia trascorre una notte lunghissima, il cellulare di Vanessa è sempre staccato. Suo padre lancia un appello anche su internet ma con il passare delle ore pensano al peggio. I carabinieri quindi chiedono notizie di Vanessa al fidanzato il giorno dopo. Un interrogatorio durato 12 ore dove tante cose non tornano. Vanessa si sarebbe allontanata senza soldi, senza il suo amato cane e la sua versione è credibile. Due giorni dopo Francesco chiama la polizia e vuole parlare con il suo confidente: gli confessa di aver ucciso Vanessa. Il poliziotto ha detto che era provato, afflitto ma più volte ha cambiato versione cercando di “giustificarsi”.

I poliziotti ora vogliono convincerlo a farsi dire dove si trova il corpo. Alle 15 finalmente arrivano nel luogo che gli ha indicato, e insieme a loro si reca sul posto dove ha abbandonato il corpo della ragazza. La famiglia di Vanessa mentre succedono questi fatti è ancora ignara di tutto perché bisogna prima ritrovare il corpo. Davanti al cadavere di Vanessa, Francesco crolla, piange e continua a farsi il segno della croce. Solo in quel momento capisce cosa ha fatto. Arriva quindi la polizia scientifica che analizza il corpo. Lo stesso Pubblico Ministero afferma di essere rimasto colpito dal corpo di quella ragazza a cui ha pensato per molti giorni: era minuta, cosi piccola da sembrare una bambina. La polizia quindi convoca la famiglia e gli comunica la notizia tragica nella piazza di Enna. Trascorrono il pomeriggio in caserma dove i carabinieri spiegano i dettagli di quanto successo. La confessione di Francesco è fredda, meticolosa e con dovizia di particolari. Il magistrato è impressionato da questa freddezza, alternata a momenti di lucidità e pianto a dirotto. Il processo si svolge con rito abbreviato e il movente era meramente una questione di possesso e gelosia morbosa. Francesco Lo Presti viene condanno a 30 anni, condanna confermata anche in appello.

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