C’è grande attesa per l’arrivo dello chef Antonino Cannavacciuolo a Bergamo tanto che il quotidiano L’Eco di Bergamo gli dedica un articolo nella sua versione online. Il cuoco farà visita al ristorante Il Borgo di San Lazzaro che è collocato nel centro storico della città. Nel menù ci sono secondi di carne abbastanza particolari come il filetto di canguro, le costolette di agnello australiano e lo struzzo. Carlo è il gestore dal 1999, troppo tollerante con i suoi dipendenti ha per questo avuto dei problemi e richiesto la mano pesante dello chef. Per riportare ordine inviterà il personale col titolare a uscire dal ristorante per confrontarsi con prove importanti in luoghi che nessuno si aspetta, tutto per aumentare il feeling all’interno del gruppo. Nell’attesa della nuova e ultima puntata della stagione gustiamoci le papere dell’episodio precedente. Per il video clicca qui.
Nuovi incubi per Antonino Cannavacciuolo. Questa sera ritroveremo lo chef su Fox Life per un nuovo appuntamento con il reality Cucine da incubo 3. Nel primo episodio vedremo lo chef alle prese con una missione particolarmente impegnativa: salvere “Il golfo di Mondello”, un vero e proprio angolo di Sicilia a Milano. Fortunatamente per il titolare Paolo e per la sua famiglia, Antonino Cannavacciuolo farà tornare a splendere il sole sul suo ristorante. La second amissione vedrà invece Canavacciuolo a Bergamo: lo chef dovrà rimettere sulla strada del successo il ristorante “Borgo San Lazzaro”. Grazie alla mano esperta di Cannavacciuolo lo staff multi-culturale e il titolare dallo spirito goliardico ma di poco polso riusciranno a trovare la ricetta giusta per soddisfare i clienti.
Lo chef Antonino Cannavacciuolo tornerà su Fox Life questa sera, martedì 23 giugno 2015, per il nuovo appuntamento con Cucine da incubo 3. In attesa di scoprire cosa accadrà nel doppio episodio di stasera, ecco cos’è accaduto in quelli andati in onda settimana scorsa. Nel primo episodio lo chef Cannavacciuolo si trova a Roma, alla ricerca del Mangiarte che, una volta trovato, risulta essere una vera accozzaglia di stili, umori e sapori (pessimi). Regna il caos sia in cucina che in sala, e il tutto viene gestito da un gruppo che si conosce bene, ma che di esperienza in ambito di ristorazione non ne ha affatto. In pratica si tratta di ragazzi che si sono inventati dal nulla un lavoro, ma la scarsa capacità non è neanche compensata dall’impegno, e così cellulari, urla e disattenzione la fanno da padroni. La particolarità del locale è che resta aperto tutta la notte, con l’alcool a basso costo che la domina nettamente sulla cucina, la quale si adagia con cibi surgelati. Le velleità del locale però sono quelle di un ristorante, e di certo non è tale un locale che inizia a vendere i primi coperti verso le 23. Cannavacciuolo legge le tante scritte sulla porta d’ingresso, facendosi il segno della croce per le penne alla vodka, per poi paragonare il locale a una farmacia, data la scritta aperto 24 ore. Lo chef impallidisce nel vedere il cameriere con la gomma, che continua a masticare a bocca aperta tra l’altro. In cucina preparano anche piatti vegani e dicunt, ma non hanno idea di cosa sia. Il proprietario, Mario, si siede con lo chef. Assaggia i piati e dà ragione a Cannavacciuolo, che si sente un pesce fuor d’acqua, capendo la doppia anima del posto. Chiede dunque di fare una scelta tra un ristorante vero e potenziale e un locale notturno, che è già in essere. Si tenta un servizio a pranzo, ma i problemi sono palesi, con assenza di pane, grattugia scomparsa e il servizio che proprio non ingrana. Cannavacciuolo porta tutti a scuola per la prima volta, mostrando le basi di un servizio adeguato. Si passa poi alla cucina, con Chiara e Massimo istruiti dallo chef su alcuni piatti da poter riproporre nel menù. Lo staff di Cannavacciuolo muta interno ed esterno del ristorante, proponendo anche una sala giardino intrigante. Il menù è leggero ma squisito e si passa così al primo servizio del nuovo locale. I clienti portati dallo chef paiono soddisfatti, ma ovviamente durante la serata tornano a farsi vivi alcuni vizi come il sedersi ignorando i clienti, il giocare con i cellulari e un po’ di tensione in cucina. Tutto però viene superato e la serata è un gran successo. Il secondo episodio siamo a Cernusco sul Naviglio, un paesino calmo e pulito nel quale Cannavacciuolo fa fatica a trovare il ristorante da aiutare. Una volta scovato sembra quasi si trovi in un parcheggio, ma tant’è lo chef entra e fa la conoscenza di tutti. Si rende conto che è gestito interamente da ragazzi con poco più di vent’anni, compresa la vera titolare, Giulia. Questo locale è un lascito di suo padre, che la sta avviando a una professione che ora pare spaventarla. L’uomo è sempre presente, e forse fin troppo, e questo, insieme col prendere sotto gamba gli impegni, fa sì che Giulia non sia vista come il capo dallo staff, che in cucina e in sala fa un po’ come gli pare. Manca gruppo e a dire il vero anche qualche capacità in cucina. Neanche la classica cotoletta alla milanese si salva, con delle patatine nere per quanto sono bruciate. Si passa al primo servizio ma è un vero disastro. Le comande terminano in terra in cucina e ovviamente questo crea confusione. Molte persone attendono 40 minuti e non hanno mangiato neanche una patatina. In sala c’è malcontento e qualcuno inizia ad andar via, con Giulia che perde il controllo. In cucina non ha l’attenzione di nessuno, ma la chiede come l’ultima arrivata nel locale. Molto spesso i cuochi sono con le mani in mano e la notizia di serata è che il pollo Kentucky, presente nel menù, non è stato preparato. Roberto è furioso e privo di speranze, perché questi ragazzi non hanno proprio voglia di fare. Arriva il confronto tra lo staff e Giulia, con lo chef che capisce che il papà deve sparire. Chef e cameriere se la prendono con la proprietaria, ma Cannavacciuolo non vuole distruggere, bensì creare un rapporto nuovo, e li porta tutti in campagna. Qui si ritrovano a fare la pasta fresca. Hanno un tempo massimo per preparare il tutto, con Cannavacciuolo che li divide in due squadre. Non riescono a completare l’incarico nei 20 minuti previsti dallo chef, che sapeva bene che questa prima prova sarebbe stata fallita. Vede però Giulia sporcarsi le mani, ma soprattutto un gruppo che dalla pasta inizia a crescere. Ci si aiuta a vicenda e anche quando il tempo scade e la prova non è superata, il che vuol dire ce il resto della pasta dovranno prepararla soltanto Giulia e il cuoco, gli altri due decidono di rimboccarsi le maniche e aiutare, anche se non sarebbero costretti a farlo. Si torna in sala con un altro spirito, e grazie ai piatti di Cannavacciuolo si cambia decisamente registro. A fare il cliente per una volta c’è anche Roberto, che si è fidato dello chef e ha deciso di dar maggior responsabilità a sua figlia, che a sua volta ha capito che è l’unica a poter rimettere in sesto il locale. Tutto va per il meglio, con Giulia che capisce inoltre come ci si comporta con i clienti. A inizio puntata mandava tutti a quel paese e rispondeva male, prendendo ogni critica sul personale. Al termine del programma Cannavacciuolo saluta i ragazzi e dice loro d’averli visti cresciuti. Scrive un bel po’ di complimenti su uno specchio prima di dire il suo solito addios e dare qualche schiaffo bello forte.