Le tue curve così dolci, date in pasto alla gente, il tuo corpo da vendere al migliore offerente, circondata da fantasmi, e da miseri pidocchi, eri carne da pellicola da masticare con gli occhi Laura attrice che si spoglia, per un popolo guardone, diventata il sogno erotico di una generazione, la creatura più divina, dilaniata dal successo, per la tua lapidazione bastò un sasso.



Così cantava Simone Cristicchi, dopo aver incontrato per caso Laura Antonelli nella villetta in cui viveva sola e abbandonata da tutti. Ora Laura è scomparsa a 73 anni, dopo un lungo e triste tramonto punteggiato da crudeli rovesci di fortuna: lincarcerazione per spaccio di droga quando si trattava solo di detenzione di pochi grammi di coca, il volto deturpato da una sbagliata pratica estetica per esigenze di copione, raggirata e derubata dalla sua badante, incapace di gestire se stessa e persino i 150.000 euro che lo Stato le aveva dato per lerrore giudiziario, regalati a destra e a manca.



Laura pazza, Laura ingenua, Laura povera drogata, Laura fragile, sensibile alla gogna trascinata, Laura aspetta la sentenza crocifissa sul giornale, condannata per dieci anni ad impazzire, dicono ancora i versi di Cristicchi. Viene spontaneo il paragone con Marylin Monroe: una bella fanciulla dalla psiche assai fragile, proiettata improvvisamente sotto i riflettori dal successo di Malizia, di Salvatore Samperi. Già il suo primo film, Le malizie di Venere, era stato bloccato dalla censura. A quarantanni dal successo di Malizia, lerotismo di allora però appare tutto sommato castigato rispetto a quello dichiarato di oggi. In realtà, quelle scene sono rimaste impresse nella memoria di generazioni di italiani, in quanto probabilmente era assai più sexy un reggicalze intravisto di un nudo integrale.



Fu notata e chiamata a lavorare da Pasquale Festa Campanile, Luchino Visconti, Dino Risi, Luigi Comencini, Mauro Bolognini, Ettore Scola. Niente male per una profuga istriana, diplomata in educazione fisica, che si è trovata a far parte delle bellissime quattro dalmato-istriane (Femi Benussi, Alida Valli e Sylva Koscina). Con tutta evidenza la disavventura giudiziaria ha inferto un colpo gravissimo alla sua psiche fragile e sensibile, portandola a chiudersi in se stessa e a isolarsi dal mondo. Lei che era stata fidanzata di Jean Paul Belmondo, si è ritrovata abbandonata da tutti, tranne che da Lino Banfi, che fece anche un inascoltato appello pubblico al ministro della Cultura Bondi perché le desse una pensione speciale.

Oggi ci saranno tanti “coccodrilli” (così si chiamano gli epitaffi in genere già pronti per commemorare le persone famose). Noi preferiamo ricordarla con le ultime profetiche parole della canzone Laura di Simone Cristicchi: “Cara Laura, forse è vero, è tutta colpa dell’amore, che riavvolgerà il destino riscrivendoci il copione, ma se in ogni fotogramma resti sempre la più bella, la tua anima è leggera come un volo di farfalla. Mentre scorrono veloci i titoli di coda, non è ancora troppo tardi per riavere la tua vita, ora che cammini libera e ti perdi tra la gente, con il nome di una donna come tante”.