Va in onda questa sera su Iris il film Apocalypse Now Redux, con Marlon Brando e Martin Sheen. Nella pellicola diretta da Francis Ford Coppola e ambientata nel Vietnam degli anni ’70 vediamo il capitano Willard, di stanza a Saigon, ricevere l’incarico di risalire il fiume alla ricerca del colonnello Kurtz. L’ufficiale, insieme ai suoi soldati, è passato dal Vietnam alla Cambogia, dove sta conducendo una guerra personale. Ecco il trailer del film.



il film diretto da Francis Ford Coppola che sarà trasmesso questa sera da Iris. In una scena poi tagliata durante il montaggio, vediamo il capitano Benjamin L. Willard, interpretato da Martin Sheen, a letto con una donna dall’accento francese. Mentre gli parla, la donna gli prepara una pipa con dell’oppio. Dopo averla ascoltata a lungo, il capitano Willard accetta la pipa che la donna gli offre e inizia a fumare la sostanza. Clicca qui per vedere la scena.



Il mio non è un film sul Vietnam. il Vietnam. Così Francis Ford Coppola descriveva il suo Apocalypse Now, in onda stasera su Iris, con poche parole pesanti come pietre…pesanti come la guerra. Impossibile parlare di Apocalypse Now Redux senza partire dal suo progenitore, quell’Apocalypse Now, che nel 1979 scosse le coscienze di tutto il mondo, strappando allo stesso tempo applausi, lacrime e indignazione per una realtà, quella della guerra del Vietnam, fino ad allora non sufficientemente analizzata nella giusta luce. Apocalypse Now è ispirato, piuttosto alla lontana, al breve romanzo di Joseph Conrad Cuore di Tenebra, dal quale mutua soprattutto alcuni dei temi fondanti cambiando però ruolo di alcuni personaggi chiave e ambientazione: dall’Africa nera di fine ‘800 alla Cambogia e al Vietnam negli anni della guerra contro i Vietcong.



qui che il capitano Willard (Martin Sheen) viene incaricato dall’alto comando dell’intelligence militare statunitense di trovare e uccidere un colonnello dei Berretti Verdi, Walter E. Kurtz (Marlon Brando). Quest’ultimo è ormai considerato infatti un disertore, che assieme a tutto il suo squadrone avrebbe instaurato nel folto della giungla cambogiana una specie di dittatura, incentrata sul culto della propria persona presso i nativi. Un attacco frontale viene escluso fin da subito, data l’eccellente conoscenza dei luoghi da parte di Kurtz e dei suoi uomini. Il comando decide quindi di optare per l’invio di una piccola squadra, e Willard viene dunque assegnato a una piccola squadra di pattuglia. A fornire supporto aereo sarà una divisione di elicotteristi comandati dal fanatico tenente colonnello Kilgore (Robert Duvall). Willard pur non avendo mai incontrato Kurtz di persona ne conosce la reputazione, e sin dall’inizio nutre dubbi sullo scopo della missione e su cosa possa davvero essere accaduto. Il viaggio si rivelerà irto di pericoli, e per lo stesso Willard ci saranno ripetute occasioni di vedere sotto una luce diversa gli orrori della guerra, anche per via di alcuni suoi compagni dall’animo palesemente inadatto per una sporca guerra. Willard arriverà dunque a conoscere qualcosa di più su se stesso e su tanti altri che, volenti o nolenti, sono stati toccati e cambiati dalle violenze perpetrate.

La versione Redux (proiettata nel 2001 fuori concorso al Festival di Cannes) aggiunge circa 50 minuti alla pellicola di Coppola, portandone la durata totale a quasi 200 minuti e integrando scene anche significative lungo tutto il film. Piccole chicche come l’incontro con un gruppo di Playmate fatte arrivare apposta per sollevare il morale dei soldati, o il dialogo con una famiglia di proprietari terrieri francesi stabilitisi in quei luoghi durante l’epoca colonialista. Ultimi, ma non certo per importanza, alcuni intensi scambi aggiuntivi tra Willard, Kurtz e un folle fotoreporter (Dennis Hopper) arrivato ormai a idolatrare lo stesso colonnello, scambi che gettano nuova luce su quanto accaduto e sull’assurdità di una guerra così atroce. In un cast di livello assoluto (che comprende anche Harrison Ford e un giovanissimo Lawrence Fishburne) spiccano certamente due fra i protagonisti principali: Martin Sheen nel ruolo di un capitano Willard sull’orlo di un Disturbo da Stress Post Traumatico, e Marlon Brando che presta il volto a un colonnello Kurtz ormai sulla via di una follia cinica e di un’estrema disillusione. quasi ironico pensare che proprio Marlon Brando è risultato fra i più apprezzati, lui che all’inizio (e in qualche altra occasione durante le riprese) aveva espresso forti perplessità sul suo ruolo e sulla sceneggiatura.

Ci sono volute la forza di persuasione di Francis Ford Coppola e due settimane di “ritiro spirituale”, perchè la star del Padrino comprendesse le potenzialità del personaggio. Coppola era convintissimo della scelta di Marlon Brando, tanto da soprassedere anche sull’aumento di peso che aveva caratterizzato l’attore a quel tempo, circostanza che costringerà il regista a girare le sue sequenze mantenendolo sempre in penobra. L’escamotage, nato per esigenze quasi di vanità, si rivela comunque assolutamente valido anche sul piano narrativo ed emotivo, conferendo una particolare aura alla lucida follia del Kurtz di Brando.