Questa sera su Iris va in onda il film “Sesso e potere” con Robert De Niro e Dustin Hoffman. Nella pellicola vediamo il produttore cinematografico Stanley Motss e l’esperto d’immagine Conrad Brean inventare un finto conflitto in Albania, colpevole di ospitare cellule terroristiche ostili agli Stati Uniti, per far rieleggere il presidente americano coinvolto in uno scandalo. Le cose non andranno però come da loro pianificato. Ecco il trailer del film.



Iris stasera manda in onda una “commedia nera” dal titolo “Sesso e potere” uscita nelle sale nella seconda metà degli anni ’90, prodotta da Robert De Niro, che ne è anche protagonista, e con Barry Levinson, premio Oscar per “Rain Man”, dietro la macchina da presa. Con lo scopo ultimo di distrarre l’opinione pubblica e in particolar modo tutti gli organi di informazione da uno scandalo di natura sessuale che vede protagonista quello che è l’attuale inquilino della Casa Bianca, Conrad Brean (Robert De Niro), spin doctor del primo cittadino d’America, i suoi collaboratori decidono di assumere un noto produttore hollywoodiano. Il suo nome è Stanley Motss (Dustin Hoffman) e l’idea è quella di dare vita a una finta azione di guerra nei confronti dell’Albania. L’obiettivo è quello di recuperare consensi tra l’opinione pubblica e garantire così la rielezione e la permanenza alla Casa Bianca.



I sondaggi infatti danno il presidente in picchiata e la situazione rischia di diventare disperata a seguito delle accuse che una giovane scout ha mosso al presidente: lui le avrebbe infatti usato violenza nel corso di una gita tra le mura della residenza presidenziale, ovvero la Casa Bianca. Il piano studiato per manipolare l’opinione pubblica è articolato in due momenti distinti: nel primo viene dato il via alla simulazione di un conflitto con il piccolo paese situato nella penisola balcanica, il quale viene accusato di essere reo di fornire protezione ad appartenenti a cellule terroristiche che progettano attacchi contro gli Stati Uniti d’America. Nello specifico viene fatto credere che i terroristi avrebbero già pronto un piano e che sarebbero pronti a far arrivare un ordigno direttamente dal Canada e da far esplodere nel cuore del territorio a stelle e strisce.



Per fare in modo che l’opinione pubblica si convinca della realtà della minaccia e si ritrovi quindi ad appoggiare l’eventualità di una guerra, viene fatta divulgare una sequenza di immagini in cui si vede una giovane ragazza albanese vittima dei colpi d’arma da fuoco di appartenenti alle fantomatiche cellule terroristiche e che rischia la vita per salvare un micio. Nella realtà questa sequenza non è mai stata ripresa realmente ed è solo frutto dell’uso degli ultimi ritrovati della tecnologia. Nel corso della seconda fase viene invece fatta trapelare una indiscrezione secondo cui un soldato americano si troverebbe nelle mani dei terroristi, nel paese balcanico. Il suo nome è William Schumann (Woody Harrelson) e su questa indiscrezione viene montata una campagna mediatica che rende il soldato una sorta di eroe nazionale e resa ancora più forte dal fatto che l’uomo viene descritto come persona dal carattere tranquillo e mite.

Il suo ritorno in patria è atteso con fermento dalla popolazione, ma nel corso del viaggio che lo deve riportare a casa accade qualcosa. L’uomo, che ovviamente non è un soldato, in realtà è un carcerato che è stato condannato per aver usato violenza nei confronti di una suora. Questo crea non pochi grattacapi all’equipaggio dell’aereo, che per gestirlo deve ricorrere anche a psicofarmaci. Dopo alcuni caotici eventi Schumann e gli incaricati del presidente sono in un bar e il primo, approfittando di una disattenzione, prova a violentare la figlia del gestore del locale. Quest’ultimo si accorge di quanto sta avvenendo e uccide con due colpi di fucile l’uomo. A questo punto per le autorità non resta che una strada per evitare che la finzione orchestrata e messa in piedi venga scoperta: quella di organizzare dei funerali solenni in cui Schumann verrà ricordato e celebrato come un eroe di guerra.

E questo è proprio quello che accade, perchè i funerali sono solenni e la sua bara viene avvolta con la bandiera americana. Nel frattempo il produttore che era stato ingaggiato dallo spin-doctor decide di vuotare il sacco e denunciare tutta la macchinazione alle autorità competenti. Prima che però riesca a mettere in atto tale proposito viene ucciso. Così, al termine della pellicola, si scopre come la sua volontà di denunciare tutta questa finzione fosse dovuta non a motivi di tipo etico o morale, ma molto più semplicemente alla voglia di rivalsa nei confronti del mondo dello spettacolo, che non riconosce mai un ruolo fondamentale ai produttori delle pellicole cinematografiche, che non sono mai menzionati come coloro senza i quali un film non potrebbe nascere ed essere portato al successo.