“Stiamo solo cercando di ripercorrere insieme a te i tuoi ricordi più cari, più spiacevoli. Se ti sforzi un pochino puoi andar indietro con la memoria e col pensiero, insieme a noi puoi arrivar fino in fondo alla questione e risolvere il problema. Basta parlarne. Dimmi, raccontami cosa ti è capitato e io ti dirò perché sei infelice”. L’importante, insomma, è tornar indietro nel tempo, con la memoria per lo meno. Sembra proprio questo il segreto di Scientology, la religione dei vip hollywoodiani per antonomasia, John Travolta e Tom Cruise fra i tanti. 

proprio così, con queste parole quasi rassicuranti e suadenti, che una voce fuori campo ci rende partecipi di ciò che stiamo per vedere, con l’ausilio di tante immagini storiche e diversi filmati arricchiti da testimonianze purissime. Il nuovo documentario di Alex Gibney, infatti, vuole introdurci nel mondo decisamente particolare di Scientology e anche a questo richiama il titolo Going Clear: Scientology e la prigione della fede, a tutti gli effetti uno dei più controversi – lasciatemelo dire – documentari arrivati sui grandi schermi negli ultimi tempi. Perché c’è qualcosa che in Scientology non ha funzionato, forse un “incidente” o chissà cosa. E Gibney le controversie di questa religione del denaro ha cercato di mostrarcele e farcele conoscere tutte.

Basato sul romanzo “Going Clear” firmato dalla penna di Lawrence Wright, il vero scopo del lavoro di Gibney, così come quello dello scrittore che ne ha ispirato il documovie, sembra semplice: darci un’idea chiara di quanto Scientology possa essere pericolosa, e starne assolutamente alla larga.

La Chiesa di Scientology, fondata nel 1954 da Ron Hubbard, è basata su di un insieme di credenze e pratiche di vita ideali messe per iscritto dallo stesso Hubbard nel suo primo super romanzo “Dianetics”. Il libro vendette milioni di copie in tutto il mondo e divenne un must-have (o meglio must-read) per la stragrande maggioranza dei giovani degli anni ’60 americani. Alla Chiesa di Scientology, in poco tempo, andarono ad unirsi sempre più persone. Addirittura famiglie intere. Fondamentale, ovviamente, il dollaro: 50 a seduta, e poi sempre più soldi, fino a diventare a tutti gli effetti una cosa solo per ricchi.

Le contraddizioni a tal proposito son sempre state moltissime, e di Scientology si è sentito parlare tanto, male, e a volte anche a sproposito. Sui nostri schermi a partire dal 25 giugno, ma già presentato in anteprima mondiale in occasione del rinomato Sundance Film Festival 2015, l’obiettivo di Gibney sembra anche stavolta quello di raccontare, grazie alle testimonianze dettagliatissime di otto ex appartenenti alla religione di Scientology, le regole alle quali non puoi sottrarti, le preghiere che diventano obblighi verso le gerarchie e le istituzioni, il controllo e l’imposizione di comportamenti e decisioni da prendere assolutamente se vuoi “restar a far parte dei nostri”, cioè dei loro. 

Un documentario che quasi schocka, perché non te lo aspetti. Violenze, psicologiche ma non solo, persecuzioni, minacce. Tutto questo spetta a chi decide di imporsi contro Scientology, talvolta considerato criminale per il solo fatto di non credere nella teoria dell’illusione che lo stesso Hubbard ha provato più volte a far anche sua, senza tuttavia riuscirci mai, scoprendo solo a pochi anni dalla natural morte di esser totalmente pazzo, e inutilmente pronto al suicidio. 

Cose che fino a oggi sembravano nascoste, non conoscibili, da dimenticare. Ma come reagiranno gli spettatori italiani quando grazie a Gibney e a LuckyRed queste verità a tutti gli effetti verranno conosciute anche nel nostro Bel pPese? E, soprattutto, come reagirà la Scientology italiana? 

Gibney è davvero un mago del documovie, con un film anche stavolta non imparziale ma imperdibile. Un documovie che, tra le altre cose, ci fa conoscer più da vicino John Travolta e la sua passione per Scientology Usa, famiglia che sembra averlo cresciuto, ma altresì manipolato negli anni. Stessa cosa per Tom Cruise, a cui Scientology ha completamente manipolato e gestito la vita, e a cui molto probabilmente continua a farlo.