La buona memoria è sicuramente un dono di natura, ma è sinonimo di vecchiaia. Un grande avvenire dietro le spalle, diceva di sé l’immenso Vittorio Gassman, a proposito degli anni che passavano inesorabili anche per lui. E in tema di medical drama, ovverosia, come più correttamente si diceva un tempo (almeno per la lingua italiana), di telefilm di medici, chi tra voi, amici degli anta, non ricorda il mitico dottor Gannon, quel Joe Gannon del telefilm Medical Center, che con le sue gesta portò a un vertiginoso aumento degli iscritti a Medicina in Italia (e forse nel mondo) nella prima metà degli anni ’70?

Bello era bello, basettone di circostanza e capigliatura mai fuori posto, con quella riga scolpita a separare la folta chioma, simbolo di una generazione resistente alle distrazioni del ’68: figli dei fiori, sesso, droga e rock’n roll, e tutto il resto. Trentacinque anni, una decina già in corsia dopo la laurea, eppure l’esperienza e la competenza sono quelle di un Umberto Veronesi già maturo. Vero Sherlock Holmes della diagnosi, con le cadenze in sala operatoria di un supereroe dal copricapo e dalla mascherina verde; specialista di interventi impossibili a 360 gradi, 24 ore su 24. Capacità d’intervento all inclusive, dal tendine d’Achille all’addome, su su fino al cervello. Laureato in Medicina, specializzato in Tuttologia. In poche parole, un mito! Beh, da allora ne è passata di acqua sotto i ponti (e di sacche di sangue per le flebo anche di più!).

Ogni epoca ha avuto i suoi eroi, E.R. e il Dr. House sono tra gli ultimi. E per l’anno prossimo è prevista una nuova ondata di patologie difficili, che metteranno a rischio i nostri fragili sentimenti di telespettatori sedentari dall’immediata empatia con i funamboli dello stetoscopio. State in campana, perché da settembre si torna in corsia! 

Impareremo a fare amicizia con i giovani medici di Code Black, abituati al lavoro estremo (il cosiddetto “codice nero”, che dà il titolo alla serie, e che riguarda i casi disperati,). Troveremo ancora emergenze in Chicago Med, una “serie-costola” ricavata dai già affermati Chicago Fire (dedicato ai vigili del fuoco) e Chicago PD (Police Department), come si evince dai ripetuti rimandi: basti dire che uno dei poliziotti di PD è fratello di un dottore di Med. Chicago Med è ambientata a Chicago, come dice la parola stessa, e la città non è scelta a caso, visto che i protagonisti sono due enterologi famosi di lontane origini italiane, I Duodeni di Piadena. A rendere famosa negli Usa questa serie tv sono la sigla iniziale e quella finale, che hanno ricevuto il “Colon sonora Award 2015”. 

Heartbreaker andrà invece a raccontare le sfide di una dottoressa specializzata in trapianti cardiaci, costretta a farsi largo in un ambiente maschile ostile. Un libero battitore (e qui le corsie si allontanano) è il dr. Rosewood, protagonista della serie omonima: medico legale a Miami, grazie a capacità deduttive e a un laboratorio ipertecnologico riesce a risolvere casi su cui la polizia si arena. Arriverà anche una sitcom, Dr Ken: creata, diretta e interpretata dal comico Ken Jeong, già medico prima di diventare attore.

Intanto, su Italia 1 è già partita la terza stagione di The Night Shift: ancora un pronto soccorso, stavolta a San Antonio, Texas. Protagonisti medici e infermieri del turno di notte, Tra le guest star Michelle Obama, testimonial a sostegno della cura dei veterani di guerra, visto che molti medici della serie sono ex militari e negli Usa è un tema ricorrente, quello dei problemi di chi torna dal fronte.

Come avrebbe detto Bruno Pizzul, “tutto molto bello”. Ma potevano gli autori televisivi nostrani, in mezzo a questo bailamme a stelle e strisce, lasciare il bisturi in mani solo straniere? Niente affatto! Le sirene delle ambulanze italiane sono già suonate, le fiction attualmente in lavorazione affronteranno, con gusto tipicamente made in Italy(che quest’anno con l’Expo tira un sacco) il tema dei medical drama a noi tanto caro, e il pubblico televisivo, soprattutto quello femminile, potrà ancora sognare. 

Il nuovo palinsesto autunnale de La7 lo considera uno dei fiori all’occhiello della stagione. Il lunedì, subito dopo il confermatissimo Otto e mezzo di Lilly Gruber, andrà in onda Oto & Mez, una fiction in otto puntate, protagoniste due sorelle, entrambe otorinolaringoiatre, Ottiera e Melissa (per amici e colleghi Oto e Mez, da cui il titolo della serie), che si muoveranno all’interno di un ospedale privato, il cui direttore, un omone senza scrupoli, amante del denaro e della bella vita, segretamente innamorato di Oto (che a volte sembrerà cedere alle sue lusinghe), ma letteralmente sordo (è proprio il caso di dirlo, quando ci son di mezzo dei medici otorini) ai problemi di salute dei pazienti.

La suggestiva ambientazione di un nosocomio catanese farà da sfondo ai personaggi di “Uri uri uri“, la cui sigla, (cantata da Carmen Consoli – nata proprio da queste parti – “Uri uri / uri di tuttu l’annu / lu cateteri ca mi dasti / ti lu tornu”) ben introduce la storia di un reparto di urologia alle prese con i classici disservizi meridionali. Verrà proposta dai Raitre, con un’introduzione di Milena Gabanelli per ciascuna delle dodici puntate.

Si può (forse si deve, per catarsi) sorridere anche del servizio mensa offerto nei nosocomi italiani dal Servizio sanitario nazionale: Retequattro proporrà una fiction, FateCeneFratelli – L’ospedale più gourmet della tua Asl, che promette… grasse risate. Vi si narrano le vicissitudini di una società di catering gestita da tre fratelli e dedita a offrire pasti serali ai malati in base alle loro patologie: per esempio, uovo all’occhio di bue per i degenti in oftalmologia, ossobuco per i ricoverati in ortopedia, nervetti in insalata per i pazienti della neurologia, e via cucinando. 

Visto l’andazzo, poteva forse Sky esentarsi da un talent show dedicato al tema? Certo che no! Master-card, in arrivo nei primi mesi del 2016, selezionerà il cardiologo più bravo e preparato; in palio, una carta di credito da infarto, con non sappiamo quanti zeri sul conto.

Ma la vera chicca che manderà in sollucchero tutti gli appassionati del genere sarà il medical drama, di produzione italiana, a cui sta lavorando il grande regista Quentin Tarantino. Pochi i rumors, dai quali si evince che il protagonista sarebbe uno strano farmacologo. Con il classico stile granguignolesco che caratterizza il regista di Pulp Fiction, dietro il farmacista di un paese della provincia di Farma, pardon, di Parma, si celerebbe un chimico inventore di pillole letali, che non lasciano traccia alcuna. Uno scienziato misterioso e avido, al soldo dei nostri Servizi segreti (e se parliamo di servizi segreti Italiani efficienti, allora viriamo un po’ nella fantascienza). Volete sapere il titolo di questa serie firmata Tarantino? Kill Pill. Imperdibile!