Dalle 21:10 va in onda su Rai 4 la serie “Atlantis”. Oggetto della serie di produzione britannica sono le vicende del coraggioso Jason, deciso a scoprire il destino del sottomarino che ospitava il padre, scomparso nelle profondità del mare: le sue ricerche lo porteranno alla scoperta di Atlantide. Titolo del nono episodio della prima stagione in programma oggi “Pandora’s Box”. Clicca qui per seguire la diretta streaming di “Atlantis”



Stasera, domenica 7 giugno 2015, su Rai 4 va in onda il nono episodio della prima stagione di Atlantis, la serie tv con Mark Addy, Jack Donnelly e Robert Emms. La puntata si intitolata Pandoras Box: sembra che finalmente sia giunto il momento, per Ercole e Medusa, di passare del tempo insieme. I due hanno la possibilità di essere felici, quando un vecchio usuraio senza scrupoli – Kyros – rapisce Medusa e chiede a Ercole, in cambio della sua incolumità, si intraprendere un viaggio negli Inferi e recupera un antichissimo manufatto. Per Ercole inizia una corsa contro il tempo, ben sapendo che chiunque scenda negli Inferi da vivo sia costretto a rimanervi per sempre: anche Giasone e Pitagora accorrono in suo aiuto per trovare una soluzione e trarre in salvo Medusa.



Ercole (Mark Addy) è impegnato in una contrattazione per accettare un incarico. Questo incarico consiste nel partire da Atlantide direzione Elios con un bagaglio assai prezioso: la dote per una sposa. Il problema è che per arrivare ad Elios l’unica strada percorribile è il deserto. Inizialmente Ercole è restio. Alla fine però, davanti a duemila monete, di cui la metà subito e l’altra a compito portato a termine, decide di accettare nonostante il committente lo metta a parte del fatto che se non dovesse “portare a termine il lavoro lui e i suoi amici perderanno tutti i mignoli”. La scena si sposta su Giasone (Jack Donnelly), che affronta uno sconosciuto introdottosi nell’abitazione sua e dei suoi amici. Pitagora (Robert Emms) lo blocca e gli svela chi è: l’estraneo non è altro che suo fratello Arcade (Will Merrick), il quale è venuto a trovarlo. Arcade viene a conoscenza del prossimo viaggio del deserto e decide di parteciparvi nonostante l’opposizione del fratello.



Quest’ultimo la mattina dopo si consulta con l’Oracolo (Juliet Stevenson): vuole avere qualche risposta sul viaggio che stanno per intraprendere e le risposte non sono per nulla positive. L’Oracolo infatti afferma che “il giorno della resa dei conti è alle porte”. Pitagora insieme agli altri raggiunge il futuro sposo (James Rastall) e il resto della spedizione. Nel frattempo, Arcade ha un violento diverbio con Otus (Ryan Oliva). Costui fa parte della spedizione e ciò che fa infuriare Arcade è il suo avere l’infame segno degli assassini. Il capo della spedizione (Darren Morfitt) però zittisce Arcade, affermando che “ciò che si è fatto in passato non ha importanza” e che lui dovrà limitarsi a “eseguire gli ordini”. Pitagora interviene assicurando che farà “in modo che il fratello non procuri altri disturbi”. 

Giasone è perplesso dal comportamento del fratello di Pitagora e quest’ultimo gli svela che il loro padre è stato ucciso quando il fratello era giovanissimo. Pitagora invece viene a conoscenza del passato di Otus. Scopriamo così che un tempo era uno schiavo e che ha subito il taglio della lingua per aver osato ribellarsi. Alla fine si vendicò, ma non è una persona cattiva. A questo punto il gruppo decide di sostare in un bosco e Ercole fa conoscenza con la donna della carovana (Hasina Haque), la quale gli dice che è con loro perchè le è stato assicurato che “viaggiando con il capo carovana è al sicuro”. Scopriamo che quest’ultimo si chiama Nilade e il futuro sposo si scaglia contro la donna, affermando che “una donna non può partecipare a una spedizione simile” e che lei “sarà la rovina di tutti”. Anche Ercole sembra non troppo ben disposto verso di lei, affermando che secondo lui “nasconde qualcosa”. La marcia riprende e dopo un tratto nel deserto, fattasi notte, il gruppo decide di accamparsi vicino a delle grotte.

Ad un certo punto il gruppo viene attaccato e scappa in una grotta: la ragazza misteriosa salva Filemone, il promesso sposo. Il luogo in cui si sono rifugiati è ottimo perchè è consacrato alle Furie. Queste sono degli spiriti che aggrediscono chi si è macchiato di un crimine come l’omicidio. Filomene nel frattempo si scusa con la ragazza per aver dubitato di lei e scopriamo che lei si chiama Bauci. Tuttavia Ercole mette al corrente Giasone dei dubbi che ancora nutre, “perchè nessuna donna combatte come lei”. Quindi si scopre che questi spiriti, se evocati, non si arrestano fino a quando chi li ha chiamati non lo decide e cercano gli assassini fino alla loro morte. Arcade sembra molto interessato all’argomento e Otus lo percepisce. Poco dopo vediamo il primo intento a cercare di chiedere l’intervento delle Furie: il suo scopo è trovare vendetta per la morte del padre. La mattina successiva il cadavere di un uccello viene trovato dinnanzi alla grotta.

Qualcuno lo interpreta “come segno di sventura”, mentre Nilade lo giudica solo “un trucco dei pedroni”. La marcia riprende e Arcade dice a Pitagora di “volersi lasciare il passato alle spalle”. Tuttavia eventi inspiegabili cominciano a verificarsi, come tempeste di sabbia. Durante una sosta in una piccola oasi Bauci si dilegua con il baule in cui vi era la dote. Ercole è agitatissimo, ma si tranquillizza quando Giasone lo mette al corrente di aver spostato il prezioso carico in delle sacche e che nel baule c’era altro. Dopo aver ripreso la marcia il gruppo è ancora vittima di tempeste di sabbia e di una tromba d’aria. Ad un certo punto sono tutti attratti da un bagliore e alla fine scoprono prima un cadavere e poi Bauci. La ragazza afferma di essere stata aggredita da dei predoni e mentre Nilade vuole abbandonarla al suo destino, Filomene decide invece di non farlo, ricevendo l’appoggio di Giasone. Quindi decidono di sostare in una grotta per la notte, ma la tromba d’aria si materializza anche dentro la grotta e sembra puntare su Pitagora.

Giasone e Ercole cercano di difenderlo e Nilade comincia a pensare che questa tromba d’aria non siano altro che le Furie. Arcade confessa di averle evocate pensando fosse Otus il responsabile della morte del padre, ma Pitagora confessa la responsabilità dell’omicidio, raccontando di come sia stata una disgrazia: il padre stava picchiando la madre e lui per difenderla lo ha accidentalmente ucciso. Arcade la prende malissimo e mentre le Furie hanno preso Nilade, lo vediamo rifiutarsi di fermarle e lasciare la grotta. Giasone ed Ercole cercano di contrastare le furie, con Pitagora che li invita a scappare, mentre gli altri inseguono Arcade, il quale però non desiste dal suo intento di vendetta. Alla fine però cambia idea e chiede alle Furie di arrestarsi.