“Questo programma non è un talk show”. Il mantra di Gianni Riotta si ripete pre e post pubblicità, pre e post interviste, pre e post servizi Ma allora vuole o no spiegarci cosa abbiamo visto questa sera su Rai 3? A quanto pare no, ma noi proviamo lo stesso a dare una risposta. Si era preannunciato un programma che parlasse di tutta l’Italia e ci siamo ritrovati a parlare di Iran, Germania e Grecia. Un accenno a Milano e all’Expo di cui davvero non sapevamo ancora nulla. E poi..Dibattiti azzerati con gli ospiti in studio.” Urlare non significa farsi ascoltare ed esprimere con forza le proprie idee”, dice l’Ascanio.Peccato che sta sera sia mancato non solo un vero e proprio confronto, ma l’intera struttura narrativa della trasmissione. Riotta ammette dicendo: ” Ho saltato tutti gli abc della tv”. Come per esempio sforare di sei minuti i saluti finaliOppure fare il ping pong tra due collegamenti..O ancora far parlare solo alcuni ospiti mentre altri, come Henz Beck, facevano da cornice..E ancora, partire dall’intervista al premier Renzi che parla di scuola e finire per ricollegarsi misteriosamente al nucleare iraniano. Va bene essere una trasmissione culturalmente alta, va bene fare gli intellettuali, ma forse si dovrebbe far capire anche qualcosa al pubblico a casa. Il ” narciso” Riotta, al contrario, mantiene fissa l’attenzione su se stesso non sprecando nemmeno due parole per descrivere il suo ” non talk show” nato dopo sei mesi di duro lavoro.Risultato: miscuglio insensato di riforma del lavoro, Expo, scuola, Grecia, Europa, sprechi e cibo, imprenditoria e religione, con un’intervista al cardinale Scola. Ma il tocco di classe è stata l’apparizione dello storico gruppo Buena Vista Social Club, riesumati da non si sa dove mentre si esibivano a Villa Arconati, vicino Milano. (Giulia Pezzolesi)