Stasera va in onda su Rete 4 il film diretto da Clint Eastwood dal titolo Un mondo perfetto. la storia del criminale Butch Haynes, che è stato condannato a 40 anni di carcere per rapina a mano armata. Luomo riesce ad evadere dalla prigione di Hunstsville in Texas ma per farlo prende in ostaggio un bambino di nome Philip Perry. A questo punto luomo sarà ricercato dallo sceriffo Red Garnett, che già in passato aveva arrestato Haynes, ma durante la sua fuga avrà modo di affezionarsi al suo giovanissimo ostaggio. Di seguito il trailer di Un mondo perfetto”.
Un mondo perfetto‘ può essere considerato un perfetto esempio del cinema di Clint Eastwood, che dietro una perfetta struttura di thriller e una trama lineare e ben costruita, affonda anche una feroce critica della società americana. Il cecchino che uccide Butch è metaforicamente quello pochi giorni dopo a Dallas metterà la parola fine nella maniera più tragica e sanguinosa alla presidenza di John Fitzgerald Kennedy. E’ l’America che non si fida di sé stessa e che sbaglia fondamentalmente l’obiettivo della sua rabbia. ‘Un mondo perfetto’ si avvale poi della presenza di un Kevin Costner che nel 1993 stava attraversando senza ombra di dubbio il momento più luminoso della sua carriera, figlio dell’interpretazione in ‘Balla coi Lupi’. Una pellicola che poi lo porterà ad una non altrettanto felice esperienza dietro la macchina da presa. ‘Un mondo perfetto’ è dunque la proposta per la prima serata di oggi, martedì 21 luglio 2015, di Iris.
Alle 21.15 su Rete 4, appuntamento con un grande classico del cinema a stelle e strisce nella prima serata di oggi, martedì 21 luglio. Va infatti in onda ‘Un mondo perfetto‘, pellicola del 1993 diretta da Clint Eastwood, che rappresenta ancora oggi una delle migliori interpretazioni di Kevin Costner. Film intenso, che racchiude molti elementi di quello che è il pluripremiato cinema di Eastwood, il film è ambientato nel Texas degli anni sessanta e si sviluppa attorno al rapporto tra un rapinatore ed un ragazzino da lui rapito per coprirsi nella fuga.
Lo sceriffo interpretato da Eastwood, che sovente si ritaglia ruoli importanti nei propri film, ha il duro compito di riportare la legge e l’ordine senza farsi travolgere dall’empatia nata nel rapporto criminale – bambino. Per il regista si tratta però anche dell’occasione per raccontare uno spaccato dell’America all’alba degli anni sessanta, prima che l’omicidio Kennedy avesse spezzato sul nascere il sogno di veder sorgere una società più giusta e prospera, dimenticando le tensioni successive alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Una grande prova d’autore che ha fatto del film un grande classico, trasmesso non per niente molto spesso dalle televisioni italiane in prima serata.
Vediamo quindi la trama. Nel Texas del 1963 Butch Haynes (interpretato da Kevin Costner) è un criminale incallito, che dopo aver scontato quattro anni di reclusione per una rapina, ha deciso di evadere assieme ad un altro detenuto. Per coprire la loro fuga, i due prendono in ostaggio il piccolo Phillip Perry (interpretato da T.D. Lowther). La fuga con ostaggio, per giunta un minore, non passa però di certo inosservata alle autorità locali, e del caso viene incaricato Red Garnett (interpretato da Clint Eastwood), il ranger della cittadina, che si avvale nell’occasione della collaborazione di una stimata criminologa, Sally Gerber (interpretata da Laura Dern). Garnett conosce bene la vita criminale di Haynes, tant’è che era stato lui il poliziotto che lo aveva arrestato ai tempi del suo primo reato, quando Butch era praticamente solo un ragazzino.
Soprattutto, Garnett si rende conto di come l’opinione pubblica e le autorità si siano interessate immediatamente in maniera morbosa al caso. La presenza del bambino come ostaggio tiene col fiato sospeso l’America, e in più entro quindici giorni sarebbe avvenuta la visita del Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, a Dallas, e dunque le autorità non avrebbero tollerato una caccia all’uomo ancora in corso. Le pressioni per il ranger e il suo staff sono dunque enormi, affinché Haynes venga catturato il più presto possibile. Il delinquente in fuga con Haynes, in un momento di pressione, decide che sia meglio sbarazzarsi del piccolo Phillip. Butch però lo elimina, e prosegue la fuga col bambino col quale si instaura un rapporto di profondo affetto e amicizia. Il piccolo infatti si affeziona a lui, che gli permette di fare tutto quello che i protettivi genitori gli avevano sempre impedito, compresa una visita ad un parco divertimenti.
Phillip dal canto suo evita di fuggire, capendo come Haynes si sia sinceramente affezionato a lui. Il ranger Garnett resta però costantemente alla caccia del fuggitivo, e la pressione su Butch si fa sempre più forte. La situazione precipita quando Butch e Phillip vengono ospitati da un uomo che si dimostra brutale nei confronti del piccolo nipotino. Per dargli una lezione Haynes lo lega e lo minaccia con una pistola, ma Phillip, spaventato, non capisce le reali intenzioni dell’uomo e gli spara, ferendolo allo stomaco. Butch riesce comunque a riprendersi e a scappare, e una volta raggiunto Phillip gli spiega come mai avrebbe fatto male davvero al loro ospite. Anzi, gli confessa di aver ucciso in vita sua solo un uomo che tanto tempo prima aveva minacciato la madre, e il suo compagno di evasione che stava per fare del male proprio al piccolo Phillip.
Ferito e braccato, Haynes si ritrova circondato dagli uomini di Garnett: il ranger prova a controllare la situazione, ma un cecchino decide di sparare a Butch che aveva infilato la mano nella tasca. In realtà non per prendere la pistola (della quale si era sbarazzato poco prima il piccolo Phillip), ma una cartina dell’Alaska da dare al bambino. L’Alaska era la meta della fuga di Haynes, che voleva raggiungerla per riconciliarsi col padre, col quale non parlava da anni. Phillip alla fine viene portato in salvo da un elicottero, ma piange guardando la figura esanime di Butch, del quale ormai aveva scoperto la reale indole buona e generosa.