Questa sera Iris trasmette alle 21 il film “Psycho”, remake del 1998 dell’omonimo film di Alfred Hitchcock. La vicenda parla di Marion, una donna in fuga con lo scottante malloppo di quattrocentomila dollari, frutto di una rapina. Nel tentativo di rimanere anonima ed inosservata si nasconde nel cupo motel di Norman Bates che vive lì da anni in sola compagnia di sua madre. La donna viene uccisa senza alcuna pietà rendendo ancora più difficili le ricerche della sorella Lila e del fidanzato Sam. Ecco trailer della pellicola.



Lo ‘Psycho‘ di Gus Van Sant, il film in onda stasera su Iris, è dunque una rilettura in chiave moderna di un classico assoluto del cinema, forse il padre di tutti i thriller firmato da Hitchcock quasi quaranta anni prima. Il regista belga prova a mettere la sua cifra stilistica nelle inquadrature, nelle pause e nei fotogrammi aggiuntivi, ma non cade nella tentazione di stravolgere il perfetto impianto della trama, che resta un gioiello al quale hanno fatto riferimento generazioni di sceneggiatori nei decenni a venire. Una curiosità interessante è rappresentata dal fatto che Van Sant ha voluto omaggiare Hitchcock copiandone anche gli eventuali errori. Quando una sequenza presentava un’incongruenza, come una porta chiusa a chiave poi aperta senza l’ausilio della stessa, Van Sant ha voluto riproporla pedissequamente. Un appuntamento per gustarsi dunque un remake in grande stile di un grande classico del cinema, nella prima serata televisiva di Iris di mercoledì 29 luglio 2015.



Alle ore 21 di stasera, mercoledì 29 luglio 2015, su Iris va in onda ‘Psycho‘, remake del capolavoro di Alfred Hitchcock firmato dal regista belga Gus Van Sant. Un’opera sicuramente in grado di ricalcare fedelmente quella del maestro del brivido, ma che il regista belga ha voluto comunque contraddistinguere col suo tocco inconfondibile. Una produzione che vede coinvolti alcuni tra i più importanti attori di Hollywood, come Vince Vaughn, Julianne Moore e William H. Macy. Le differenze apportate da Van Sant al film originale sono più che altro tocchi stilistici, come le immagini rapidissime, quasi subliminali, che vogliono fornire indizi allo spettatore. Il cambiamento più importante rimane senza ombra di dubbio la trasposizione temporale dello scenario in cui si svolge la storia, non più gli anni Sessanta ma il 1998, anno di uscita del film di Van Sant nelle sale cinematografiche. Vediamo la trama.



La storia inizia con la fuga di Marion Crane (interpretata da Anne Heche) da Phoenix, Arizona, verso la California. La ragazza infatti ha appena rubato 400.000 dollari dall’azienda nella quale lavora, e cerca di raggiungere la città del fidanzato Sam Loomis (interpretato da Viggo Mortensen), suo compagno abituale ma divorziato. La fuga di Marion è però costellata di imprevisti: viene vista fuggire dal suo capo che la segnala alla polizia, e riesce con un astuto stratagemma a sfuggire ad un poliziotto che l’aveva intercettata. Quando un violentissimo temporale la costringe infine a fare una pausa, Marion decide di fermarsi al Bates Motel, un piccolo albergo trovato lungo la strada. Il gestore del motel è Norman Bates (interpretato da Vince Vaughn), un uomo che subito appare strano a Marion, ma che accoglie la ragazza con modi sostanzialmente gentili. Anzi, Norman sottolinea come da settimane nessuno si fermi al motel, e chiede a Marion dunque di essere sua ospite. La ragazza accetta, ma raggiungendo la casa di Norman accanto al motel per cenare, sente le urla furiose della madre dell’uomo. Alla richiesta di spiegazioni, Norman si altera furiosamente, spiegando come la madre sia possessiva, ma malata e innocua, e di non tollerare domande sulla sua persona.

Turbata dall’incontro con Norman, Marion decide di tornare indietro e restituire il maltolto, ma sotto la doccia viene pugnalata a morte da una misteriosa figura. Dalla casa accanto al motel, si sentono le urla di Norman che chiede alla madre cosa abbia fatto. Quindi il ragazzo entra nel motel, e pulisce tutte le prove dalla scena del delitto. Il corpo di Marion e i suoi effetti personali vengono portati da Norman all’interno della macchina della ragazza, che viene poi lasciata affondare dall’uomo in un vicino lago. Lyla Crane (interpretata da Julian Moore), non avendo più notizie della sorella, assume il detective Milton Arbogas (interpretato da William H. Macy) per andare alla ricerca della ragazza. I due si ritrovano a parlare con Sam, ma sembra evidente che neanche l’amante sappia che fine ha fatto Marion. Ripercorrendone le tracce, Arbogas arriva al Bates Motel, dove ha un colloquio con Norman in cui l’uomo cade ripetutamente in contraddizione. Insospettito, Arbogas invita Sam e Lyla a raggiungerlo dopo un’ora al motel, ma viene pugnalato e ucciso dalla stessa figura che si era accanita su Marion.

Sam e Lyla capiscono che qualcosa di grave sta accadendo quando non vedono comparire il detective: lo sceriffo della zona li informa inoltre che la madre di Norman, che il detective avrebbe sentito parlare, era morta in circostanze misteriose almeno dieci anni prima assieme al suo secondo marito. Introdottasi nella casa di Norman, Lyla scopre con orrore che la donna sulla sedia che ha visto da lontano è un cadavere mummificato. Alle sue spalle appare Norman vestito da donna: l’uomo in realtà interpreta anche la personalità della madre, ma mentre sta per accanirsi su Lyla, Sam riesce a sopraffarlo, salvando la ragazza. Portato in un ospedale psichiatrico, si scopre che Norman, legatosi morbosamente alla madre dopo la morte del padre, ha ucciso lei e il suo secondo marito. Roso dai sensi di colpa, ha mummificato il suo cadavere ed iniziato uno sdoppiamento di personalità che, probabilmente, ha portato anche alla morte di altre ragazze prima di Marion, il cui corpo all’interno della macchina viene recuperato dal lago nella scena conclusiva del film.