A quasi otto mesi dall’attentato fatale alla redazione parigina di Charlie Hebdo, si continua a parlare di quel tragico giorno. La moglie di Georges Wolinski, uno dei disegnatori uccisi, ha intenzione di denuciare le forze di polizia francesi perchè secondo lei la loro reazione all’attentato fu tardiva e inefficiente. Maryse Wolinski, compagna di colui che fu anche uno dei fondatori di Charlie Hebdo negli anni ’70, ha rivelato a una radio francese di voler ottenere i tabulati delle telefonate del centralino della polizia di Parigi di quel giorno. “Perchè non c’era nessuno nelle vicinanze della redazione? Perchè le forze speciali non sono intervenute subito nonostante fossimo al centro di Parigi?” ha detto la donna in un’intervista lasciando intendere di voler portare avanti la sua battaglia sul caso della morte del marito e dei suoi colleghi di Charlie Hebdo.

Stasera 3 agosto 2015 nella puntata di Top Secret condotta da Claudio Brachino si parlerà di ISIS e attentati terroristici di matrice islamica. Fra questi il ricordo più recente è quello dell’attentato alla redazione parigina della rivista Charlie Hebdo avvenuto il 7 gennaio 2015 e che costò la vita a dodici persone. Il magazine francese fu creato nel 1970 dai disegnatori Cabu, Roland Topor e Georges Wolinski come costola satirica di un’altra rivista, Hara Kiri. Il nome Charlie Hebdo deriva dalle uscite della rivista: hebdo sta per hebdomadaire ovvero settimanale mentre Charlie è dedicato a Charlie Brown, protagonista dei fumetti Peanuts che era uno dei personaggi presenti nelle prime uscite del magazine. Fra chiusure e rilanci, Charlie Hebdo è arrivato fino agli anni duemila guadagnandosi il nome di rivista satirica senza scrupoli e spesso al centro di polemiche. Già nel 2011 la redazione di Parigi fu al centro di un attentato quando una bomba fu lanciata verso gli uffici senza fare vittime. Anche in quel frangente il motivo era stato la pubblicazione di una caricatura di Maometto sulla copertina del giornale. Una causa simile a quanto accaduto con i tragici attacchi del gennaio scorso che costarono la vita anche ad alcuni dei fondatori di Charlie Hebdo.