Riparte oggi su Rai 2 la nuova stagione di Quelli che il calcio. No, non è uno sbaglio! Ritorna nel titolo la parola calcio. Ed il motivo è molto semplice: questanno il calcio ci sarà e, soprattutto, si vedrà. Come nelle migliori partite, la strategia Rai è stata vincente e fa riconquistare la palla ad uno dei programmi più apprezzati della rete. La squadra del programma negli anni ha visto susseguirsi numerosi giocatori, ma, forse, la scelta degli ultimi anni, con la riconferma di una squadra giovane e vincente, ha permesso a Quelli che il calcio di conquistare un ottimo piazzamento nella classifica del campionato della TV. Questo è il gioco. Si perde e si vince! E negli ultimi anni si è vinto.
Eppure levoluzione di Mai dire gol è evidente. Ops! Scusate! Ho fatto un errore! Ma sono sicuro che non sarò lunico. Perché? Forse perché nella formazione di Quelli che il Calcio arrivano degli attaccanti deccezione: la Gialappas Band. Il paragone con il loro fortunato programma comico/sportivo nasce spontaneo. E qualche dubbio lo insinua. Quale miglior modo per dissiparli che chiederlo direttamente a loro? Incontriamo Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, in arte Gialappas Band, durante una pausa delle prove.
Ciao Gialappas. Siete la novità Rai di questanno. Mai dire gol?
No! (insieme) Quelli che il calcio!
Certo! (sorrido) Ma capite che il paragone nasce spontaneo. Quali saranno le differenze tra le due trasmissioni? In fondo la squadra di artisti ed autori è in buona parte la stessa.
Giorgio Gherarducci: La squadra è simile perché ci sono Uberto Pantani, Lucia Ocone, autori come Walter Fontana, capo progetto come Massimo Venier, tanti con cui abbiamo lavorato a mai dire gol.
Carlo Taranto: La differenza principale è che sono passati trenta anni. Mai dire gol risale ai Novanta, quindi non trenta ma quasi.
Giorgio Gherarducci: Poi che Mai dire gol arrivava dopo le partite non durante, quindi era un résumé.
Carlo Taranto: Un Alka-Seltzer
Marco Santin: Quando iniziò Quelli che il calcio io me lo ricordo benissimo, nel senso che lo iniziarono delle persone a noi vicine ci confrontavamo con loro. Cera sia Mai dire gol, sia Quelli che il calcio ed erano due programmi molto diversi per le caratteristiche. E le caratteristiche son rimaste. Anzi sono tornate perché torniamo sui campi, siamo in diretta con le partite, quindi delle caratteristiche diverse assolutamente ci sono. Non avrebbe senso rifare un mai dire gol a quellora della domenica.
Carlo Taranto: Eventualmente potrà assomigliare di più, pensando alle cose che abbiamo fatto, alle nostre cronache sportive in RAI, nel senso che saremo in diretta durante quattro partite.
Giorgio Gherarducci: Senza copione scritto, per lo meno noi
Avete cambiato casacca, per rimanere in ambito calcistico. E stato difficile trovare la vostra taglia? Vi sentite comodi in quella che avete ricevuto?
Marco Santin: Questo te lo diciamo tra un anno (sorridono). Guarda, al momento… veramente non…
Giorgio Gherarducci: Ci sentiamo comodi. Non c’è stata questa gran differenza al momento
Marco Santin: In realtà io entro in RAI Corso Sempione a Milano da venti anni. Ho anche fatto tre anni di Radio 2 da solo. Non è una cosa completamente nuova al momento. Poi magari durante l’anno ci accorgeremo di differenze e… ti chiamiamo e te le diciamo!
Giorgio Gherarducci: Diciamo che architettonicamente è un po’ diversa. E’ più difficile trovare le sale, le redazioni. Mediaset è più squadrata mentre la RAI è un po’ più labirintica. L’unica differenza.
Secondo la Gialappa’s Band, perché un telespettatore dovrebbe guardare questa nuova stagione di “Quelli che il calcio” e non altri programmi simili della concorrenza?
Giorgio Gherarducci: Che – bip (parolaccia) – ne so io, lo devi dire tu! (Ridono)
Marco Santin: Secondo me perché qua c’è un modo in cui gli uomini riescono a convincere le donne a seguire le nostre cronache, perché si può fare l’una e l’altra cosa. Se sei specializzato sul calcio e guardi solo il calcio, le donne disinteressate non lo sopportano.
Giorgio Gherarducci: Se non vuoi che tua moglie esca con l’idraulico
Marco Santin: Quindi c’è un po’ tutto. C’è anche una componente di domenica pomeriggio un po’ meno becera di cose che ci sono in giro, non farò nomi, ma tanto riesci bene a capire quali sono queste reti.
Carlo Taranto: Io no! Di cosa parlavi Marco?
Marco Santin: Qui magari c’è l’una e l’altra cosa e magari si accontentano tutti e due.
Giorgio Gherarducci: Un po’ calcio un po’ varietà diciamo.
Marco Santin: Esatto. Mettendo insieme le due cose, o fai male tutti e due e son contenti tutti, oppure riesci ad accontentare tutti.
Carlo Taranto: Noi puntiamo molto sulla prima ipotesi.
Marco Santin: Non molto. Puntiamo tutto sulla prima. (Ridono)
A questo punto arriva il direttore dell’ufficio stampa RAI con piatti di cibo per i Gialappa’s.
Marco Santin: Ecco! Vedi come ci viziano in RAI?
Da questo momento in poi, la conversazione diventa più “casareccia” con commenti a bocca piena.
Saluto la Gialappa’s Band facendogli un grosso in bocca al lupo per questa nuova avventura lasciando i miei contatti per la loro futura chiamata. Infondo… una promessa è una promessa… calcisticamente parlando.